1. La nave Sea Watch è ancora senza porto
Da sabato scorso 47 migranti e rifugiati soccorsi dalla nave Sea Watch 3 attendono in mare un porto di approdo sicuro. I porti italiani continuano ad essere chiusi per le navi delle ong, le dichiarazioni delle autorità italiane sembrano seguire il classico schema degli ultimi mesi, mentre la nave attende l’autorizzazione a largo del porto di Siracusa.
Unhcr, Unicef e Oim in una nota congiunta richiedono lo sbarco dei migranti a bordo della nave: a prestare preoccupazione sono le condizioni dei minori a bordo.
Mentre il Sindaco della città siciliana si è detto favorevole ad aprire il porto e in centinaia si sono dati appuntamento per manifestare solidarietà con i migranti bloccati in mare, sembra ampliarsi il fronte politico dei favorevoli alla sbarco.
Così, domenica, una delegazione composta da Nicola Fratoianni di Leu, Riccardo Magi di più Europa e Stefania Prestigiacomo di Forza Italia è riuscita a salire a bordo della nave e a verificare le condizioni dei migranti.
Anche una delegazione di parlamentari del Pd sarebbe intenzionata a salire a bordo, mentre la Capitaneria di Porto ha isolato la nave della ong olandese.
2. Sulla chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto
Castelnuovo di Porto: da giorni la città alla periferia di Roma è al centro delle cronache a causa della decisione del ministero dell’interno di chiudere il locale Cara e di trasferire senza preavviso le cinquecento persone che ci abitano.
Per quale motivo è stata presa questa decisione? Che fine faranno le centinaia di persone presenti nel Cara? Valigia Blu ricostruisce la storia del centro e il futuro delle persone che sono state trasferite.
Chiusura che sorprende per modalità e tempistiche e che, come scrive Annalisa Camilli per Internazionale, sembra andare nella direzione opposta a quella indicata dal recente decreto immigrazione ora convertito in legge.
La chiusura, vanifica tutti i progetti di integrazione e inserimento lavorativo, portati avanti in questi anni nel centro, come quella di Anszou Cissé centravanti della locale squadra di calcio e mette a rischio il posto di lavoro di 120 persone
3. Operazione Sophia: lo scontro sul rinnovo ne evidenzia tutti i limiti
Nei giorni scorsi sembrava certa la notizia che la Germania stesse per abbandonare la missione Sophia non condividendo le ultime scelte italiane fatte di mancati sbarchi e porti chiusi.
“Da almeno sei mesi non abbiamo avuto un compito sensato in quelle tratte di mare” aveva dichiarato il ministro della Difesa Ursula von der Leyen. “Se oggi l’Italia, che ha il comando e il quartier generale dell’operazione, non vuole più Sophia, siamo pronti a chiuderla” le faceva eco Federica Mogherini rappresentante per la politica Estera dell’Unione europea. Ad oggi invece, la missione Sophia – che prende il nome da una bambina nata proprio su una nave tedesca, la Schleswig-Holstein – sembra destinata al rinnovo. Le discussioni sulla sua natura, come scriveva per noi Lorenzo Bagnoli, ne mostrano però limiti sempre più evidenti.
4. L’Europa che accoglie (i super ricchi)
In migliaia negli ultimi anni hanno fatto domanda d’asilo in uno stato europeo, altre migliaia sperano di ottenere un titolo per regolarizzare la propria situazione dopo anni di vita e lavoro in Europa, per altri invece è più semplice: basta pagare.
Per i super ricchi può bastare un investimento di qualche migliaia di euro (250mila in Lituania e in Grecia) per entrare in possesso di un passaporto per muoversi ed investire liberamente nell’area Schengen. Si chiamano Golden Visa e alcuni stati sono riusciti a guadagnare dalla loro vendita milioni di euro (Malta, Cipro e Bulgaria arrivano ad offrire anche la cittadinanza), tanto da attirare le critiche della commissione Europea.
5. Caso Diciotti: Salvini accusato di sequestro di persona
“Per avere, nella sua qualità di ministro dell’Interno, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale (i migranti poi approdati a Catania, ndr) violando le convenzioni internazionali in materia di soccorso in mare e le correlate norme di attuazione nazionali […]”
Con questa motivazione il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona per il caso della nave Diciotti.
