1. Coronavirus: tra ragionevoli precauzioni e facili allarmismi
Si è concluso ieri a Pozzallo lo sbarco dei 275 migranti a bordo della Ocean Viking, dove non c’è stato alcun caso sospetto di Coronavirus: come misura precauzionale i migranti sono stati trasferiti in quarantena nell’hot spot di Pozzallo.
Allo stesso modo, un periodo di quarantena di quattordici giorni è stato disposto anche per l’equipaggio della Ocean Viking di Sos Mediterranée e per il team di medici a bordo di Medici senza Frontiere.
“Nemmeno nella situazione di grave emergenza nazionale in corso il governo ritiene di dover chiudere i porti” tuona immediatamente il Sen. Salvini.
In questo articolo di Annalisa Cangemi per Fanpage tutti i motivi per cui chiudere le frontiere ai migranti non avrebbe alcun senso.
Intanto è stato interrotto un viaggio di rifugiati dal Niger all’Italia programmato nel quadro dei corridoi umanitari.
#migranti Annullato volo umanitario con 66 #rifugiati in Italia da #Niger con @unhcr e @CaritasItaliana . Non è stata data una motivazione precisa ma si pensa sia a causa dell'emergenza #coronavirusitalIa
Forse per tutelare la salute dei rifugiati? #COVID19 #migrant pic.twitter.com/y4zqq0rZA5— angela caponnetto (@AngiKappa) February 24, 2020
2. Le motivazioni della Corte di Cassazione sul caso Carola Rackete
Carola Rackete agì correttamente “seguendo le disposizioni sul salvataggio in mare perché l’obbligo di prestare soccorso non si esaurisce nell’atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare ma comporta l’obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro”. Si legge anche questo tra le motivazioni alla sentenza con cui la Corte di Cassazione non aveva convalidato l’arresto della capitana Rackete.
Come ricostruisce Alessandra Ziniti su Repubblica, la “Corte di Cassazione ha annullato l’ordine di arresto emesso ad agosto dalla Procura di Agrigento nei confronti della comandante della Sea Watch dopo che Rackete, quasi scontrandosi con una motovedetta della Guardia di finanza che le sbarrava il passo, aveva forzato il divieto di ingresso firmato da Matteo Salvini e portato la nave della Ong tedesca fino al molo di Lampedusa per sbarcare i migranti soccorsi diversi giorni prima”.
3. La Sea Watch Costretta in mare da giorni salva altre 73 persone
Sei giorni fa la nave Sea Watch è stata protagonista del soccorso in mare di 121 persone – in prevalenza somale – in difficoltà dopo essere partite con un gommone dalle coste libiche di Zawiya.
Da allora la nave è rimasta in mare in attesa dell’assegnazione di un porto sicuro e questa mattina è intervenuta in un altro salvataggio: a 36 miglia dalla Libia sono state soccorse altre 73 persone.
6 giorni fa abbiamo chiesto un #portosicuro all'Italia.
Da allora siamo rimasti in area SAR e abbiamo salvato altre 73 persone.
Siamo in contatto con Stato di bandiera e ribadito richiesta POS 3 volte, anche a #Malta.
194 naufraghi sono così bloccati a bordo della #SeaWatch. pic.twitter.com/bFDPjeGydX
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) February 25, 2020
*Aggiornamento: alla Sea Watch è stato assegnato il porto di Messina
4. In Croazia la violenza al confine ha raggiunto nuovi allarmanti picchi
Due migranti sarebbero morti mentre tentavano di attraversare il confine tra Bosnia e Croazia dopo essere stati picchiati dalla polizia croata. Lo racconta Alessandra Briganti su Il Manifesto, riprendendo la testimonianza rilasciata da un terzo migrante di origine pachistana al portale d’informazione USKinfo.ba.
“Non sa che fine abbiano fatto i loro corpi, racconta il pachistano a USKinfo.ba, ma, è certo, la polizia croata li avrebbe intercettati e malmenati al punto da provocarne la morte. Il tutto sarebbe successo in un luogo non meglio precisato tra Vrnograc e Buzim”.
Della brutalità al confine croato vi avevamo raccontato in questo articolo di Christian Elia.
Intanto la Croazia ha costruito una nuova barriera per bloccare i migranti al valico con la Bosnia.
5. Memorandum Italia Libia: il Consiglio d’Europa scrive all’Italia
“Chiedo al vostro governo di sospendere ogni attività di cooperazione con la guardia costiera libica che comporta, direttamente o indirettamente, il respingimento di persone intercettate in mare”. È la richiesta perentoria della commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa al governo italiano. Come spiega Nello Scavo su Avvenire “l’accusa, neanche troppo implicita, è che la “ragion di stato” impedisca al nostro governo di prendere atto della tragedia umanitaria, perciò la commissaria Dunja Mijatovic, in una lettera inviata il 23 febbraio al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, non è andata per il sottile”. La Farnesina ha reagito quasi senza entrare nel merito, tuttavia facendo ammissioni.
