Secondo i dati raccolti dall’ong svizzera Impact, i rientri nelle aree entro i 30 km dal fronte costituiscono circa un terzo dei ritorni complessivi di sfollati interni dal febbraio 2022 ad oggi (circa 1.6 milioni di persone). In particolare, nei primi sei mesi del 2024, nonostante il peggioramento delle condizioni di sicurezza, i ritorni nei pressi della “front line” sono stati l’11% del totale. Le motivazioni sono diverse, e includono l’erosione delle risorse disponibili per sostenersi altrove, ma anche il bisogno emotivo di tornare da persone e luoghi familiari indipendentemente dal rischio che si corre. Le famiglie di sfollati interni e quelle rientrate dall’estero sono state classificate come aventi bisogni umanitari superiori del 25% rispetto a quelle non sfollate. Un approfondimento di Ilaria Romano
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