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Homepage >> Web review >> I migliori articoli su rifugiati e immigrazione 14/2024

I migliori articoli su rifugiati e immigrazione 14/2024

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3 aprile 2024
Una nuova indagine giornalistica rivela le tattiche mortali e illegali di “pull-back” da parte della Francia per impedire alle persone migranti di attraversare la Manica. Nel frattempo la Sea Watch 5 viene liberata con una nuova sentenza che fa vacillare il Decreto Piantedosi.

1. “Affondare le barche”. La Francia come la Libia

Secondo una nuova inchiesta della testata giornalistica investigativa Lighthouse Reports, il governo britannico starebbe pagando la Francia per “fermare le barche”. Alcune riprese rivelano che la polizia francese ha violentemente intercettato dei gommoni diretti in Gran Bretagna, mettendo a rischio la vita delle persone a bordo.

What is France doing in return for UK cash to ‘stop the boats’?

Unseen footage obtained by @LHreports shows new aggressive campaign where French police carry out violent interceptions at sea – flooding & ramming into vessels & using pepper spray

Thread 🧵 pic.twitter.com/ntJ7BpRlMF

— Lighthouse Reports (@LHreports) March 23, 2024

“Il governo britannico ha ripetutamente esercitato pressioni sulla Francia affinché intercettasse le imbarcazioni in mare. La Francia in precedenza si era rifiutata perché avrebbe messo a rischio vite umane. Ma in collaborazione con Le Monde, The Observer e Der Spiegel, Lighthouse Reports può rivelare che gli agenti di polizia francesi hanno effettuato i cosiddetti “pull-backs” (operazioni di “ritiro” che puntano a impedire alle barche di partire) nella Manica, con modalità che secondo gli esperti rispecchiano le tattiche mortali e illegali utilizzate nell’Egeo e nel Mediterraneo Centrale da parte delle guardie costiere greche e libiche”, riporta Lighthouse Reports.

Leaked docs show that in March 2023 French police were authorised to intercept boats at sea, but only in certain conditions – incl when there are max 3 people on board & that vessels aren't approached at high speed

Our evidence shows these conditions are being breached pic.twitter.com/clNpyo0mjt

— Lighthouse Reports (@LHreports) March 23, 2024

E ancora: “abbiamo mostrato i video a numerosi esperti marittimi, ufficiali delle forze di frontiera del Regno Unito e guardie costiere francesi, i quali hanno affermato che la tattica avrebbe chiaramente messo in pericolo la vita delle persone a bordo e sembrava essere illegale. I documenti marittimi trapelati ci hanno aiutato a stabilire che questo tipo di intercettazioni in mare non sono compatibili con la legislazione francese”.

2. Il costo dei Centri in Albania

Il 21 marzo la prefettura di Roma ha pubblicato il bando per la gestione di tre centri per migranti in Albania, previsti dal controverso Memorandum.

“Si tratterà di due hotspot e un Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr), e per la loro gestione sono previsti 34 milioni di euro all’anno, che copriranno soltanto i costi del vitto e dell’alloggio. Rimangono escluse altre spese come il trasporto delle persone, l’assistenza sanitaria, gli stipendi e le spese per il personale italiano delle strutture. Secondo il Corriere della Sera, l’intera operazione potrebbe costare 635 milioni di euro, senza entrare mai davvero in funzione perché potrebbe essere bloccata dai ricorsi giudiziari”, scrive la giornalista Annalisa Camilli su Internazionale.

E ancora: “l’accordo è molto contestato dalle organizzazioni che si occupano della difesa dei diritti umani e dai giuristi, che parlano di “deportazioni”. Per l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) il protocollo prevede “norme incerte e illegittime”, che di fatto sono in contrasto con la costituzione italiana”.

3. Liberata la Sea-Watch 5. Una nuova sentenza smonta il Dl Piantedosi

Un’altra sentenza fa vacillare il Decreto Legge Piantedosi: in questo caso il Tribunale di Ragusa ha liberato la Ong Sea Watch 5, sotto fermo amministrativo.

Nuovo colpo al dl Piantedosi
Il tribunale di Ragusa sospende il fermo dj Sea Watch. È il terzo caso in poche settimane dopo Brindisi e Crotone

— Eleonora Camilli (@EleonoraCamilli) March 29, 2024

“La decisione è arrivata giovedì sera, alla vigilia della scadenza dei 20 giorni di detenzione amministrativa disposti l’8 marzo a Pozzallo. Si tratta ancora di un’ordinanza cautelare, ma il provvedimento sconfessa completamente la ricostruzione delle autorità italiane”, scrive il giornalista Giansandro Merli su Il Manifesto.

🔴 Nuovo colpo alla legge Piantedosi: la Corte di Ragusa sospende il fermo amministrativo di Sea-Watch 5, riconoscendo l'assenza di illeciti.#SeaWatch ha da subito denunciato la natura strumentale delle accuse mosse dalle autorità italiane. Ora la magistratura ci dà ragione. pic.twitter.com/4sL5M3AZ19

— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) March 29, 2024

Come riporta la stessa Ong: “Il Giudice, in questa fase preliminare, ha esaminato le prove da noi presentate, concludendo che la Sea Watch 5 non può essere accusata di avere ignorato le indicazioni ricevute né di avere creato situazioni pericolose”. E ancora: “la legge Piantedosi che, in violazioni a norme ed obblighi imposti dal diritto internazionale, criminalizza l’operato delle navi delle organizzazioni non governative con accuse strumentali, sta venendo pian piano demolita dalla magistratura. Ma mentre i giudici italiani sono costretti a riparare, di provvedimento in provvedimento, i danni creati da questa legge, le navi rimangono bloccate in porto e in mare si continua a morire”.

