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Homepage >> Web review >> I 10 migliori articoli su rifugiati e immigrazione 30/2019

I 10 migliori articoli su rifugiati e immigrazione 30/2019

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30 luglio 2019
Nonostante il clamore mediatico e la spettacolarizzazione dei porti chiusi, l’immigrazione in Italia è in calo da 10 anni. Secondo la Fondazione Moressa nel 2018 il nostro paese ha rilasciato solo 14 mila permessi di soggiorno per lavoro.

1. Naufragio al largo della Libia, oltre 150 morti

Nuova tragedia nel Mediterraneo: oltre 150 persone sono morte in un naufragio davanti le coste della Libia.

I sopravvissuti parlano di un’imbarcazione di legno su cui erano stipate quasi 300 persone, provenienti in maggior parte da Eritrea, Sudan e Palestina.

Charlie Yaxley, portavoce dell’Unhcr, ha riferito alla stampa che i migranti sono stati soccorsi da un peschereccio locale e poi consegnati alla cosiddetta “Guardia costiera libica”.

I superstiti – secondo il Guardian quasi 137 persone – sarebbero stati invece trasferiti a Khoms, la località dove a 5 miglia di distanza è avvenuta la tragedia.

Se il numero di morti fosse confermato, il naufragio risulterebbe il peggiore avvenuto nel Mediterraneo centrale dall’inizio del 2019.

Intanto, nelle stesse ore,  un peschereccio italiano ha salvato altri 50 migranti e dopo il rifiuto di Malta allo sbarco, si è diretto verso Lampedusa.

2. La nave Gregoretti della Guardia costiera ferma al porto di Augusta

Fermi da tre giorni a bordo della nave Gregoretti della Guardia costiera ormeggiata alla banchina Nato del porto di Augusta. Per i 131 migranti soccorsi dalla nave militare italiana in due distinte operazioni lo scorso 25 luglio, la situazione non si è ancora sbloccata.

Domenica scorsa il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli aveva invocato l’intervento dell’Unione Europea. “La Gregoretti ha ormeggiato al porto di Augusta, come è normale che sia per una nave militare. Ora la Ue risponda, perché la questione migratoria riguarda tutto il Continent”

Mentre si cerca la mediazione della Commissione europea per la ridistribuzione dei migranti, il governo tedesco ha già dato disponibilità ad accogliere.

Intanto, la procura di Siracusa avrebbe aperto un fascicolo sulla vicenda e il comandante della nave sarebbe in procura per essere sentito dagli inquirenti.

3. L’italia assente al vertice di Parigi sulla ripartizione dei migranti

Da un lato si invoca il coinvolgimento europeo, dall’altro si disertano i vertici in cui si decide sul tema. Potrebbe riassumersi così la posizione italiana riguardo un “meccanismo di solidarietà” per il ricollocamento dei migranti soccorsi nel mar Mediterraneo su cui i ministri dell’interno e degli esteri di 14 paesi dell’Unione Europea hanno trovato un accordo.

Come spiega Annalisa Camilli per Internazionale, il meccanismo di solidarietà – che dovrebbe essere stipulato in maniera formale a settembre a Malta – si pone come obiettivo quello di condividere la responsabilità per il soccorso e il ricollocamento dei migranti soccorsi in mare nella maniera più rapida possibile, in cambio dell’apertura dei porti italiani e maltesi alle Ong.

L’accordo, seppur a base volontaria e quindi non vincolante, oltre a rappresentare una prima risposta concreta alle chiusura dei porti da parte del governo italiano,potrebbe anche segnare un primo passo verso il superamento del Regolamento di Dublino.

Il ministro dell’interno italiano Matteo Salvini però non ha partecipato al vertice convocato da Parigi e ha già fatto sapere che non intende sottoscrivere la proposta francese.

4. I veri numeri riguardo le Ong

Quanti sono i migranti arrivati in Italia grazie alle navi delle Ong?

Alla domanda rispondono i dati del Ministero dell’Interno: delle tremila persone arrivate in Italia via mare nel 2019, sono solo 377 quelle soccorse dalle ong.

Intanto come ricorda  il ricercatore Ispi Matteo Villa a Politico, l’Italia ha “ricevuto” più migranti dalla Germania che dalla Libia.

5. Se le politiche migratorie non rispondono alle esigenze di un territorio: il caso dei lavoratori stranieri

Dai 350 mila permessi di lavoro concessi nel 2010 ai meno di 14 mila del 2018. È l’impietosa fotografia del nostro paese che chiude le porte ai lavoratori stranieri,ma sembra essere il solo a farlo in Europa.

Come scrive Vladimiro Polchi su Repubblica, sorprende infatti che nemmeno i “duri” del gruppo di Visegrad abbiano stretto sugli ingressi lavorativi e anzi Polonia e Ungheria sono tra quelli che ne concedono di più.

Analizzando i dati forniti da Fondazione Moressa si può inoltre vedere come quasi il 40% dei permessi concessi nel nostro paese riguardi lavori stagionali, mentre solo il 10,6% è dato da lavoratori altamente qualificati.

