1. Riace: i migranti potrebbero essere trasferiti, a rischio il modello d’accoglienza
Il modello Riace deve finire. Si possono così riassumere le 20 pagine di delibera datata 9 ottobre, ma diffusa solo nei giorni scorsi.
La nota, che porta la firma del “dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione” del ministero dell’Interno, dispone l’immediato trasferimento dei migranti ospitati dai progetti Sprar del comune verso altre strutture, il ministero avrebbe già indicato 60 giorni come termine ultimo per terminare l’operazione. A causa delle “palesi irregolarità”, continua la circolare, dovranno essere poi restituiti i fondi statali destinati all’accoglienza.
“Chi sbaglia, paga. Non si possono tollerare irregolarità nell’uso di fondi pubblici, nemmeno se c’è la scusa di spenderli per gli immigrati“, ha commentato il vicepremier Salvini, mentre il sindaco di Riace Domenico Lucano – agli arresti domiciliari dallo scorso 2 ottobre – si dice sicuro che il “modello Riace sopravviverà”.
“I nostri legali sono già al lavoro per presentare il ricorso al Tar. Contro di noi c’è un vero e proprio tiro incrociato, ci vogliono distruggere” continua il sindaco.
Dal Viminale intanto escludono trasferimenti obbligatori: i migranti si muoveranno solo su base volontaria, ma chi deciderà di restare a Riace uscirà dal circuito di accoglienza. Un ricatto che mette a rischio il percorso di integrazione, finora riuscito, di queste persone.
2. A Berlino 250 mila persone dicono no al razzismo
Partiti politici, associazioni LGBTI, scuole, teatri e soprattutto tanti cittadini: quasi 250 mila persone sono scese in strada lo scorso sabato a Berlino per partecipare a Unteilbar (indivisibili), manifestazione nata per dire no a razzismo ed esclusione. Molte anime, ma un unico obiettivo: costruire insieme una società aperta e libera, chiedere “solidarietà non emarginazione” ed esprimere vicinanza ai cittadini stranieri e ai migranti finiti nei mesi scorsi al centro di discorsi d’odio e di veri e propri raid.
#unteilbar protests in Berlin today.
Organizers say about 242 thousand participants. pic.twitter.com/VaWHw3hU9i— DW News (@dwnews) October 13, 2018
Cittadini stranieri e questione migratoria erano stati al centro anche del dibattito elettorale in Baviera. La Csu, storico alleato della cancelliera Merkel – il leader della Csu Horst Seehofer è anche ministro dell’Interno – aveva invocato la linea dura sui migranti, polarizzando di fatto il dibattito nel tentativo di non perdere voti a favore dell’estrema destra dell’Afd. La linea della Csu non ha pagato in termini elettorali: per la prima volta scende al 37,3%, mentre crescono i Verdi (secondo partito) e l’estrema destra (che però non trionfa).
3. A Lodi mensa vietata ai bambini stranieri
Da una parte i cittadini italiani cui basta un’autocertificazione, dall’altro quelli stranieri che per accedere in maniera agevolata ai servizi mensa e scuolabus devono consegnare documenti dei loro paesi di origine che attestino la mancanza di beni e proprietà intestate.
Un regolamento voluto dal sindaco leghista di Lodi, Sara Casanova, che di fatto esclude – per la difficoltà nell’ottenere l’originale – i bambini figli di cittadini extracomunitari. Così, più di 200 bambini sono costretti a mangiare in stanze separate da quelle dei loro compagni italiani e a percorrere ogni mattina chilometri a piedi per raggiungere la scuola.
Una discriminazione a tutti gli effetti, nascosta dietro la neutralità della burocrazia – qui una nota di Asgi – a cui ha risposto la solidarietà di migliaia di cittadini: una raccolta fondi nata per aiutare le famiglie dei bambini rimasti tagliati fuori a pagare i servizi ha già superato i 60 mila euro di donazioni.
4. La Guardia costiera soccorre 70 migranti a largo di Lampedusa
Sono stati scortati in porto dalla Guardia costiera e stanno bene i 70 migranti a bordo di un barcone di legno partito dalla Libia e trovatosi in difficoltà a largo di Lampedusa. I migranti a bordo del barcone, che si trovava nella zona Sar maltese, ma estremamente vicino all’Isola di Lampedusa, erano stati per ore al centro dell’ennesimo scontro tra Italia e Malta.
Un ruolo fondamentale nell’esito della vicenda è stato giocato dalla Mare Jonio, barca del progetto Mediterranea. Secondo quanto ricostruito su Repubblica dal giornalista Marco Mensurati – presente a bordo della nave – è grazie al lavoro di monitoraggio, all’azione e alle segnalazioni dei volontari, infatti, che i militari italiani hanno intercettato il barcone a 2,7 miglia da Lampedusa.
70 vite salvate dalla guardia costiera italiana e al sicuro nel porto di Lampedusa. Siamo felici di apprendere che, dopo una notte di monitoraggio e segnalazioni, queste persone siano in salvo in Italia. La missione di #MareJonio continua. #savinghumans https://t.co/WMv8y4idbb pic.twitter.com/kNXgQ9hjWL
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) October 13, 2018
Intanto ancora un’altra imbarcazione ha raggiunto il sud della Sardegna: a bordo 50 migranti tutti provenienti dal Nord Africa. Anche a Lampedusa, nonostante le imponenti azioni mediatiche dei mesi scorsi, non diminuiscono gli arrivi, come racconta il sindaco Martello a Vanity Fair.