Anche l’Oim lancia un appello alla comunità internazionale, “affinché si trovino alternative e meccanismi di sbarco sicuri per i migranti soccorsi in mare e che sono in fuga dalla Libia”. Secondo l’organizzazione circa 200 migranti sarebbero stati riportati a Tripoli poche ore dopo che il porto della capitale libica venisse bombardato.
Intanto in Libia è stata scoperta una nuova prigione segreta: lì venivano spediti i migranti intercettati in mare per tenerli nascosti dalle verifiche delle organizzazioni internazionali.
6. Sanatoria: spunta la truffa ai danni dei migranti
Ci si presenta come esperti legali attraverso gruppi e passaparola su whatsapp, si chiede un contributo che va da 50 fino a 700 euro, e in alcuni casi si è arrivati a stampare Kit delle poste e moduli di rilascio dei permessi di soggiorno senza alcun valore.
È la nuova truffa che sta circolando tra migranti irregolari e richiedenti asilo a cui si promette di essere messi in regola grazie a un inesistente provvedimento governativo di emersione dall’illegalità e dal lavoro nero. Ne parla vladimiro Polchi su Repubblica.
https://www.facebook.com/Refugee.Info.Italy/posts/486762562018908?__xts__[0]=68.ARC4MwS3XbyVs-gQqQ1u0YgAJb_YLk-6-ryyTqBKDJFvpyUkm1S_FPtlp-AYv8g1ylpB6WClC_K6ryMZ0uHhrX3sPsLxWup2WaP0zHQ-fr0MLPIwDdVlozbgrYgKUWR3u2YS51QArujWgayrjgIJvzVQJC88u84fG0vkOinF9Zc9q1qAmDzgC-afYabqjxR0j8Fx9se_eyKE32XWvLofsWJPDlsKqgQSapSD9Xwfe2kLh13eFMNbO1VNz0RXdlXtyWzfS062dpvmzuEhiuRB-NyUpGzvNDY_bR_Gq3Ok1CQyjA5QaxyWj2oKnxlCnXnUWkoc4-OzxH9vnNeVv8iiXFA&__tn__=-R
7. In Germania inaugurata la Sea Watch 4
È stata inaugurata giovedì scorso nella città portuale di Kiel, dopo che in appena 10 settimane i promotori di United4Rescue sono riusciti a raccogliere la cifra necessaria all’acquisto di una nuova nave di soccorso.
Stiamo parlando della Sea Watch 4, nave acquistata grazie agli sforzi di oltre 400 associazioni capeggiate dalla Chiesa evangelica in Germania. Nelle intenzioni degli attivisti, la nave sarà operativa già dal mese di aprile, quando inizierà la prima missione nel Mediterraneo.
8. Gli abitanti delle isole greche contro il governo che vuole costruire nuovi centri migranti
Scontri tra manifestanti e polizia sono scoppiati sulle isole greche di Lesbo e Chios, dove i residenti hanno cercato di impedire l’arrivo dei mezzi necessari alla costruzione di nuovi centri di detenzione per migranti.
Il governo si dice pronto a proseguire la costruzione di nuove strutture e ha promesso di sostituire i campi esistenti, dove negli ultimi mesi, a causa del sovraffollamento, le condizioni dei migranti sono peggiorate. Manifestanti e autorità locali, invece, chiedono che migranti e richiedenti asilo siano trasferiti nella Grecia continentale.
9. Ancora Grecia: il sostegno di tre importanti Cardinali ai migranti bloccati a Lesbo
Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea, Michael Czerny, sottosegretario della Sezione migranti e i rifugiati del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, e Konrad Krajewski elemosiniere del Papa: sono loro i tre cardinali ad aver scritto alle conferenze episcopali europee cercando una soluzione condivisa per i migranti bloccati sulle isole greche.
Nella lettera, i tre cardinali hanno esortato le Conferenze episcopali a sostenere gli sforzi per trasferire i richiedenti asilo e i rifugiati, in particolare quelli fermi a Lesbo, verso altri stati membri dell’Unione Europea.
10. Frontiere aperte e crescita economica, l’utopia immaginata in un fumetto
Nell’ultimo decennio, il governo australiano ha speso più di quindici milioni di dollari per una campagna pubblicitaria volta a scoraggiare i potenziali migranti. Il Dipartimento di Sicurezza Nazionale Usa distribuisce volantini nei rifugi per migranti in Messico, in cui si può leggere “La prossima volta che provi ad attraversare il confine senza documenti, potresti finire vittima del deserto”. Il Canada ha montato cartelloni in Ungheria per scoraggiare i richiedenti asilo rom, mentre la Germania ha comprato spazi pubblicitari sui lati degli autobus di Kabul e la Norvegia ha acquistato annunci su Facebook rivolti ai giovani dell’Afghanistan, dell’Etiopia e dell’Eritrea i cui profili indicano interesse per “viaggiare” o “l’Europa”. La premessa di fondo degli annunci è che i governi hanno il diritto di controllare l’ingresso nei loro paesi. E se invece la prosperità, la sicurezza e la crescita economica passassero per un mondo senza frontiere? Lo immagina Bryan Caplan nella sua opera “Open Borders: The Science and Ethics of Immigration”. Ce lo racconta Zoey Poll sul New Yorker.
Immagine di copertina via Twitter/Sea Watch