Così tra norme ferme e un decreto flussi che sottostima il numero di lavoratori necessari, l’Italia ha di fatto chiuso la porta all’unica via di ingresso regolare.

Proprio di questo ci aveva raccontato Daniela Sala da Saluzzo, da sempre terra di lavoratori stagionali, dove oggi – più che altrove – si scontano gli effetti del Decreto Salvini.

6. Il decreto sicurezza bis mette alla prova la tenuta del governo

Il “decreto sicurezza bis” approda in Commissione affari costituzionali al Senato, dove il primo agosto si dovrebbe tenere la discussione in Aula. Il rischio è che una decina di senatori M5s non lo votino, mentre il termine ultimo per la conversione in legge è quello del 13 agosto.

Il cuore del provvedimento, e anche gli aspetti più criticati, sono le misure introdotte in materia di contrasto dell’immigrazione irregolare, di sicurezza e ordine pubblico.

Annalisa Camilli per Internazionale ci aveva spiegato nel dettaglio cosa prevede il decreto.

Come ricorda Valigia Blu, tra le varie critiche sollevate al provvedimento non ci sarebbero i presupposti di urgenza e necessità necessari per poter utilizzare lo strumento del decreto.

7. A Scicli sui luoghi di Montalbano

Si chiama Fatima, ha diciassette anni ed è arrivata un anno fa in Sicilia grazie a un corridoio umanitario della Federazione delle Chiese evangeliche e la comunità di Sant’Egidio. È lei a far conoscere Scicli ai tanti turisti che visitano la cittadina ragusana dove sono state girate anche molte scene della serie televisiva basata sugli scritti di Andrea Camilleri.

Fatima non è l’unica ad aver usufruito dei corridoi umanitari dal Libano, questa via legale di ingresso per i rifugiati ha finora portato in Italia, in tutta sicurezza, quasi 1500 persone.

8. Abusi e violenze sui siriani in Libano

Operazione Colomba ha presentato alla Camera dei deputati un dossier sugli abusi, le violenze e i rimpatri forzati perpetrati sui siriani nei campi profughi in Libano. I corpi civili di pace dell’associazione Papa Giovanni XXIII vivono dal 2014 a fianco dei rifugiati siriani in un campo profughi nel Nord del Libano. Violazioni del principio di non refoulement e condizioni di vita degradanti dei rifugiati nei campi profughi sono le principali accuse mosse nel dossier.

9. Sui dati biometrici dei rifugiati

Più di 6 milioni di rifugiati in tutto il mondo sono attualmente registrati con tecnologia biometrica, l’Unhcr sta infatti registrando dati biometrici in più di 50 paesi. Nonostante i vari vantaggi della tecnologia biometrica avanzati dall’Agenzia, tra cui la resa dei dati più aggiornata, affidabile e accurata, sono molti i dubbi sollevati dall’utilizzo di questo strumento. Tra questi emergono perplessità riguardo la sicurezza dei dati – con casi precedenti di hacking di cloud digitali di agenzie Onu in Africa occidentale – l’eticità e il consenso legati all’utilizzo di tale tecnologia. Di questo e molto altro parlano i ricercatori Claire Walkey, Caitlin Procter e Nora Bardelli in questo studio pubblicato dalla London School of Economics and Political Science.

Anche per i migranti e i rifugiati nel nostro paese, i processi di raccolta dei dati d’identità possono “esacerbare pregiudizi, discriminazioni, o asimmetrie di potere”. Del tema si era ampliamente dedicato  il Data & Society Research Institute, che ha pubblicato il report sulla raccolta dei dati identificativi di migranti e rifugiati in arrivo in Italia dal titolo “Identità Digitale, Migranti e Rifugiati“.

10. Diritto o merito? Rami e Adam sono cittadini italiani

Cittadini italiani grazie un atto di “alto valore civile ed etico”. Adam El Hamami e Ramy Shehata sono dalla settimana scorsa cittadini italiani a tutti gli effetti.

L’iter per la concessione della cittadinanza ai due ragazzi,che grazie al loro coraggio hanno evitato che il dirottamento del loro scuola bus potesse trasformarsi in una tragedia ancora più grave, è stata particolarmente articolata e ha visto anche l’intervento del Consiglio dei Ministri e del Presidente della Repubblica.

Come Rami e Adam migliaia di ragazzi nati e cresciuti in Italia sono “stranieri per legge”, ma l’auspicata riforma della cittadinanza è ormai rimasta esclusa dal dibattito politico.

In copertina: interno della sede della Caritas a Saluzzo. Foto di Federico Tisa

Etichettato con:braccianti, Camilleri, dati biometrici, decreto flussi, decreto sicurezza bis, Fondazione Leone Moressa, Guardia Costiera italiana, Guardia Costiera libica, Khoms, lavoratori stranieri, Libano, Libia, Montalbano, Nave Gregoretti, Regolamento di Dublino, riforma cittadinanza, rotta mediterranea centrale, Salvini, Scicli, vertice di Parigi

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