5. Centinaia di rifugiati attendono lo sgombero senza garanzie per il futuro
A Roma 3500 persone vivono in occupazioni, baracche e “ghetti”. Uno degli insediamenti più grandi – l’ex fabbrica di penicillina di via Tiburtina – in cui vivono in condizioni terribili e precarie centinaia di persone, è oggi sotto sgombero. Gli abitanti dell’insediamento attendono di essere sgomberati senza però avere nessuna garanzia sul futuro che li attende. Per questo una rete di associazioni – da A Buon Diritto, Alterego-Fabbrica dei diritti, Astra 19 a.p.s, Medici per i diritti umani, Women’s International League for Peace and Freedom/Italia – chiede che sia garantito alle persone presenti nell’insediamento un alloggio adeguato.
6. Immigrazione e sviluppo, risorse su cui puntare
Anche quest’anno Fondazione Moressa presenta il suo rapporto sull’economia dell’immigrazione “Prospettive di integrazione in un’Italia che invecchia” (qui il video completo della presentazione). Un paese che invecchia, che vede trasferirsi all’estero sempre più giovani, in cui le nascite sono al livello minimo dal 1861 e che ha bisogno delle risorse generate dai migranti per continuare a garantire i servizi: questa l’Italia delineata nel Rapporto.
Intanto, in vista della imminente discussione della legge di bilancio, le realtà della cooperazione italiana hanno accolto con favore l’indicazione di una crescita dei fondi destinati all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo contenuta nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2018, a patto però che le risorse vengano utilizzate per i fini a cui sono destinate, evitando di dirottarle per finanziare politiche migratorie restrittive.
7. Regolamento di Dublino, è la Germania la principale protagonista
Secondo l’ultimo aggiornamento sul sistema Dublino pubblicato dall’Asylum Information Database, la Germania continua ad essere la protagonista principale nell’attuazione del Regolamento di Dublino. Nei primi sei mesi del 2018 la Germania ha infatti inviato il maggior numero di richieste di trasferimento di richiedenti asilo (30,305 in totale) verso altri stati, ricevendo allo stesso tempo il più alto numero di richieste da altri paesi (12,313). Da segnalare anche l’aumento dei richiedenti asilo trasferiti verso la Grecia, dato questo che si spiegherebbe con le nuove indicazioni della Commissione europea che consente di nuovo questa prassi.
8. I rifugiati trattenuti sull’isola di Nauru devono essere trasferiti immediatamente
Porti chiusi e detenzione offshore per i migranti che tentano di raggiungere illegalmente il suo territorio: è il modello australiano, finito nei giorni scorsi nel mirino dell’Unhcr che chiede che i migranti vengano immediatamente liberati e trasferiti.
A destare più preoccupazione la situazione sull’isola di Nauru, dove depressione, ansia, autolesionismo e istinti suicidi sembrano essere le uniche certezze per le 900 persone – inclusi 115 bambini – trattenute senza alcuna prospettiva di reinsediamento da quasi 5 anni.
#Nauru: We strongly condemn the government of Nauru’s sudden decision to cease our provision of desperately-needed mental health care to asylum seekers, refugees and the local community. https://t.co/osFvu9t2t1
— MSF International (@MSF) October 11, 2018
A prendersi cura della loro salute fino a poche settimane fa era Msf, ma le autorità di Nauru hanno obbligato l’organizzazione umanitaria ad abbandonare l’isola. “Non c’è nulla di umanitario nel salvare le persone dal mare solo per lasciarle in una prigione a cielo aperto – ha dichiarato Paul McPhun, portavoce dell’ong – questa politica dovrebbe essere immediatamente interrotta e non dovrebbe essere replicata da nessun governo”.
Intanto più di 6 mila dottori australiani hanno firmato un appello diretto al primo ministro Scott Morrison chiedendo di rilasciare i bambini trattenuti sull’isola.
9. L’eroe dell’Egeo che salvò migliaia di rifugiati
Kyriakos Papadopoulos, il tenente della guardia costiera greca che nel 2015 salvò la vita di oltre cinquemila persone, è venuto a mancare lo scorso 10 ottobre all’età di 44 anni. Nato e cresciuto sull’isola di Lesbo, Papadopoulos era stato soprannominato “l’eroe dell’Egeo” per la dedizione con cui ha salvato migliaia di persone che, con barche di fortuna, avevano tentato di attraversare il mare tra Grecia e Turchia. Sempre dall’isola di Lesbo arriva però un’altra storia di speranza e solidarietà. Salam Aldeen, il fondatore iracheno-danese del gruppo umanitario Team Humanity, ha costruito un parco giochi, con castelli gonfiabili e un piccolo campo da calcio a 200 metri dal campo Moria – tristemente noto per le sue condizioni disumane – con l’intento di rendere migliore la vita dei bambini abbandonati alle porte dell’Europa.
10. Family first, il programma dell’Unhcr per garantire l’unità familiare
Si chiama “Family First” ed è il progetto lanciato dall’Unhcr, insieme a Caritas Italiana e Consorzio Communitas, per sostenere il ricongiungimento familiare dei rifugiati in Italia. La separazione dei membri della famiglia durante il viaggio – spiega la nota del progetto – può portare a conseguenze devastanti sul benessere delle persone e sulla loro capacità di ricostruire la propria vita, da qui l’impegno a migliorare e facilitare le procedure e i meccanismi di ricongiungimento familiare in Italia per i beneficiari di protezione internazionale.
Foto di copertina via DW News