1. Senza convalida, la detenzione è illegittima
La Corte di Cassazione, con una nuova sentenza, ha affermato che senza una convalida, le persone migranti detenute vanno liberate.
“Secondo la Cassazione sarebbe incostituzionale la norma, contenuta nel dl migranti convertito in legge lo scorso maggio, che prevede – in caso di mancata convalida del provvedimento di trattenimento in Cpr adottato nei confronti di un migrante che ha presentato domanda di protezione internazionale – che il richiedente asilo resti recluso nel centro fino alla decisione sulla convalida del provvedimento di trattenimento eventualmente adottato dal questore”, riporta la giornalista Annalisa Cangemi su Fanpage.
2. Il Consiglio d’Europa contro l’esternalizzazione delle procedure di asilo
In un nuovo rapporto dal titolo Externalised asylum and migration policies and human rights law il Consiglio d’Europa ha esortato i governi ad adottare solide misure di salvaguardia, di responsabilizzazione e di garanzia legale per garantire il rispetto degli obblighi in materia di diritti umani.
Infine: “per contrastare questi pericoli, il Commissario esorta gli Stati ad adottare un approccio precauzionale, iniziando con approfondite valutazioni del rischio per i diritti umani prima di firmare accordi migratori. Chiede inoltre principi chiari e non negoziabili che escludano qualsiasi cooperazione che possa portare a violazioni e insiste sul fatto che i gruppi vulnerabili, compresi i bambini, non debbano mai essere sottoposti a procedure esternalizzate”.
3. Trump punta a complicare le procedure per la cittadinanza
L’amministrazione Trump sta progettando di rendere più difficile il test per ottenere la cittadinanza statunitense, con requisiti più elevati per il superamento e potenzialmente l’obbligo di scrivere un saggio.
“Questi potenziali cambiamenti, che non sembrano imminenti, sono l’ultima mossa dell’amministrazione Trump per rendere più severi i controlli su coloro che richiedono la cittadinanza statunitense. La scorsa settimana, l’Uscis (US Citizenship and Immigration Services) ha dichiarato che avrebbe ripreso a intervistare vicini e colleghi dei richiedenti, ripristinando una pratica sospesa dai tempi dell’amministrazione di George H.W. Bush”, scrive il giornalista Eric Bazail-Eimil su Politico. E ancora: “l’attuale test di cittadinanza richiede ai candidati di rispondere correttamente ad almeno 6 domande su 10 tratte da un elenco di 100 domande disponibili online, sebbene le domande utilizzate durante l’esame siano scelte a discrezione del funzionario che valuta la domanda. I candidati devono inoltre dimostrare una conoscenza di base della lingua inglese. Il test, sostengono i suoi sostenitori, è stato elaborato in collaborazione con professionisti del settore dell’istruzione per garantire che i nuovi americani abbiano le competenze necessarie [per ottenere] i benefici della cittadinanza statunitense, incluso il diritto di voto”.
Infine: “[Joseph] Edlow [direttore dei Servizi per la cittadinanza e l’immigrazione degli Stati Uniti] ha affermato di non voler rendere il test così difficile da rendere impossibile il superamento per chiunque, tranne che per i candidati con un livello di istruzione elevato. Ha però aggiunto che il test dovrebbe essere più stimolante. Ha proposto che ai candidati potrebbe essere richiesto di scrivere un saggio che descriva cosa significherebbe per loro diventare americani e ha suggerito che il test potrebbe evolversi verso un formato più standardizzato.
4. Tra Ue e Usa un potenziale nuovo accordo securitario
Secondo una proposta pubblicata dalla Commissione europea alla fine di luglio, l’Ue sta pianificando di raggiungere un accordo con gli Stati Uniti che consentirebbe al Dipartimento per la sicurezza interna e ad altre agenzie di consultare i database europei per identificare le persone che rappresentano “una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti”.
“Non vi è stato alcun comunicato stampa da parte della Commissione, né vi è stata alcuna menzione di essa nel verbale pubblico della riunione informale del Consiglio Giustizia e Affari Interni che si è tenuta lo stesso giorno. La richiesta di aprire i database europei alle agenzie statunitensi è denominata Enhanced Border Security Partnership e rappresenta una nuova aggiunta al Programma statunitense per l’esenzione dal visto (Vwp). Gli Stati Uniti promuovono questi piani presso gli stati “partner” da almeno tre anni […]”, riporta Statewatch. E ancora: “l’idea essenziale è che i funzionari statunitensi che “incontrano” un cittadino straniero, in situazioni che vanno dai controlli di frontiera ai raid violenti e razzisti contro l’immigrazione, potrebbero utilizzare le sue impronte digitali o il suo numero di identificazione per effettuare ricerche nei database di tutti gli stati […]”.
Infine: “la proposta della Commissione non menziona la legge sulla protezione dei dati fino alla terza pagina, quando afferma che un accordo richiederebbe “le necessarie e appropriate garanzie di protezione dei dati per tale scambio di informazioni. Non è chiaro come ciò possa essere garantito”.
5. La Grecia punta a detenere le persone richiedenti asilo rigettate
Il parlamento greco ha approvato un disegno di legge che inasprisce le misure per i richiedenti asilo la cui domanda è stata respinta, ha annunciato mercoledì il Ministero delle migrazioni e dell’asilo.
“Quando a qualcuno viene negato l’asilo e ha violato la legge greca rimanendo illegalmente nel territorio greco, sarà soggetto a detenzione amministrativa, sorveglianza elettronica e sanzioni penali, ha affermato il ministro delle Migrazioni e dell’Asilo, Thanos Plevris, spiegando i termini del disegno di legge […]. Il disegno di legge […] è stato tuttavia criticato dall’opposizione e dalle organizzazioni per i diritti umani, definendolo offensivo e razzista. La nuova legge prevede pene detentive da due a cinque anni e una multa minima di 5.000 euro per i migranti irregolari e pone fine alla possibilità per i migranti irregolari di ottenere un permesso di soggiorno dopo sette anni. Sono inoltre limitate le nuove domande di protezione internazionale. Viene inoltre ampliato l’elenco dei Paesi in cui possono essere rimpatriati i richiedenti asilo respinti e i divieti di ingresso imposti per motivi di sicurezza dureranno fino a 10 anni”, scrive la giornalista Eleni Stamatoukou su Balkan Insight.
Infine: “I partiti di opposizione e le organizzazioni per i diritti umani hanno affermato che il nuovo disegno di legge compromette i diritti umani fondamentali. Si tratta di “una legge di illegalità e caos”, e di “una legge antisociale”, ha affermato la deputata di centro-sinistra del Pasok Nadia Giannakopoulou. Il deputato di sinistra di Syrizia Giorgos Psychogios l’ha definita “una legge disumana, che introduce razzismo istituzionale e viola la legalità”.