Nel 2015 sono quasi 400mila i minori che hanno fatto richiesta di asilo in Europa. A certificarlo sono i dati di Eurostat, l’agenzia europea che da pochi giorni ha rilasciato le cifre definitive sull’anno appena trascorso. Quasi un terzo dei profughi arrivati nei paesi dell’Ue (più Norvegia, Svizzera e Islanda) sono bambini e adolescenti.
Siriani e non solo
Nel 2008 i minori richiedenti asilo erano 54mila, oggi sono aumentati di più di sette volte a causa di flussi di profughi di diversa natura rispetto al recente passato.
Se fino a pochi anni fa si spostavano per lo più giovani maschi adulti, ora come effetto della guerra in Siria, sono intere famiglie a mettersi in marcia verso il nord con l’effetto di cambiare anche la composizione del popolo dei richiedenti asilo.
Da gennaio a dicembre 2015, sono stati più di 377mila i cittadini siriani che hanno chiesto asilo in Europa. In particolare i bambini siriani (minori di 14 anni) richiedenti asilo nel 2015 sono 82.515 (32mila nella sola Germania) mentre gli adolescenti (tra i 14 e 17) 27.335, cifre che se sommate dicono che l’esodo siriano è per circa un quarto costituito da minori.
I minori non accompagnati
Per quel che riguarda i minori non accompagnati, i dati Eurostat – inevitabilmente approssimati per difetto – indicano una tendenza. I cosiddetti Msna (minori stranieri non accompagnati) richiedenti asilo in Europa sono raddoppiati in meno di dieci anni: nel 2008 erano 13mila nel 2014 quasi 25mila (24.865) ed è facile prevedere che questa cifra aumenterà nel 2015.
Save The Children ne stima 26mila nel 2015, ma questa sembra una cifra al ribasso almeno per due motivi. In primo luogo perché – come per gli adulti – non tutti i minori che arrivano in Italia passano per il filtro ufficiale delle autorità, provando a superare l’ostacolo del riconoscimento nel paese di approdo posto dal Regolamento di Dublino. In secondo luogo, perché molti ragazzi si dichiarano maggiorenni per evitare il percorso più rigido (ma più tutelante) dell’accoglienza per i minori.
Dalle lacrime ai rimpatri
Il tema dei bambini profughi è esploso con violenza all’inizio di settembre con la drammatica foto del piccolo Alan Kurdi morto sulla spiaggia di un’isola greca. E dopo qualche giorno di empatia collettiva, le morti, i piccoli migranti solitari, le separazioni dalle famiglie durante il viaggio, continuano anche se sotto traccia.
Pochi giorni fa, l’Europol annunciava la scomparsa dai radar ufficiali di 10mila minori non accompagnati arrivati in Europa – e registrati dalle autorità – nel 2015. Secondo l’agenzia di intelligence europea, solo in Italia sarebbero 5000 i ragazzi scomparsi e finiti nelle mani di organizzazioni criminali o chissà dove.
Ed è di questi giorni anche la notizia delle migliaia di bambini richiedenti asilo che negli ultimi anni sono stati rimpatriati dalla Gran Bretagna. Sarebbero 2018 i minori afghani e 657 quelli provenienti dall’Iraq rimandati nei loro paesi dal 2007 a oggi. Da notare che Afghanistan e Iraq hanno percentuali di riconoscimento del diritto d’asilo o protezione molto alte, tra il 70 e l’80%.
Twitter: @alessandrolanni