4. Il sistema di accoglienza in Italia è un fallimento

Open Polis e Action Aid hanno pubblicato un nuovo rapporto – Centri d’Italia. Un fallimento annunciato – sullo stato dell’arte del sistema di accoglienza in Italia. “Per comprendere il nuovo approccio all’accoglienza, sono ricorse anche alla banca dati ANAC, analizzando i 3.195 bandi in materia di gestione dei centri (quasi il 50% sui 7.230 totali) emessi dalle prefetture tra 2020 e agosto 2023. Il report è perciò, prima di tutto, un lavoro di trasparenza, Comune per Comune, fatto a partire dai dati forniti dallo stesso Viminale e incrociando altri”, si legge su Melting Pot Europa.

Con @ActionAidItalia abbiamo pubblicato il nuovo rapporto Centri d’Italia. Tra centri temporanei, bandi deserti e affidamenti diretti si profila un quadro preoccupate per l'accoglienza dei #migranti. https://t.co/tzyNgho504 pic.twitter.com/gNtOzc82z7

— openpolis (@openpolis) March 20, 2024

“Un anno di decreti e lo stato di emergenza hanno reso legge le prassi illegittime delle prefetture e del ministero dell’Interno”, dicono senza mezzi termini le realtà che hanno stilato il rapporto. A far le spese di questa situazione sono soprattutto i più giovani: nei primi mesi del 2023 sono stati 50 i bandi per i Centri di accoglienza straordinaria (Cas) per minori stranieri non accompagnati a fronte degli appena tre del 2020”, si legge nel rapporto. “Del resto i Cas – inizialmente immaginati per sopperire alla mancanza di posti nelle strutture ordinarie o nei servizi predisposti dagli enti locali in caso di arrivi consistenti e ravvicinati di richiedenti asilo – sono ormai diventati la norma. Costituiscono, infatti, il 60% di tutta l’accoglienza, con un aumento degli affidamenti diretti”, scrive la giornalista Veronica Rossi su Altreconomia. E ancora: “Stando ai dati del ministero dell’Interno […] nel 2023 ci sono state al massimo in accoglienza 141mila persone; si è reso necessario, quindi, reperire tra i 20 e i 30mila posti, le stesse cifre del 2021 e del 2022. Non un dato da poco, certo, ma sicuramente gestibile sul territorio nazionale, se si pensa che alla fine del 2022 le persone accolte costituivano solo lo 0,18% della popolazione residente in Italia: un numero che dimostra quanto sia infondata la narrativa dell’invasione”.

Ricordiamo che Centri d’Italia è la prima piattaforma completamente accessibile da cui è possibile scaricare dati di dettaglio sul sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati in Italia. Territorio per territorio, è possibile conoscere i tipi di centri, i posti disponibili, le presenze, i gestori e i prezzi giornalieri.

5. Le morti dei migranti aumentano mentre il conflitto costringe molti altri a fuggire

Il nuovo rapporto dell’Oim rivela tendenze allarmanti nelle morti e nelle sparizioni delle persone migranti negli ultimi dieci anni nel nuovo rapporto A decade of documenting migrant deaths. Dall’inizio del monitoraggio nel 2014, secondo il Missing Migrants Project, più di 63.000 persone sono morte o risultano scomparse.

In Oct 2013, two shipwrecks on the Mediterranean claimed more than 600 lives, prompting the creation of @MissingMigrants.

Since 2014, over 64,000 deaths have been recorded globally during migration, though the actual toll is likely much higher. pic.twitter.com/O1ZnlHzl2N

— IOM Global Data Institute (@IOM_GDI) March 26, 2024

“I dati sono piuttosto allarmanti. Vediamo che dieci anni dopo, le persone continuano a perdere la vita in cerca di una vita migliore. Abbiamo visto, ad esempio, che il 2023 è stato l’anno più mortale mai registrato con oltre 8.500 morti. E le ragioni sono “La maggior parte delle persone, oltre il 60% dei decessi registrati dal progetto, sono dovuti ad annegamento. Solo nel Mediterraneo, si registrano oltre 28.000 morti e scomparse”, afferma Jorge Galindo, portavoce del Global Data Istitute dell’Oim, riportato da Africanews.

Tra i principali risultati del rapporto c’è l’elevato numero di decessi non identificati. Più di due terzi dei migranti le cui morti sono state documentate rimangono non identificati. Il rapporto sottolinea la necessità di potenziare le attività di ricerca e soccorso. Nonostante gli impegni politici e l’attenzione dei media, le morti dei migranti sono in aumento

6. I nostri nuovi articoli su Open Migration

Le storie di Maysoon Majidi e Marijan Jamail hanno alcuni elementi in comune, quanto meno per il luogo di partenza, l’Iran degli Ayatollah e dell’oscurantismo religioso, e per quello che al momento è l’epilogo del loro viaggio: finito per entrambe in un carcere calabrese. L’accusa è infatti di essere due “Capitane”, scafiste che lucrano sulla pelle delle persone. Anche se, come in molti altri casi, l’impressione è che si tratti di due capri espiatori che nulla hanno a che fare con le organizzazioni criminali. Ne parla Lidia Ginestra Giuffrida.

Foto via Twitter/Sea Watch

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