1. In Bosnia migliaia di persone sono rimaste senza riparo
Bihać, Bosnia. Dopo l’incendio che prima di Natale ha distrutto il tendone dormitorio del locale campo profughi, migliaia di persone sono al gelo, senz’acqua né cibo. Si tratta dei profughi, sfollati dal campo di Lipa, devastato da un incendio appiccato nei giorni scorsi dagli stessi migranti, dopo la notizia della chiusura della tendopoli a cui si aggiungono altri duemila profughi che già da tempo erano in nella zona nel tentativo di proseguire il loro viaggio verso l’Europa. Bihac si trova infatti a pochi chilometri dal confine croato e praticamente ad un’ora di volo da Roma. (Noi c’eravamo stati lo scorso anno con Michele Luppi autore di questo reportage).
“Siamo di fronte a una catastrofe umanitaria”, ha dichiarato van der Auverart, capo della missione nel Paese balcanico dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Secondo il funzionario dell’Oim ha detto che.
“È l’abisso dell’umanità” gli fanno eco le associazioni che si occupano di migranti.
C'è un'emergenza sanitaria nel campo profughi di Lipa, ad una trentina di chilometri di Bihać, in Bosnia. Dopo l'incendio che prima di Natale ha distrutto il tendone dormitorio, in centinaia sono al gelo, senz'acqua né cibo pic.twitter.com/5NdmbSjBQ9
— Tg3 (@Tg3web) December 28, 2020
La situazione in Bosnia è da tempo critica e sempre più voci hanno denunciato violenze da parte delle forze dell’ordine nei confronti dei migranti e mancanze nelle procedure per l’accesso all’asilo. Come riporta su Altraeconomia Manuela Valsecchi, la commissaria europea per i diritti umani Dunja Mijatović, giù lo scorso 7 dicembre, aveva scritto al presidente del Consiglio bosniaco Zoran Tegeltija e al ministro della Sicurezza Selmo Cikotićo per denunciare la catastrofe in atto e sollecitarlo ad agire.
2. Rottamare la Bossi Fini per affrontare il “mondo” della migrazione
“La mancanza di una legge adeguata alla gestione degli ingressi regolari per lavoro in Italia è all’origine dei continui, e spesso mortali, viaggi in mare nelle mani dei trafficanti, nonché della creazione costante di irregolarità e del clima di perenne emergenza che ormai intossica ogni discussione sull’argomento”. Lo scrivono le associazioni della campagna Ero Straniero che, come riporta Vladimiro Polchi per Repubblica, chiedono ora di superare la Bossi-Fini e di approvare finalmente la riforma contenuta nella proposta di legge popolare Ero straniero, depositata il 27 ottobre di tre anni fa alla Camera e ora (finalmente) all’esame della Commissione affari costituzionali.
3. La Francia naturalizza i medici e infermieri in prima linea contro il Covid
“Il ministro della Repubblica francese, Marlène Schiappa, ha chiesto ai prefetti di facilitare e accelerare la concessione della cittadinanza a circa settecento fra medici e infermieri di origine straniera che – come tutti i medici e gli infermieri – si sono battuti contro il covid. In prima linea, ci piace dire. Ma se, come in guerra, c’è una prima linea, corre senz’altro dentro gli ospedali. Hanno dimostrato il loro attaccamento alla Francia, ha detto Schiappa, ora tocca alla Francia dimostrare attaccamento a loro”. Scrive Mattia Feltri su l’Huffingtonpost.
E in Italia? In Italia ci sono circa settantamila fra medici e infermieri che arrivano dall’Est Europa, dall’Africa, dal Medio oriente, e soltanto il dieci per cento di loro riesce a lavorare nel pubblico per opposizioni burocratiche. In troppi casi . come ricorda Italiani Senza Cittadinanza – la caasa va cercata nella difficoltà nell’ottenere la cittadinanza anche nel caso di persone in Italia da anni se non addirittura nate e cresciute qui.
