Che cos’è l'”hate search”?
Non esiste solo l’hate speech, il linguaggio violento e offensivo che spesso sfiora il razzismo. Ora negli Usa pare si stia affermando anche l’hate search. Di cosa si tratta? Della misura del sentimento d’odio attraverso la frequenza di determinate ricerche su Google. Il case study è l’islamofobia che si nasconderebbe dietro domande come “are all Muslims terrorists?” o ricerche come “I hate muslims” fatte con il motore di Mountain View. Il New York Times indaga il fenomeno e quanto l’analisi dei dati possa prevenire crimini di matrice razzista.
La #refugeecrisis nei media europei
Il 2015 è stato l’anno in cui l’opinione pubblica italiana ed europea hanno preso consapevolezza della drammatica questione dei migranti e dei rifugiati. Da qualche mese l’European Journalism Observatory sta producendo diverse analisi sulla rappresentazione della #refugeescrisis sui media continentali. L’ultima in ordine di tempo è quella sulla Grecia, principale porta d’accesso – insieme all’Italia – all’Europa. Qui gli altri approfondimenti nazionali.
Ai Weiwei a Lesbo
L’artista cinese Ai Weiwei è sull’isola greca di Lesbo, la riva dove sono sbarcati nel 2015 centinaia di migliaia di rifugiati e di migranti. Il dissidente politico sta raccontando attraverso il suo account Twitter l’arrivo dei siriani in Europa.
On the beach in #Lesvos. @aiww is shocked by what, in his words are “leftover of the #refugeecrisis“. pic.twitter.com/FFKfCFY0O4
— Henrik K. Larsen (@Kjellm0) December 27, 2015
Il mistero della fuga dall’Eritrea
In Italia se ne parla poco malgrado gli eritrei siano la comunità di rifugiati più grande sbarcata da noi nel 2015. Al contrario, i più importanti giornali del mondo provano a raccontare quel che capita nello stato del Corno d’Africa e perché decine di migliaia di giovani fuggono. Questa settimana è il Guardian a raccontare in un lungo reportage da Asmara i punti oscuri del fenomeno.
Russom, whose name has been changed here for his own protection, was giving a rare account of a military bootcamp in Eritrea, one of Africa’s most secretive totalitarian states. It forms part of a compulsory “national service” for young men and women, an indefinite purgatory that robs them of the best years of their lives and is the key to understanding why so many flee its borders.
Il Canada e i rifugiati
Sul sito del governo del Canada, tutti i dati dell’impegno del primo ministro Justin Trudeau. Per il 31 dicembre il governo canadese ricollocherà 10mila rifugiati siriani, un numero che crescerà fino a 25mila entro il 29 febbraio 2016. Al 25 dicembre erano più di 61mila gli sms inviati a potenziali richiedenti asilo per sondare l’interesse al viaggio in Canada.
Le foto di Muhammed
Le incredibili foto dell’account Instagram di Muhammed Muheisen dalle frontiere d’Europa e del Medioriente. I protagonisti dell’esodo dei migranti del 2015.
Muheisen ha vinto due volte il premio Pulitzer per le breaking news e il premio Time Magazine nel 2013.
Refugees on the railways to Europe.#refugeecrisis #refugees
Una foto pubblicata da Muhammed Muheisen (@mmuheisen) in data:
La paginona di grafici de Les Decodeurs
“Les Decodeurs” è il blog su dati e visualizzazioni del quotidiano francese Le Monde. Questa settimana ha pubblicato in un lungo post una raccolta di grafici per spiegare e raccontare la crisi dei migranti e dei rifugiati del 2015.
Usa, una battaglia per i diritti dei rifugiati
On Monday, Dec. 14, 2015, a group of women in the Yuba County Jail in California began a hunger strike, joining hundreds of other detainees taking part in hunger strikes in immigration detention facilities throughout the country. According to advocacy groups, more than 1,000 immigrants and asylum seekers have taken part in the movement since early October.
Un movimento di donne iniziato a Ottobre per protestare contro la disumanità della detenzione dei richiedenti asilo nei centri di alcuni stati Usa. Iniziato come sciopero della fame al centro di detenzione Hutto in Texas, la mobilitazione si è allargata a macchia d’olio anche in California e Colorado e Texas. Su Salon il racconto della battaglia per i diritti civili dei migranti provenienti dal Messico.
Le rotte di Moas
Le infografiche interattive di Moas (Migrant Offshore Aid Station) che mostrano il numero di salvataggi in mare operati dalla nave Phoenix di proprietà di due imprenditori, marito e moglie, Chris e Regina Catrambone che con base a Malta da maggio hanno salvato migliaia di migranti. Nelle mappe tutte le rotte della Phoenix e il numero di vite salvate.
Borat umanitario
Sacha Baron Cohen e la moglie Isla Fisher hanno donato un milione di dollari ai rifugiati siriani. I soldi dell’attore comico famoso per il suo personaggio Borat serviranno a vaccinare 250mila bambini del nord della Siria e ad aiutare famiglie vittime del conflitto. La notizia è stata data dall’ong Save the Children.