1. In Italia nasce il governo di destra: cosa si prospetta per i migranti?
Le vicende che hanno portato alla formazione del governo in Italia, già salutate con entusiasmo la settimana scorsa dall’ultradestra europea, sono state seguite col fiato sospeso anche dall’estero, e con molti timori per le prospettive delle persone migranti. Quando ancora la possibilità di un governo politico sembrava incerta, il professor Maurizio Ambrosini ha scritto un’analisi che resta valida. Domenica scorsa, il neo-ministro dell’Interno Matteo Salvini è stato contestato al porto di Pozzallo, dove vengono indirizzati molti degli sbarchi dalle navi di soccorso, ma la linea sull’immigrazione sembra dettata: in una delle sue prime dichiarazioni pubbliche da ministro, Salvini ha detto che è finita la pacchia per i clandestini.
Matteo Salvini contestato all’hotspot di Pozzallo. “Vai via”, gridano gli attivisti. Ma arrivano anche dei sostenitori di Salvini a difenderlo. #migranti #migrants pic.twitter.com/1LD7x6Wkgc
— annalisa camilli (@annalisacamilli) June 3, 2018
Su immigrazione e sbarchi torna a parlare anche l’ex Ministro degli Interni Minniti, che difende le scelte del suo governo: “Salvini non distrugga il nostra modello”. Pronta la rassicurazione del neo ministro: “sui migranti Minniti ha fatto un discreto lavoro”. Più cauto invece il commento del suo compagno di partito – ed ex ministro dell’Interno – Roberto Maroni: sbagliato fare proclami sui rimpatri.
Intanto, domenica è giunta notizia di due naufragi, uno al largo della Tunisia in cui hanno perso la vita 46 persone, e uno al largo della Turchia in cui sono morte 9 persone. In Calabria, invece, un giovane bracciante maliano, Sacko Soumayla, è stato ucciso a colpi di fucile mentre raccoglieva lamiere in una baracca.
Il direttore di Open Migration Andrea Menapace analizza le prospettive italiane sulle migrazioni su Al JAzeera.
2. L’Ungheria vuole bloccare le Ong che si occupano dei richiedenti asilo
Il parlamento ungherese si prepara a votare in questi giorni un pacchetto normativo che applica restrizioni e severe sanzioni detentive e monetarie alle Ong che si occupano di assistenza ai richiedenti asilo. L’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite chiede senza mezzi termini al governo Orban di ritirare il progetto.
3. Un eroe maliano viene premiato con la cittadinanza francese mentre a Parigi si sgombera un campo di migranti
Mamadou Gassama, cittadino maliano, ha visto un bimbo piccolo appeso all’esterno di un balcone nel 18° arrondissement di Parigi, e in 30 secondi ha scalato quattro piani dell’edificio per portarlo in salvo, fra le braccia della sua famiglia. La Francia gli è così grata che due giorni dopo Mamadou è stato ricevuto dal presidente Macron all’Eliseo. Ora verrà naturalizzato francese e avrà un lavoro nel corpo dei pompieri di Parigi. Qualche ora dopo, la polizia parigina tornava alla normale amministrazione sgomberando il campo migranti informale di Le Millénaire – che ha sopportato un rigido inverno – e distruggendo le tende. Lo stesso trattamento è stato riservato all’alba di lunedì mattina al campo parigino di Jaurés.
Sul doppio trattamento riservato dalla Francia ai migranti è diventata virale sui social media la vignetta dell’illustratore olandese Tjeerd Royaards, e qui scrive Libération: “sogno un paese in cui non sia necessario scalare un palazzo per salvare un bambino rischiando la vita per essere trattato come un essere umano quando sei un migrante”.
4. Accordo apparentemente raggiunto per le elezioni libiche, difficile dire cosa cambierà per i migranti trattenuti nel paese
Mentre la situazione sul campo in Libia è frammentata e incandescente, la Francia ha annunciato, accompagnata dalle istituzioni europee e da alcuni altri paesi fra cui l’Italia, di aver ottenuto un accordo fra le milizie rivali che consentirebbe ai libici di andare a votare a dicembre. Molti osservatori ritengono che in realtà il voto sia molto prematuro e che l’accordo sia fragile, ed è ancora presto per comprendere che cosa questo accordo cambierà nella terribile situazione dei campi di detenzione per i migranti in Libia. La dichiarazione dei leader libici rivali è stata sostenuta, ma non firmata, da Fayez al-Sarraj, Khalifa Haftar, Aguila Saleh e Khaled al-Mishri.
