Il recente successo elettorale dell’AfD in Germania riflette una tendenza in crescita verso due pericoli gemelli, il nativismo e il nazionalismo.
Il pericolo per Angela Merkel in futuro starà nel vedere se le riesce di dirottare il flusso di consensi che arriva all’AfD dal “territorio di mezzo” della società tedesca che nutre sentimenti conflittuali su immigrazione, Islam e “alterità”.
La Social Change Initiative (SCI) ha recentemente avviato una collaborazione con Purpose Europe per commissionare all’istituto di ricerca Ipsos Mori in Germania un sondaggio d’opinione per segmenti di popolazione, allo scopo di ottenere un quadro più preciso di quello che i vari settori dell’opinione pubblica pensano, perché lo pensano e quali messaggi rispondono alle loro preoccupazioni. L’approccio per segmenti funziona attingendo a un campione rappresentativo di 2000 persone che fornisce elementi di comprensione per influenzare l’opinione pubblica. Si tratta di un approccio utile per identificare il segmento di popolazione più pronto a intraprendere azioni per sostenere rifugiati e migranti, per identificare coloro che sono più ostili e per identificare coloro che hanno opinioni più miste, compreso chi è disponibile a cambiare idea.
Dalla ricerca si è visto che quest’ultimo gruppo, al quale a volte ci si riferisce come al “centro tormentato” o “ansioso”, rappresenta il 61 per cento della società tedesca. Sta cominciando una battaglia per conquistare i cuori e le menti della “Germania di mezzo”, e per raggiungere le persone che ne fanno parte, dobbiamo capirle.
Chi è il “centro tormentato” della Germania?
Prima di tutto, il centro si può suddividere in tre gruppi distinti: la ricerca li chiama “pragmatici economici”, “scettici umanitari” e “oppositori moderati”.
Mentre ogni gruppo ha opinioni significativamente diverse e ha dato voce a una gamma di preoccupazioni, [nell’insieme] si tratta, e questo è importante, di persone più aperte a cambiare idea, e dalle opinioni meno emotive, rispetto ai due gruppi che si trovano invece agli estremi dello spettro: “i cosmopoliti liberal” e gli “oppositori radicali”.
Qui i ritratti dei tre segmenti che compongono il “centro ansioso”:
- Pragmatici Economici – 20 per cento. Questo gruppo è fiero della propria identità tedesca e ha una visione positiva del proprio futuro. Una porzione considerevole ritiene che l’immigrazione renda la Germania aperta a nuove idee e culture. Allo stesso tempo, queste persone hanno preoccupazioni sulla compatibilità della fede islamica con la cultura tedesca. Non pensano che ai rifugiati dovrebbe essere permesso di vivere in Germania in modo permanente. Questo gruppo è trasversale a tutte le età, ha un livello medio di istruzione e un reddito da medio ad alto. In questo gruppo c’è un maggior numero di persone che non sono nate in Germania e i cui genitori sono nati all’estero. Le affiliazioni politiche di questo gruppo tendono verso la Cdu e l’Spd.
- Scettici umanitari – 23 per cento. Questo segmento vede l’accoglienza ai rifugiati come un obbligo e una questione di principio. Queste persone hanno idee ambivalenti sul potenziale dei rifugiati di integrarsi nella società tedesca, ed è meno probabile che credano che ai rifugiati debba essere consentito vivere in Germania in modo permanente. Questo gruppo tende ad avere un’età più alta – oltre i 60 anni – ed è molto istruito, anche se molti di coloro che ne fanno parte hanno redditi bassi. Si identificano principalmente con Cdu/Csu, Fdp e Die Linke (Sinistra). Il loro campione viene soprattutto da città di medie dimensioni come Brema e Hessen.
