1. La coalizione razzista e il fallimento dell’Ue
Una coalizione inumana è cresciuta nel mezzo dell’Europa, lungo la dorsale che va dalla Polonia giù fino alla Macedonia attraverso Slovacchia, Austria, Ungheria e tutti i paesi che stanno alzando muri per fermare il flusso dei profughi. Il fallimento di una risposta collettiva dell’Europa e l’urgenza di un piano di evacuazione dei profughi dalla Grecia che bypassi le lentezze dell’Ue. L’opinione di Apostolis Fotiadis sul Guardian.
2. Un “punto d’incontro” nei musei
Siriani e iracheni a scuola d’arte a Berlino. Grazie all’input del ministero della Cultura tedesco, alcuni rifugiati imparano il mestiere della guida nei musei della capitale. L’obiettivo è costruire un team che proponga visite guidate per altri profughi così da ispirare un legame più forte tra la Germania e i paesi d’origine. Il progetto è stato battezzato Multaqa che in arabo significa “punto d’incontro”.
3. Tweet umanitari
#Balkans:Thousands stranded, arbitrary border restrictions expose #refugees to violence @MSF https://t.co/E22xfMY2WZ pic.twitter.com/ofMSVl4850
— Lotte Leicht (@LotteLeicht1) February 24, 2016
Uno dei tweet più condivisi della settimana sul dei tema diritti umani raccolti da Human Rights Watch.
4. Il “magazzino di anime” e quel vestito buono
Cosa insegna il muro di Idomeni al confine tra la Grecia e la Macedonia e cosa dice il vestito buono di un profugo siriano. La storia della grande fuga di centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini da un paese in guerra osservata attraverso la vicenda di un singolo “viaggiatore” finito in quel “magazzino di anime” alle porte dell’Europa. Alberto Negri sul Sole 24 Ore.
5. Perché sempre meno afghani riescono a passare in Europa?
Nel 2015 il 21% degli arrivi via mare proveniva dall’Afghanistan e in questo scorcio di 2016 sono già 30mila gli afghani arrivati in Europa. Un popolo che nel 2015 ha avuto tassi di riconoscimento alti (circa il 70%) per le domande d’asilo, ora viene sempre più spesso respinto alle frontiere. A differenza di siriani e iracheni, non rientrano nel conto dei 160mila da ricollocare secondo quanto deciso dall’Ue nell’autunno scorso. L’inchiesta di Al Jazeera dalla terra di nessuno tra Macedonia e Grecia.
6. La carezza davanti al muro
7. Come funziona la “macchina dell’immigrazione”: un’inchiesta multimediale
La storia di due fratelli, uno a New York e l’altro che prova a raggiungere la Svezia attraverso il Mediterraneo. Le storie, le reti della solidarietà dietro la crisi dei migranti e un traffico di uomini che vale miliardi. “The brother’s duty” è il primo capitolo dell’inchiesta multimediale “The Migration Machine” realizzata da Reuters.
8. Una nuova rotta egiziana per i profughi?
È il timore che circola a Bruxelles in questi giorni. Con il peggioramento della situazione in Libia, molti trafficanti potrebbero spostarsi verso est per cercare rotte più semplici da gestire, per esempio dal porto di Alessandria e dintorni. La tratta di mare da percorrere per raggiungere le coste italiane è molto più lunga rispetto alla Libia, ma i trafficanti contano sul salvataggio da parte delle navi che pattugliano quella parte di mare.
9. Snowden festeggia la Svizzera
Proud of #Switzerland, whose direct democracy defeated xenophobia. Left: Campaign from my time there. Right: Today. pic.twitter.com/uR1HdEjQu3
— Edward Snowden (@Snowden) February 28, 2016
Bocciato il referendum che proponeva di espellere gli stranieri che commettono reati. La consultazione era stata promossa dal partito di destra anti-immigrati Unione democratica di centro (Udc/Svp). E con questo tweet anche Edward Snowden festeggia: la democrazia diretta sconfigge la xenofobia.
10. Rifugiati imprenditori
Dieci storie di dieci rifugiati che contribuiscono a rivoluzionare l’idea di “spirito imprenditoriale”. Dalla pizzeria nel campo profughi in Giordania al negozio di abiti da sposa e al piccolo generatore elettrico costruito in un campo in Congo, piccole grandi idee per resistere in condizioni di vita difficili. Dalla sezione innovazione dell’Unhcr.