Grazie Presidente Mattarella per la grazia parziale concessa a Alaa Faraj. Una grazia che accorcia di undici anni e quattro mesi di carcere una condanna che aveva il sapore rancido dell’ingiustizia cieca. La storia di Alaa, condannato a lunghissimi trent’anni di prigione, è quella dei tanti ragazzi ingiustamente accusati di essere scafisti pur non avendo colpe specifiche, personali. Sono trattati come criminali ma criminali non sono. Gli scafisti veri sono da qualche altra parte, sempre al sicuro. Personalmente, durante una serie di visite di monitoraggio negli istituti di pena, ho incontrato, negli anni passati, alcuni ragazzini reclusi nelle carceri minorili con lo sguardo perso nel vuoto, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Me ne ricordo uno sempre a letto a Quartucciu a Cagliari. Non parlava una parola di italiano, di francese o di inglese. Aveva sedici anni. Pregava sempre. Tremava. Ragazzi che gli stessi direttori ritenevano essere colpevoli solo di esistere, di essere sopravvissuti ai naufragi. Definirli trafficanti di esseri umani è un’ipocrisia crudele. La storia di questi ragazzi è stata raccontata in modo esemplare da Matteo Garrone nel 2023 nello straordinario, delicato, intenso film “Io capitano”.
Si deve ad Alessandra Sciurba, che aveva conosciuto in carcere Alaa durante un laboratorio, l’avere raccolto le lettere che Alaa le inviava dalla sua cella e averle pubblicate in un bellissimo libro edito da Sellerio nel settembre scorso dal titolo inequivocabile “Perché ero ragazzo”. Quando era ragazzo Alaa giocava a pallone nella sua Libia. Era forte. A vent’anni, nel 2015, decise di scappare in Italia. Ora di anni ne ha trenta. Speriamo esca presto in misura alternativa così dando senso al provvedimento di clemenza annunciato dal Capo dello Stato. A trent’anni, e dopo dieci di stop forzato, la carriera di calciatore è parzialmente compromessa.
C’è però una squadra a Roma che gioca in prima categoria. Si chiama Atletico Diritti. È un progetto di sport sociale e popolare messo in piedi da Antigone e Progetto Diritti. Atletico Diritti è pronta ad accoglierlo per una stagione all’insegna delle vittorie sul campo e nei tribunali.