“Sono pronto, non ho alcun problema” ha dichiarato Salvini, mentre i suoi compagni di coalizione del Movimento 5 stelle sembrerebbero propensi a votare l’autorizzazione a procedere.
La richiesta si riferisce a quanto successo tra il 14 e il 19 agosto scorso, quando a 177 persone soccorse dalla nave Diciotti della Guardia Costiera italiana fu impedito di sbarcare in Italia.
6. Vittime di tratta: il rapporto del Consiglio d’Europa sull’Italia
Le autorità italiane hanno compiuto numerosi passi positivi per combattere la tratta di esseri umani, ma molto resta da fare. Lo afferma il secondo rapporto sul nostro paese redatto dal Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA). Tra gli aspetti positivi gli esperti segnalano l’introduzione di emendamenti al codice penale e l’adozione di una legge che rafforza la protezione dei minori non accompagnati, compresi i minori vittime della tratta.
Le critiche riguardano invece la mancanza di misure adeguate per prevenire la scomparsa di minori non accompagnati e ad aumentare il lavoro di sensibilizzazione per identificare i minori vittime della tratta, nonché le recenti modifiche alle norme che regolano l’immigrazione: l’esclusione dei richiedenti asilo dall’accesso ai centri di accoglienza rischia di lasciare possibili vittime della tratta senza assistenza.
7. In Spagna raddoppieranno le espulsioni
Il governo spagnolo di Pedro Sanchez ha annunciato un piano per espellere 9.000 migranti irregolari nel 2019 e la creazione di nuovi centri di detenzione per stranieri (CIE). La proposta è stata inserita nel piano di bilancio del paese per il 2019 che, presentato lo scorso 11 gennaio, dovrà essere approvato entro aprile. Se le stime del ministero dell’Interno relative alle espulsioni di migranti privi di documenti fossero confermate, queste raddoppierebbero rispetto l’anno precedente.
8. Migrazioni colpa della Francia? Il fact checking della settimana
L’immigrazione irregolare diretta in Italia? Colpa della Francia e delle politiche neo coloniali che adotta in Africa. Lo ha sostenuto il vice premier Luigi Di Maio attirandosi le rimostranze delle autorità d’oltralpe. Ma a cosa si riferiva il Ministro?
A questa domanda risponde Emma Wallis per Infomigrants, mentre su Valigia Blu, Andrea Zitelli e Angelo Romano, rispondono oltre che a questa a un’altra notizia che ciclicamente torna con forza: le Ong incentivano le partenze di migranti.
9. Un dibattito imparziale sull’immigrazione
I migranti irregolari rappresentano meno dell’1% del totale annuo di coloro che scelgono di vivere fuori del proprio paese di origine. La maggior parte delle persone con status di irregolare è arrivata con mezzi regolari, normalmente in aereo. Pur rappresentando una piccola parte della mobilità umana, i flussi migratori misti hanno influenzato estremamente le politiche migratorie, nonché la politica mondiale. Bisogna partire da questi dati per un dibattito serio e lungimirante su questi temi. L’editoriale di Chris Horwood – analista di Mixed Migration Center – per Refugee Deeply.
10. Libia: si sommano le prove degli orrori
Le condizioni nei centri di detenzione libici di Misurata e Kohms sono in rapido deterioramento a causa del “forte aumento” del numero di persone detenute, incluse donne incinte e bambini. Morte e violenze aumentano a causa dei combattimenti che coinvolgono anche la capitale Tripoli e, ancora, le politiche dell’Unione Europea contribuiscono a un ciclo di abusi estremi contro i migranti in Libia.
A dirlo sono questa settimana i report di Medici Senza Frontiere, Organizzazione mondiale della Sanità e Human Rights Watch.
In particolare nelle 70 pagine del Report di Human Rights Watch “No Escape from Hell’: EU Policies Contribute to Abuse of Migrants in Libya”, si può leggere come il sostegno dell’UE e dell’Italia alla guardia costiera libica contribuisca in modo significativo all’intercettazione di migranti e richiedenti asilo e alla loro successiva detenzione arbitraria e abusiva in Libia.
Secondo Msf, 200 migranti sono annegati in questo inizio anno, mentre tra i soccorsi in centinaia sono stati invece riportati in Libia – in violazione della legge internazionale – e rinchiuse in centri di detenzione affollati dove mancano cibo e acqua.
Foto di copertina via Twitter/Mediterranea Saving Humans