Open Migration

  • Chi Siamo
  • Contattaci Open Migration
  • Newsletter Open Migration
  • Condividi
  • Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.

Subscribe to our mailing list

* indicates required
  • IT
  • EN
  • Missione
  • Politiche di frontiera
  • Diritto d’Asilo
  • Immigrazione & Integrazione
  • Dati
    • Dashboard
    • Infografiche
    • Fact-checking
  • Risorse
    • Approfondimento
    • Idee
    • Web review
    • Glossario
    • Quiz
  • Sostienici
Homepage >> Idee >> Da Dublino a Schengen, la battaglia con l’Ue che Renzi ha perso
Alessandro Lanni
@alessandrolanni
Giornalista, Open Migration.

Da Dublino a Schengen, la battaglia con l’Ue che Renzi ha perso

Share
31 gennaio 2016 - Alessandro Lanni
Come in poche settimane si è passati dal guardare al futuro cercando una riforma del diritto d'asilo al rivolgere la testa al passato alzando muri al centro dell'Ue. E ora Grecia e Italia rischiano molto

Bene ha fatto Matteo Renzi a richiamare da Ventotene l’Europa tutta alla sua responsabilità collettiva di fronte alla drammatica situazione dei rifugiati e dei migranti. Gli arrivi via mare in Grecia e Italia certificati dall’Unhcr per questo scorcio di 2016 sono più di dieci (10) volte il numero di quelli di inizio 2015: erano 5.550 12 mesi fa, sono più di 62mila oggi. Non sarebbe serio né giustificato fare alcuna proiezione sul futuro, ma di certo è una cifra che impressiona se accompagnata a quella delle morti in mare (già 320 in 31 giorni).

«L’Europa è la più grande vittoria politica del XX secolo, ma la sua benzina sono gli ideali, non la miopia di chi alza muri. IT_ArrivalsInEurope_2016L’Europa rischia di crollare se diventa un insieme di egoismi». Non è la prima volta che Renzi invoca l’Ue a prendere su di sé una responsabilità ormai indifferibile. E con favore accogliamo anche come in 6 mesi la strategia sia passata dal bombardamento dei barconi dei trafficanti di uomini in Libia alla ricerca di una politica europea per governare un fenomeno epocale.

Tuttavia, la slavina del fronte degli stati che si oppongono a qualsiasi soluzione condivisa s’ingrossa sempre di più. E nel braccio di ferro in Europa, almeno sul tema immigrazione, il dorso della mano del presidente del Consiglio è pericolosamente vicino al tavolo.

L’Italia e, soprattutto, la Grecia sono le due porte della casa europea ma se tutte le stanze vengono sigillate, tutti i migranti rimarranno ammassati all’ingresso, sulla soglia, con inevitabili effetti deflagranti.

«Bisogna scegliere tra Dublino e Schengen. Entrambi gli accordi non possono tenere oggi» registrava preoccupato a inizio gennaio il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. E quel che voleva dire era chiaro: «sbrighiamoci a cambiare il regolamento per i richiedenti asilo».
Ma in poche settimane la svolta del dibattito politico europeo è stata clamorosa. Quanto tempo è passato da “dobbiamo riformare il Regolamento di Dublino” a “dobbiamo sospendere il Trattato di Schengen”? Provate a contare quante volte compare la capitale d’Irlanda nelle cronache di questi giorni. Si contano sulla punta delle dita.

Quella che è stata – a ragione – la trincea italiana, ovvero l’adozione di un asilo europeo, è scomparsa dai radar della politica e dei media. Prima lo scontro su hotspot e relocation, poi il fuoco di fila di iniziative dei singoli stati del nord e dell’est Europa, hanno spostato la discussione su Schengen, che da istituzione cardine dell’identità europea è divenuta ostacolo per le iniziative politiche anti-immigrati dei singoli stati. Nessuno tra coloro che vogliono far fuori la libera circolazione intra-europea si prende neanche più la briga di citare la paura dei terroristi come ragione per tirar su un muro tra stato e stato. Ormai viene detto con chiarezza: si deve sospendere il Trattato Schengen perché non vogliamo più migranti e rifugiati.

In un mese, il dibattito politico europeo ha “cambiato verso”. Dagli occhi puntati verso il futuro della riforma di Dublino, si è passati alla testa girata indietro a sognare l’epoca in cui c’erano i muri a separare le frontiere d’Europa.

Twitter: @alessandrolanni

Etichettato con:Regolamento di Dublino, rifugiati, Trattato di Schengen, Ue

Sostieni Open Migration! Facendo una donazione ci aiuterai ad offrire più informazione di alta qualità. SOSTIENICI

Related articles

  • La Croazia entra nella zona Schengen: un premio per il lavoro sulle frontiere?La Croazia entra nella zona Schengen: un premio per il lavoro sulle frontiere?
  • Yousef Wahid, medico, che ha perso le sue 4 figlie in mare non avendo un visto per viaggiare sicuroYousef Wahid, medico, che ha perso le sue 4 figlie in mare non avendo un visto per viaggiare sicuro

Web review

I migliori articoli su rifugiati e immigrazione 18/2025

Detenere, criminalizzare e punire 6 maggio 2025 Open Migration

Twitter feed

Tweets by open_migration
Sostienici

Open Migration

Open Migration produce informazione di qualità sul fenomeno delle migrazioni e dei rifugiati, per colmare le lacune nell’opinione pubblica e nei media.

Le migrazioni rappresentano la storia più profonda della nostra epoca. Open Migration ha scelto di raccontarla attraverso l’analisi di dati oggettivi.

CILD Open Society Foundations Open Society Foundations

Categorie

  • Diritto d’Asilo
  • Politiche di frontiera
  • Immigrazione & Integrazione
  • Dati
    • Dashboard
    • Infografiche
    • Fact-checking
  • Risorse
    • Approfondimento
    • Idee
    • Web review
    • Glossario
    • Quiz
  • Chi Siamo
  • Missione
  • Privacy policy
Newsletter

Subscribe to our mailing list

* indicates required

Contattaci

CILD - Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili
[email protected]

Follow us

Facebook Open Migration Twitter Open Migration
Creative Commons License
openmigration.org by CILD is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License.
Permissions beyond the scope of this license may be available at [email protected]

© 2017 Open Migration

Questo sito utilizza cookie esclusivamente di natura tecnica e statistica in forma anonima. Disabilitare i cookie tecnici potrebbe avere effetti imprevisti sulle modalità di visualizzazione della pagina.OkCookie policy