- Oppositori Moderati – 18 per cento. Nutrono profonde riserve sull’accettare rifugiati in Germania e si chiedono se queste persone fuggano davvero dalla guerra. Hanno inoltre opinioni negative sull’Islam e ritengono che ai rifugiati si associno dei rischi per la sicurezza. Sono a favore della chiusura dei confini e, anche se condividono molte delle opinioni del gruppo degli Oppositori Radicali, non le sostengono con la stessa intensità. Non si sentono vicini ad alcun partito politico, anche se alcuni si identificano con l’AfD e l’NdP.
Per avere un po’ di contesto, è utile poi comprendere quel 39 per cento di popolazione che si colloca ai due estremi dello spettro. Questi due gruppi sono molto fermi nelle proprie convinzioni ed è molto difficile far loro cambiare idea. È interessante che la maggior parte dei messaggi e delle storie sull’immigrazione siano costruiti intorno alle loro idee.
- Cosmopoliti Liberal – 22 per cento. Sono di mentalità aperta, pro-immigrazione e convinti che gli immigrati siano disponibili a integrarsi. L’immigrazione è vista come positiva per l’economia e per la vita culturale. Chi fa parte di questo gruppo proviene da tutte le fasce d’età; più spesso si trova nelle grandi città. Sono persone più attive nel volontariato. Si identificano con l’Spd, i Verdi, la Sinistra e il Partito dei Pirati.
- Oppositori Radicali –17 per cento. Questo è il gruppo più contrario a rifugiati e migranti. Queste persone non pensano che gli immigrati vogliano integrarsi, si sentono “lasciate indietro”; temono per il futuro proprio e della Germania, e che l’identità tedesca stia scomparendo.
Quindi, come ci rivolgiamo al “centro ansioso”?
Un principio generale ma centrale che emerge è che coloro che appartengono al “centro spostabile” hanno bisogno di essere rassicurati sul fatto che il governo ha il controllo dell’immigrazione e che sta effettivamente lavorando per integrare i rifugiati. Le loro maggiori preoccupazioni riguardano la sicurezza e l’integrazione.
La ricerca mette in luce anche il modo migliore per rivolgersi a ciascun gruppo:
- i pragmatici economici hanno bisogno di particolari rassicurazioni sul fatto che il governo stia gestendo l’ingresso di rifugiati e il processo di integrazione;
- gli scettici umanitari risponderanno in modo positivo sia agli appelli all’obbligo morale [dell’accoglienza] sia agli esempi di integrazione riuscita di rifugiati in Germania;
- gli oppositori moderati sono per loro stessa natura difficili da raggiungere, in ogni caso bisogna trovare dei meccanismi per assicurarsi che le loro genuine preoccupazioni trovino ascolto.
Il rapporto integrale (inglese/tedesco) scende nelle sfumature delle opinioni dei diversi gruppi e dei molteplici modi per avvicinarli e far giungere loro messaggi.
Cosa accadrà?/ Funzionerà?
Questi dati e queste analisi sono stati raccolti per indirizzare gli sforzi per costruire modalità di comunicazione più efficaci da parte delle voci pubbliche, che siano nel governo, nelle aziende o nella società civile, e alla fin fine, per contrastare l’attrazione del populismo autoritario. La natura segmentata dei risultati della ricerca sottolinea un bisogno urgente di sviluppare strategie più efficaci, messaggi e approcci che parlino al “centro ansioso”.
A questo scopo, la SCI sta unendo gruppi della società civile nell’utilizzo di questi dati a sostegno delle loro politiche, della loro comunicazione e delle loro attività di advocacy.
[In Germania] Stiamo sostenendo l’International Centre for Policy Advocacy per lanciare un programma di sviluppo di capacità, il “Narrative Change Lab”, per aiutare gli attori della società civile a connettersi in modo più efficace con il “centro ansioso”.
Una ricerca analoga è stata fatta in Francia ed è in corso nei Paesi Bassi, in Italia e in Grecia.
Immagine di copertina: manifestazione ad Amburgo – via Rasande Tyskar (CC BY-NC 2.0).
Disclaimer: la Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili è partner italiano di The Social Change Initiative e Purpose nella ricerca italiana, che è attualmente in corso.