Le organizzazioni di trafficanti libici che controllano la Guardia costiera (e i centri di detenzione dei migranti), o che trafficano in gasolio e siedono al tavolo delle trattative con Paesi stranieri e autorità locali, possono definirsi associazioni mafiose e “l’Operazione Glauco” ha il merito di non fermarsi ai semplici “scafisti”, ma indagare su chi sta sopra di loro. Eppure il principale indiziato del più grosso processo sul traffico di esseri umani è, con ogni probabilità, vittima di uno scambio di persona e le condanne a “scafisti” di un certo peso sono davvero poche. Ce ne parla Lorenzo Bagnoli.
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