Le stragi dei terroristi di Boko Haram e quelle dell’esercito regolare, la violenza alle stelle, la tratta delle schiave verso l’Italia, la crisi di fiducia nel paese. Dalla Nigeria si fugge per molte ragioni, ragioni che tuttavia l’Europa molto spesso non riconosce. Molti di loro arrivano in Italia (è dei nigeriani il record delle domande d’asilo nel nostro paese), ma se sbarchi a Lampedusa e al momento dell’identificazione dai la risposta “sbagliata” – «sono qui per lavorare» – oppure se provieni dalla regione sbagliata del paese africano, il tuo viaggio può ritenersi concluso.
Qui di seguito 5 punti per capire meglio chi sono i migranti nigeriani e perché vanno via dal loro paese.
1. Un paese in guerra
Secondo l’Armed Conflict Location and Event Data Project tra il 1997 e la fine del 2015 in Nigeria ci sono state 50.157 morti violente (autobombe, scontri armati, ecc.). Nel 2015 le vittime sono state 10.933, con il gennaio nero (3252 morti) e il massacro senza precedenti di Baqa in cui sono state uccise centinaia persone.
2. Crisi di fiducia a Lagos
La Nigeria nella classifica africana nella fiducia nelle istituzioni (governo, parlamento) è in fondo alla classifica. In un quizo realizzato da Afrobarometer nel 2015, i nigeriani che si dicono immuni alle intimidazioni o violenze politiche sono il 17,3%, coloro che si dicono spaventati poco, un po’ o molto sono l’81,3%.
Il 63,2% dei nigeriani è convinto che la corruzione sia un male che affligge il governo in carica e solo il 29% è “molto” o “abbastanza soddisfatto” della democrazia nel paese. E, soprattutto, il 74% è convinto che la Nigeria stia andando nella direzione sbagliata.
3. I nigeriani e l’Italia
L’Italia è il paese d’elezione per la fuga dei nigeriani verso l’Europa.
Negli ultimi dati disponibili su 12 mesi (dicembre 2014 – novembre 2015), i nigeriani che hanno fatto richiesta d’asilo in Europa sono 31.460, di cui più della metà (17.895 pari al 57%) in Italia. Nel trimestre luglio-settembre 2015, addirittura il 68% dei nigeriani (pari a 7.575) che hanno chiesto asilo in Europa lo ha fatto nel nostro paese. Malgrado ciò e malgrado l’alta visibilità che hanno in Italia, la quota di residenti provenienti dal più popoloso paese africano è ancora piuttosto bassa, alla fine del 2014 erano solo 71.158.
4. Come riconoscere le vittime di tratta
La presenza di vittime di tratta è una delle caratteristiche principali del flusso di migranti dalla Nigeria verso l’Europa e l’Italia. Più di un quinto delle richieste d’asilo presentate in Italia è rappresentato da donne, per la maggior parte adolescenti o da poco maggiorenni (in generale ragazze tra i 15 e i 24 anni).
Secondo un recente rapporto dell’Oim «la maggior parte di queste donne, è destinata allo sfruttamento sessuale». Migliaia di donne vittime di tratta sono arrivate in Italia negli ultimi anni provenienti da zone ben precise della Nigeria (l’area di Benin City e in generale dal sud del paese).
La checklist stilata dall’Oim per riconoscere le vittime di tratta
- il sesso (sono per lo più donne)
- l’età (spesso giovani e minori di età compresa tra i 15 e i 24 anni. Molte dichiarano di essere adulte sebbene siano palesemente minori)
- la nazionalità (in maggioranza nigeriana) e la provenienza (soprattutto Edo State, ma anche Delta State, Lagos State, Ogun State, Anambra State)
- luogo di partenza (Edo State)
- il basso livello d’istruzione
- l’appartenenza a famiglie particolarmente disagiate e con problemi economici
- sono spesso le prime figlie di famiglie numerose
- dichiarano di essere orfane
- non hanno pagato nulla per il viaggio
- hanno difficoltà a raccontare il loro viaggio, specie nella parte finale, dalla Libia all’Italia
- se in gruppo, sono le più sottomesse e silenziose
- dichiarano di dover raggiungere un parente (sorella o fratello) o un amico in Italia o in Europa
- problemi comportamentali (aggressività-introversione)
- segni fisici evidenti di violenza/tortura
5. Asilo per pochissimi
Malgrado molti dei nigeriani che attraversano il Mediterraneo si trovino senza dubbio nella condizione di chi fugge dal pericolo di morte o quantomeno dalle violenze dello sfruttamento e quindi nelle condizioni previste dall’articolo 1 della Convenzione del 1951, le percentuali di riconoscimento di asilo e protezione sono basse. Meno del 5% dei migranti nigeriani ottiene lo status di rifugiato in Europa e nel complesso circa il 25% ottiene protezione nelle varie forme previste dagli ordinamenti nazionali.
Twitter: @alessandrolanni