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Homepage >> Approfondimento >> Decreto Salvini e Costituzione: quale relazione?

Decreto Salvini e Costituzione: quale relazione?

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23 maggio 2019 - Open Migration
Dall'abolizione della protezione umanitaria che permetteva la piena attuazione del diritto di asilo previsto dalla Costituzione, a norme che prevedono la detenzione amministrativa per i richiedenti asilo (motivo per cui l’Italia è già stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in passato): sono molti gli aspetti del Decreto Salvini in contrasto con norme costituzionali e internazionali. Avvocati, professori ed esperti del settore ne analizzano gli aspetti più controversi in un e-book pubblicato dalla Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili.

La Corte costituzionale nel mese di giugno inizierà a vagliare le questioni di legittimità costituzionale poste da alcune regioni in ordine all’abolizione della protezione umanitaria, riduzione al minimo della “possibile relazione  tra immigrati richiedenti asilo, il territorio nel quale essi si vengono a trovare e le comunità’ in esso insediate” e lo sconfinamento del legislatore nazionale in materie (ad es. accoglienza, diritto alla salute e diritto alla formazione) di competenza concorrente con le regioni.

La Cild rende pubblico oggi l’e-book Profili di incostituzionalità del Decreto Salvini, a cura dell’avv. Gennaro Santoro, liberamente e gratuitamente scaricabile on-line, per fornire agli operatori del diritto uno strumento utile per contrastare una legge profondamente lesiva dei diritti fondamentali delle persone, italiani e stranieri.

La legge infatti prevede norme fortemente restrittive delle libertà e dei diritti (anche) dei cittadini italiani ed interviene su materie non omogenee: sicurezza urbana, diritti fondamentali dello straniero, disciplina dei subappalti, vendita dei beni confiscati, introduzione di una nuova forma di reato per chi protesta in strada sono solo alcuni dei temi disparati oggetto dei 73 articoli di cui si compone la nuova legge.

Viene utilizzato uno strumento d’eccezione, qual è il decreto legge, nonostante difettino i presupposti, stante la comprovata diminuzione del numero di arrivo degli stranieri e la diminuzione dei reati.

Secondo l’articolo del Prof. Ruotolo, ospitato in apertura del volume, i vizi di legittimità del decreto e della legge di conversione potrebbero essere considerati incostituzionali en bloc “in quanto il “vizio formale” interessa l’atto in sé considerato, attesa la palese eterogeneità dei contenuti, e non solo le sue singole disposizioni.”

Dopo l’approfondimento sui vizi formali della legge, la seconda parte del volume approfondisce l’abrogazione della protezione umanitaria, che prevedeva il rilascio di un permesso di soggiorno per seri motivi di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali ed internazionali dello Stato Italiano. Una clausola aperta che secondo la giurisprudenza ormai consolidata permetteva la piena attuazione del diritto di asilo costituzionale previsto dall’art. 10 comma 3 della Costituzione. Gli obblighi costituzionali ed internazionali dell’Italia hanno però valore di fonte sovraordinata – ci ricorda il Giudice Dott.ssa Albano nel suo intervento – “e non possono essere cancellati da una legge ordinaria: dovrà, quindi, essere comunque data loro concreta attuazione.”

La terza parte approfondisce il tema dell’habeas corpus, con un’attenta analisi sulle modifiche relative alla detenzione, ai soli fini identificativi, dei richiedenti asilo negli hotspot ed un approfondimento sullo stato di attuazione della sentenza Khlaifia c. Italia. Alla luce delle novità introdotte dalla novella, il libro fornisce una panoramica sulle pratiche detentive osservate all’interno dei centri di primo soccorso prima e dopo la pubblicazione del decreto, per poi soffermarsi sui profili di illegittimità costituzionale e di violazione dell’art. 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo relativi alle nuove disposizioni. La conclusione degli autori è che la Corte europea dei diritti dell’uomo sarà nuovamente adita per la contrarietà delle norme introdotte alla inviolabilità della libertà personale e alla necessità di prevedere strumenti contro l’arbitraria detenzione, come insegna la Corte europea dei diritti dell’uomo nella sentenza Khlaifia c. Italia e come ricordato, a più riprese, dal Garante nazionale per le persone detenute o private della libertà personale.

La quarta parte del lavoro è dedicata alle modifiche apportate in materia di iscrizione anagrafica del titolare di permesso di soggiorno per la richiesta di protezione internazionale. Le interpretazioni dottrinali e giurisprudenziali – ci ricorda l’avv. Surace – “permettono di superare i limiti che la legge vorrebbe imporre all’accesso dei richiedenti asilo all’iscrizione alle anagrafi comunali e ai servizi erogati da enti pubblici e privati.”

Dalla lettura complessiva del volume emerge chiaramente che la legge in commento contiene numerosi vizi di legittimità formali e sostanziali.

La conclusione unanime degli autori è che questa legge produrrà nuovi irregolari, destinerà alla clandestinità decine di migliaia di persone che oggi lavorano e pagano le tasse in Italia da anni, che fuggono da paesi in subbuglio, e i cui figli frequentano le nostre piazze, le nostre scuole.

Perché è chiaro che esiste una stretta connessione tra irregolarità e devianza e lo smantellamento del sistema Sprar sarà l’ennesimo assist alla criminalità organizzata che nella gestione (data quasi sempre con affidamenti diretti) dei grandi centri per richiedenti asilo ha sempre trovato manovalanza per il crimine.

I nostri costituenti  discorrevano di diritto di asilo o di pena umana (Moro) o se introdurre o meno in Costituzione il diritto di resistenza (Dossetti). Il legislatore di oggi insegue opportunisticamente mere percezioni di insicurezza.

Vi è un legame tra irregolarità forzata e devianza. Qualunque investigatore e una banale lettura dei dati statistici lo dimostra. Al contrario, l’inclusione paga. Essa sola assicura sicurezza.

In definitiva, come ci ricorda nella premessa Patrizio Gonnella, si tratta di “un volume di parte. La nostra parte, però, non è una parte politica. Noi siamo dalla parte della legalità costituzionale.”

Come a dire, usando le parole del Prof. Luigi Ferrajoli, “la disobbedienza civile alla legge palesemente ingiusta è un dovere morale” e la Cild, con questo volume, ci offre concreti strumenti per contrastare nelle aule dei tribunali questa legge palesemente ingiusta.

Sarica l’e-book qui

Immagine di copertina: Palazzo della Consulta via Wiki Commons

Etichettato con:Corte Costituzionale, Corte Europea Diritti dell'Uomo, decreto Salvini, Hotspot, sentenza Khlaifia c. Italia

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