5. I minori messicani che spariscono negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti sono emerse questa settimana due notizie clamorose (e a prima vista non correlate) che riguardano i minori che arrivano dal Messico. La prima è che un dipendente federale ha dichiarato in una testimonianza al Senato che non si sa dove siano 1.475 dei 7.600 minori non accompagnati entrati negli Stati Uniti – che teoricamente dovrebbero trovarsi affidati a un sponsor adulto, e che potrebbero essersi perduti nelle reti criminali. L’altra è che l’amministrazione Trump ha cominciato a perseguire formalmente per ingresso illegale gli adulti che tentano l’attraversamento al confine, e a separare i minori dai loro genitori quando questi vengono arrestati. Come racconta bene David Leonhardt sul New York Times, le due notizie sono entrambe gravi e molto più correlate di quanto non sembri.
6. Nel 2017 è record di cittadinanze in Italia
Sono state 224 mila secondo l’Istat le persone che nel 2017 hanno acquisito la cittadinanza italiana. Lo riporta la Fondazione Ismu in occasione della Festa della Repubblica, sottolineando come si tratti di un doppio record per il nostro paese: non solo è il numero più alto di sempre per l’Italia, ma siamo i primi in Europa per numero di cittadinanze concesse. Quasi un terzo dei nuovi cittadini ha meno di 15 anni. Il non facile ottenimento della cittadinanza italiana rappresenta il completamento di un percorso di integrazione, e le nazionalità più rappresentate fra i nuovi cittadini sono quelle albanese, marocchina e rumena, storicamente tra le prime ad aver scelto l’Italia come paese d’adozione.
7. Partecipazione politica dei rifugiati: come ridurre il divario?
Cosa si può fare per migliorare la partecipazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo alla vita politica nei paesi di accoglienza così come nei paesi di origine? Se lo chiede il report “Political Participation of Refugees: Bridging the Gaps” realizzato dall’Istituto Internazionale per la Democrazia e l’Assistenza Elettorale, che grazie a interviste capillari e a un lavoro certosino nelle comunità di partenza e di arrivo, fornisce un approfondimento interessante sulle opportunità legate a questa sfida.
8. Una sentenza della Corte di giustizia della Ue ferma i respingimenti dei richiedenti asilo
Quando un richiedente asilo si reca in un paese dell’Unione diverso da quello nel quale ha presentato istanza di protezione, non può essere respinto automaticamente nello Stato Ue di provenienza. Lo afferma una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea, che vieta il respingimento in mancanza di assenso da parte dello Stato cui è richiesta la presa in carico del rifugiato.
In senso pratico la decisione avrà ricadute immediate sulle migliaia di richiedenti asilo che cercano di raggiungere dall’Italia altri Paesi Ue ma che, senza un preventivo accordo con Roma, vengono ricondotti nel nostro paese. Allo stesso tempo, come avverte Fulvio Vassallo Paleologo per Adif, le pratiche dettate dalla Corte si estenderebbero anche alle annunciate espulsioni di massa proposte dal neo Ministro degli Interni Salvini.
9. Un altro caso di un innocente perseguito come scafista
Mahmoud è siriano ed è arrivato in Italia il 7 maggio 2016 insieme ad altri 950 migranti, dopo essere stato soccorso in acque internazionali da una nave del progetto Triton. Scambiato per uno scafista e immediatamente arrestato, dopo un anno e mezzo in carcere da innocente, è stato finalmente rilasciato lo scorso novembre: il fatto non sussiste.
La sua storia ricorda quella di Medhanie Tesfamarian Behre – in carcere con l’infamante accusa di essere il trafficante responsabile della strage del 3 ottobre- e getta più di un ragionevole dubbio sulla responsabilità dei 1500 presunti scafisti arrestati dal 2013 ad oggi.
10. L’odio provoca profonda sofferenza
Nel pieno dell’emergenza migratoria del 2015 Cinzia D’Ambrosi era ad Atene. Ed è proprio dall’incontro con i tanti migranti della capitale greca che prende vita il progetto fotografico “Hate Hurts” nato per investigare la violenza generata dal crescente clima d’odio contro gli stranieri in Europa.
Violenza non solo verbale come quella cui si allenano gli estremisti di “Generazione Identitaria”, che nella loro palestra romana si propongono di “combattere la feccia” puntando sulla preparazione fisica.
Foto di copertina di Marina Petrillo