1. Viaggio nella Grecia dei profughi (I)
Un viaggio nella Grecia dei profughi, tra porti, aeroporti e occupazioni, nel mezzo di un sistema d’accoglienza che non funziona: perché “l’Iliade moderna parte da Troia e approda in Grecia”, come scrive Daniela Sala nel suo reportage per Left.
2. Viaggio nella Grecia dei profughi (II)
“Questa non è una semplice occupazione o un progetto di housing sociale, ma la base per creare politiche sui diritti dei migranti in risposta a quello che non stanno facendo gli stati”: il bel reportage sui profughi dell’Hotel City Plaza di Atene di Eleonora Camilli per Internazionale (da leggere insieme all’altro pezzo dell’inchiesta, pubblicata su Repubblica, che racconta l’inferno di quanti sono bloccati all’Elliniko Camp, uno dei posti peggiori della capitale greca).
3. L’infernale vita dei rifugiati in Inghilterra
La Grecia non è certo l’unico paese europeo a fare i conti con il collasso del proprio sistema d’accoglienza. Ad esempio, la situazione nel Regno Unito è davvero preoccupante: ne scrive Olivia Laing sul Guardian.
4. L’appello dei piccoli siriani: invece dei Pokemon, cercate e salvate noi
Il nuovo gioco per smartphone Pokemon Go fa letteralmente impazzire il web e in giro non si parla d’altro. Ma davvero siamo più interessati ad andare a caccia dei piccoli mostri della Nintendo che alla guerra in Siria e alla condizione dei milioni di persone che ne sono stati colpiti? La campagna lanciata da alcuni attivisti (raccontata da Repubblica e Al Jazeera).
These Syrians might have you thinking about Pokemon Go in a different way: https://t.co/ulGoVBJPiy
— AJ+ (@ajplus) July 24, 2016
5. L’opacità del sistema d’accoglienza italiano, dove i profughi sono abbandonati a se stessi
Torniamo in Italia, dove la campagna LasciateCIEntrare ha presentato i risultati della mobilitazione indetta per la giornata mondiale del rifugiato, lo scorso 20 giugno: l’accesso è stato consentito a 40 dei 65 centri d’accoglienza per i quali era stata presentata richiesta – e negato invece in tutti gli Hotspot e nei CIE di Roma e Caltanissetta.
Emerge in maniera chiara che “il sistema di accoglienza in Italia ha ancora troppe criticità” – tra un approccio emergenzialista palesemente inadeguato, e il divieto fattuale d’informazione sul funzionamento del sistema (che definire opaco è poco).
Se ne parla su MeltingPot e Carta di Roma.
6. L’integrazione dei profughi, tra poesia, yoga e lezioni di cucina
Come aiutare i rifugiati a superare i propri traumi e farsi una nuova vita nei loro paesi d’accoglienza? Ad esempio attraverso lo yoga: le lezioni gratuite organizzate dalle associazioni di beneficenza concedono “uno spazio di respiro” che è particolarmente prezioso per le donne che sono state vittime di violenza (ne scrive Kirstie Brewer sul Guardian). Oppure con le lezioni di cucina e le cene sociali (quelle berlinesi sono un successo, racconta David Farley sul New York Times).
E poi c’è la poesia, che ha un potere liberatorio – soprattutto per le più giovani: lo racconta Kate Clanchy nel bellissimo long-read per il Guardian.
7. Il grosso e grasso business europeo dell’esportazione di armi – sulla pelle dei profughi
C’è chi con la crisi dei rifugiati ci sta guadagnando, scrive Lidia Baratta su Linkiesta: le società che stanno guadagnando nella sorveglianza delle frontiere europee sono infatti le stesse che commerciano armi in Medio Oriente e Nord Africa, alimentando proprio quei conflitti che costringono i profughi a fuggire. Lobby potentissime, che influenzano le politiche sull’immigrazione di Bruxelles. Mettendo l’Europa in una posizione di profonda contraddittorietà, sottolinea Marta Rizzo su Repubblica: ci troviamo a gestire infatti la crisi di chi scappa da guerre combattute, in parte, con le stesse armi di chi accoglie.
8. Intrappolati in transito
Sono durissime le testimonianze degli abusi e le violenze subite dai migranti, richiedenti asilo e rifugiati imprigionati in Libia.
Il reportage di Medici Senza Frontiere racconta la terribile situazione nel paese africano per i profughi, tra condizioni detentive inumane e degradanti, sparizioni forzate, lavoro coatto, violenze sessuale e induzione alla prostituzione.
9. Zaatari, la nostra casa nel deserto
È il più grande campo profughi per rifugiati siriani al mondo, grande al punto da essere considerato la quarta città della Giordania. Ma com’è la vita nel gigantesco insediamento? Prova a raccontarlo un commovente documentario della BBC (recensito da Patrick Kingsley sul Guardian).
10. Il racconto delle vite dei rifugiati siriani, tra realtà e sogno
Un reportage fotografico sui rifugiati siriani decisamente diverso dal solito: a realizzarlo è Omar Imam, anche lui fuggito dalla Siria e oggi volontario in un campo profughi libanese, che ha deciso di provare a raccontare le surreali storie dei suoi connazionali con un reportage fotografico (per il New York Times) in bilico tra sogno e realtà.
(IMMAGINE DI COPERTINA: Ariel Rubin for UNDP / Flickr Creative Commons)