1. Il memorandum Italia-Libia è stato un fallimento
Un anno fa il rinnovo del memorandum d’intesa tra il nostro paese e la Libia, un anniversario che rivela come non solo il patto non abbia funzionato, ma come il tanto proclamato impegno per modificarne “in meglio” il contenuto non sia stato rispettato.
A un anno dalla promessa di modificare i termini della cooperazione con la #Libia, tradita e abbandonata come le persone scaricate aldilà del mare, è tempo che il governo ne dia conto. L'editoriale di @matteodebellis https://t.co/K7yA5XN7UT
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) November 2, 2020
“Nei fatti, la strategia di esternalizzazione della frontiera in Libia è stata portata avanti con tale continuità da far pensare che le promesse in materia di diritti umani fossero poco più di un esercizio retorico” – scrive Matteo De Bellis ricercatore di Amnesty su Domani.
In questi dodici mesi non solo le notizie delle condizioni cui sono sottoposti i migranti in Libia non hanno fatto che peggiorare, ma anche i dati relativi a morti e dispersi non sono altro che drammatici.
5 barche in distress nei pressi di #Lampedusa. Più di 300 donne uomini e bambini chiedono soccorso! Non fateli affogare. La migliore risposta a chi semina morte è salvare vite!@alarm_phone @guardiacostiera @paola_demicheli @GiuseppeConteIT @Viminale @mitgov https://t.co/uvlbTvsslS
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) November 3, 2020
Proprio in queste ore, 5 barche sono in pericolo nei pressi di Lampedusa. Più di 300 donne uomini e bambini aspettano di essere soccorsi.
2. In Senegal il peggior naufragio dall’inizio dell’anno fa 140 morti tra migranti
Un’imbarcazione con circa 200 migranti a bordo è affondata al largo delle coste senegalesi. Le persone annegate in quello che finora risulta essere il più grave naufragio registrato dall’inizio dell’anno sarebbero almeno 140.
A riportare la notizia, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). che riprende i media locali, secondo i quali 59 persone sarebbero state tratte in salvo dalle operazioni della marina senegalese e spagnola, mentre pescatori locali – anche loro in prima linea nel soccorso dei naufraghi – avrebbero recuperato i resti di altre 20 persone.
I am horrified to learn that at least 140 people died in a shipwreck off the coast of Senegal.
Every person searching for a better life deserves safety and dignity.
We need safe, legal routes for migrants and refugees.
— António Guterres (@antonioguterres) October 29, 2020
3. Non solo Moria: a Lesbo la polizia sgombera il centro di accoglienza di Pikpa
L’allarme era nell’aria da giorni ma sembrava essere rientrato, poi l’improvvisa accelerata; venerdì mattina il campo di Pikpa sull’isola di Lesbo è stato sgomberato dalla polizia.
Come racconta Carlotta Passerini, le 74 persone ospitate sono state momentaneamente spostati in un altro piccolo campo presente sull’isola, Kara tepe, gestito dalla municipalità, anch’esso prossimo alla chiusura.
Il campo Pikpa nelle parole di chi l’ha conosciuto – qui la testimonianza di Claudio Geymonat per Riforma – viene ricordato come una piccola realtà attenta all’aspetto umano, soprattutto dei più fragili. Proprio qui sta l’assurdità del gesto: “Si tratta di una massiccia operazione di polizia senza preavviso. È inaccettabile e assurdo che un posto simile sia costretto a chiudere, mentre il governo greco e quello europeo stanno sostenendo e promuovendo il nuovo campo disumano e degradante” racconta Efi Latsoudi, legale rappresentante della Ong Lesbos Solidarity.
4. Covid-19: peggiora la condizione dei braccianti
L’emergenza coronavirus ha peggiorato le condizioni di tanti lavoratori stranieri in Italia: da quando la pandemia di coronavirus è iniziata la primavera scorsa, peggiorano sia le condizioni di lavoro che la tutela della salute.
Lo rileva il Dossier Statistico sull’Immigrazione 2020, che afferma anche come purtroppo l’effetto completo che il COVID-19 ha avuto sul mercato del lavoro “sarà chiaro solo alla fine dell’anno”.
“Il Covid-19 ha aggravato condizioni di vita già difficili – spiega a Rosita Rijtano di lavialibera Antonio Ricci, uno degli autori del report -. A farne le spese, a livello sia globale sia nazionale, sono soprattutto i migranti irregolari, sottoccupati o nell’economia sommersa e senza accesso alla previdenza sociale, con effetti a catena anche sui milioni di persone che dipendono dalle loro rimesse”.
Tra i tanti stagionali che l’epidemia ha spinto ancora più ai margini c’è Diakité. 57 anni, da 15 viene a Campobello di Mazara per la raccolta delle olive. Su Borderline Sicilia la sua storia.
5. A Lampedusa l’hotspot è (di nuovo) al collasso
Continuano gli sbarchi a Lampedusa. La scorsa notte se ne sono registrati sette, gli ultimi ad approdare sono stati quattro barconi – mentre prima come ricorda SkyTg21 si è trattato di piccole imbarcazioni – con a bordo 267 migranti. In totale sono 13 gli sbarchi avvenuti a partire dalla mezzanotte: il numero delle persone sbarcate è arrivato a 727 e all’hotspot ci sono 1.263 ospiti.
L’hotspot dell’isola è quindi di nuovo al collasso e davanti all’isola è già approdata la nave quarantena Gnv Allegra dove la Prefettura di Agrigento conta, nelle prossime ore, di trasferire 500 persone.
6. Ancora morti nel Canale della Manica
“Secondo una ricerca di prossima pubblicazione dell’Institute of Race Relations, organizzazione educativa fondata nel 1958, sarebbero 300 i richiedenti asilo, tra i quali 36 bambini, i morti nel corso degli ultimi vent’anni nel tentativo di raggiungere il Regno Unito dal Nord della Francia”. Le ultime vittime in ordine di tempo sono una famiglia di curdo-iraniani, naufragata nel tentativo di attraversare la manica lo scorso 27 ottobre. Proprio da questa tragedia parte l’approfondimento di Angelo Boccato su Qcode Magazine sulla repressione della fortezza Britannia.
"There has been much shock at the latest deaths of migrants attempting to cross the Channel. There should, however, be no surprise. What is happening in the Channel is what has been happening in the Mediterranean for 25 years."
— BID (@BIDdetention) November 2, 2020
7. Violenza sulla Rotta Balcanica: un report (in italiano) registra oltre mille storie di abusi
A settembre, il Border Violence Monitoring Network (BVMN) ha documentato 40 casi di respingimenti lungo la rotta balcanica e in Grecia. Questa pubblicazione analizzava tali atti illegali e violenti e il loro impatto sui migranti. In un mese in cui l’Unione europea ha pubblicato il controverso Patto sulla migrazione e l’asilo, le storie di 1548 persone registrate dal network mostrano come il sistema di frontiera esistente si sostenga su abusi. Federica Occhipinti ha tradotto il Report in Italiano per MeltingPot.
Respingimenti illegali e violenze ai confini: il rapporto di @Border_Violence
Regione balcanica, settembre 2020 (traduzione integrale a cura di Federica Occhipinti)https://t.co/XidVEVySaM pic.twitter.com/5KvsscKCga— Melting Pot Europa (@MeltingPotEU) October 31, 2020