1. Frontex e i respingimenti in Libia
Il direttore esecutivo di Frontex, Hans Leijtens, ha dichiarato a Euronews che vorrebbe che “nessun migrante arrivato in Europa dovesse essere riportato in Libia”, dove spesso subiscono violazioni dei diritti umani, ma ha affermato che a volte la sua agenzia “non ha scelta”.
“Non voglio che le persone vengano riportate in Libia, l’unico modo per farlo è informare questo centro di coordinamento del soccorso marittimo, ha detto […]. E se avviene in territorio libico, sono i libici a doversi assumere la responsabilità, e lo fanno”, ha affermato Leijtens. Tuttavia, oltre alle ormai arcinote condotte illegali di Frontex in materia di respingimenti sistematici e illegittimi, come evidenzia il giornalista Sergio Scandura, lo stesso Leijtens ha affermato una falsità in quanto, per quanto concerne la Libia, le aree SAR (ricerca e soccorso): “non sono acque territoriali nazionali: sono acque internazionali regolate da leggi internazionali (che vietano i respingimenti in Libia)”.
Frontex, continua ad essere regolarmente contestata dai gruppi per i diritti umani perché non fa abbastanza per salvare vite umane in mare.
2. Il Cpr di Gjader continua a svuotarsi
Altre due persone vengono riportate in Italia dall’Albania.
E ancora: “[…] Nella seconda fase del protocollo con Tirana, che coinvolge i migranti “irregolari” deportati dal territorio nazionale, c’è un errore di sistema: chiedendo asilo da dietro le sbarre del Cpr di Gjader si crea una situazione giuridica non prevista nell’accordo firmato dalla premier italiana Giorgia Meloni e dall’omologo albanese Edi Rama. Questo, infatti, consente la permanenza nelle strutture solo per le procedure di frontiera o rimpatrio. Per tale ragione i giudici della capitale, cui il governo ha assegnato la competenza, non possono che bocciare i provvedimenti di trattenimento di questi richiedenti asilo disposti dalle autorità di polizia. Perché, molto semplicemente, non hanno una base legale”.
3. La Grecia afferma che non accetterà i rimpatri dei migranti dalla Germania
Il ministro per l’immigrazione e l’asilo Makis Voridis ha dichiarato che la Grecia non accoglierà le richieste della Germania di riaccogliere i richiedenti asilo che hanno già presentato domanda di asilo nel paese mediterraneo.
E ancora: “Secondo l’Accordo di Dublino dell’Unione Europea attualmente in vigore, i richiedenti asilo devono completare la procedura di asilo nel primo paese di accoglienza UE. La scorsa settimana la Corte amministrativa federale tedesca di Lipsia ha stabilito che due uomini che rischiano l’imminente espulsione in Grecia non subirebbero condizioni di accoglienza disumane o degradanti se venissero rimpatriati. I due si sono poi trasferiti in Germania e hanno presentato nuove domande di asilo, ma le autorità le hanno ritenute inammissibili e sono stati emessi provvedimenti di espulsione in Grecia”.
4. L’esodo dall’Etiopia
Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni, OIM, nel corso del 2023 almeno 96.670 persone hanno attraversato il Corno d’Africa per raggiungere lo Yemen, circa un terzo in più rispetto al 2022. Circa il 95% di queste persone migranti proveniva dall’Etiopia.
5. Ancora salvataggi nel Mediterraneo
La Ocean Viking ha soccorso 126 persone migranti.
“Marina di Carrara (Massa Carrara) è il porto indicato alla nave Ocean Viking della ong Sos Méditerranée per accompagnare i 126 immigrati soccorsi in due diverse operazioni di salvataggio nelle ultime ore davanti alla Libia e al largo di Malta. L’arrivo è previsto tra martedì pomeriggio e mercoledì mattina”, riporta l’Ansa.
6. I nostri nuovi articoli su Open Migration
Secondo l’ultimo Rapporto della Kyiv School of Economics, i danni totali inflitti alle infrastrutture dell’Ucraina dal 24 febbraio 2022 sfiorano i 170 miliardi di dollari, e solo nel 2024 sono aumentati di altri 12.6 miliardi a causa dei ripetuti attacchi missilistici e dei droni anche in aree molto lontane dal fronte. Quale futuro per le persone ucraine partite o rientrate? Ce ne parla Ilaria Romano. Ce ne parla Ilaria Romano.