4. A Rosarno tamponi gratis per monitorare la diffusione del virus tra i braccianti
La campagna “Tamponiamo Rosarno”, lanciata lo scorso 10 dicembre da Mediterranean Hope con la Ong Medu – Medici per i diritti umani, ha già superato un terzo della quota che si è posta come primo obiettivo. Al 28 dicembre, infatti, sono stati raccolti oltre 2500 euro, pari al 35 per cento dei 7mila euro previsti per il primo “step” del crowdfunding. I fondi serviranno ad acquistare tamponi per monitorare la diffusione del Covid a Rosarno e nella Piana di Gioia Tauro, in particolare nella popolazione più vulnerabile, tra i braccianti e non solo. L’iniziativa, nata in collaborazione con il Comune di Rosarno, ha visto un primo stanziamento da parte della FCEI, grazie al quale sono stati comprati ed effettuati oltre mille tamponi.
5. Navi quarantena: “un sistema che sospende il diritto”
“Dopo la morte di Abou non ho rinnovato la mia missione, dovevo stare un altro mese ma ho preferito scendere. Non volevo più lavorare, mi sono presa del tempo. Ora faccio altro. […] E allora cosa ci facevo là sopra? Quale era il mio ruolo in un luogo come quello?”. Se lo chiede Martina (nome di fantasia), una dei due operatori a bordo della nave Allegra che, per la prima volta, hanno deciso di parlare con Eleonora Camilli e raccontare cosa succede su questi spazi galleggianti. Un intervista importante e necessaria per capire “quel sistema sbagliato che sospende il diritto” attraverso gli occhi di chi ci si è confrontato per tentare di aiutare chi invece lo subisce.
Un pezzo a cui tengo molto, per Abou che aveva solo 15 anni.
Parlano per la prima volta due degli operatori umanitari che erano a bordo e raccontano dall'interno quel "sistema sbagliato che sospende il diritto".Il mio racconto di Natale#naviquarantenahttps://t.co/LkggREvdJG
— Eleonora Camilli (@EleonoraCamilli) December 24, 2020
6. Criminalizzazione ong in mare: lo scontro finisce davanti alla Corte di Giustizia Ue
La strategia del governo Pd-5S contro le organizzazioni non governative finisce davanti alla Corte di giustizia Ue. In ballo la sorte delle altre Ong nel Mediterraneo. La vicenda solleva un paradosso: neanche le motovedette della Guardia costiera hanno i requisiti chiesti alle Ong. Giansandro Merli su Il Manifesto.
7. Il libro nero dei respingimenti europei
Un “libro nero” di 1.500 pagine che documenta centinaia di azioni illegali contro i richiedenti asilo da parte delle autorità nei pressi delle frontiere esterne dell’Europa: il Border Violence Monitoring Network (BVMN), lo ha rilasciato la settimana scorsa e consegnato alla Commissione europea.
1500 pagine – che documentano 4 anni di respingimenti illegali e violenze sulla rotta balcanica e la piena responsabilità di Stati membri e #frontex – sono state consegnate alla Commissione europea.
Nulla di scioccante perché tutto è arcinoto da tempo.
Finirà l'impunità? https://t.co/t2okbWNkE1
— Baobab Experience (@BaobabExp) December 26, 2020
Il Black Book of Pushbacks – questo il nome della pubblicazione – raccoglie892 testimonianze di gruppo, e descrive in dettaglio le esperienze di 12.654 vittime di violazioni dei diritti umani lungo la rotta migratoria balcanica, rotta dove la presunta violenza degli agenti di polizia di frontiera si esercita con più forza. Lorenzo Tondo ne parla sul Guardian.
8. Amarsi un po’ ci fa conoscere la storia di Mille Volti
Le ragazze e i ragazzi di Moltivolti – impresa sociale nel quartiere Ballarà di Palermo – in pieno lockdown, hanno cucinato oltre 150 pasti caldi al giorno distribuendole alle famiglie più bisognose del territorio. Una grande storia di solidarietà, aiuto e integrazione che compone il mosaico della campagna Amarsi un po’. Qui la presentazione che ne fa Repubblica.
9. I primi 5 anni di Open Migration
Ieri è stata per noi una data importante. Il 28 dicembre dicembre 2015, infatti, nasceva il progetto di Open Migration. Siamo contentissimi di aver raggiunto i cinque anni di attività, ma se ci siamo riusciti è solo grazie a voi, alla vostra attenzione, al tempo che dedicate a leggere i nostri approfondimenti.
5 (mila) volte grazie!
In copertina: foto via Altraeconomia