1. Che fine faranno i Cpr in Albania?
Sui centri in Albania, il governo ha di fronte un bivio.
“Che fine ha fatto il decreto che avrebbe dovuto trasformare i centri albanesi in Cpr? Il governo ha lasciato trapelare la notizia due settimane fa, dando la cosa per fatta […]. Il decreto fantasma, però, mostra che la sicurezza sbandierata dal governo è solo di facciata. Trasformare i centri in Cpr per rinchiuderci gli “irregolari” già presenti in Italia snaturerebbe del tutto la funzione per cui sono stati pensati. Ovvero il trattenimento durante l’esame accelerato della domanda d’asilo dei richiedenti provenienti dai “paesi sicuri”, e mai approdati sul territorio nazionale, per rimpatriarli a tempo di record e produrre così un “effetto deterrenza” sulle nuove partenze”, scrive il giornalista Giansandro Merli su Il Manifesto.
E ancora: “finora questo progetto si è scontrato con le decisioni dei giudici, che hanno disapplicato la normativa italiana perché in contrasto con quella europea oppure interrogato la Corte di giustizia Ue. Sarà questa ad avere l’ultima parola sul futuro dei centri in Albania. Martedì ci sarà l’udienza, entro la primavera è attesa la sentenza. Se però il governo valuta di cambiare tutto senza aspettarla significa che ha paura. Per dargli ragione la Corte dovrebbe stabilire che le attuali norme Ue permettono di considerare “sicuri” anche i paesi che non lo sono per intere categorie di persone”. Nel frattempo, la presidente Giorgia Meloni ha incontrato il commissario europeo per gli Affari interni e la migrazione, Magnus Brunner: “la presidente del Consiglio insiste per dare attuazione del Patto migrazione e asilo, incluso il possibile anticipo del nuovo concetto di Paese sicuro di origine. E ribadisce sostegno per un nuovo e più efficace quadro normativo europeo in tema di rimpatri. Parole che trovano un primo riscontro nei ragionamenti dello stesso Brunner, [che dice che] l’Italia è un partner chiave per la Commissione nella gestione delle migrazioni […]”, riporta Repubblica.
2. Elezioni in Germania: quale sorte per le persone migranti
Friedrich Merz, leader del partito conservatore Unione Cristiano-Democratica, vince le elezioni in Germania. Tuttavia preoccupa l’importante risultato ottenuto dal partito di estrema destra Alternatif Fur Deutschland (AfD), che entra nel parlamento tedesco. Per entrambe le campagne elettorali, le migrazioni sono state tra i temi principali per ottenere consensi.
“Nei prossimi quattro anni dovremo risolvere due grandi problemi per questo Paese: l’immigrazione e l’economia, ha affermato Merz […]. Il dibattito sull’immigrazione è stato infiammato da una serie di attacchi mortali attribuiti ai migranti, il più recente dei quali a Monaco, dove sono state uccise due persone, tra cui una bambina di due anni. Merz ha affermato che avrebbe chiesto un passaggio a una politica migratoria più restrittiva in qualsiasi coalizione e ha indicato la vicina Danimarca, dove tali misure hanno messo fuori gioco l’estrema destra”, riporta Le Monde. Nonostante Afd non abbia vinto, il suo risultato (che sfiora il 20%) rimane storico: “[il partito] è diventato famoso anche fuori dalla Germania. Il partito ha ottenuto il sostegno entusiasta di Elon Musk, così come l’attenzione del vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance e del primo ministro ungherese Viktor Orbán […] L’agenzia di intelligence interna tedesca ha messo il partito sotto osservazione per sospetto estremismo di destra. Le sezioni dell’AfD in tre stati orientali sono designate come gruppi “estremisti di destra comprovati”. L’AfD si oppone fermamente a tali valutazioni e respinge qualsiasi associazione con il passato nazista. Höcke ha fatto ricorso contro due condanne per aver utilizzato consapevolmente uno slogan nazista a un evento politico”, scrive il giornalista Geir Moulson su Associated Press.
Infine, note sono le posizioni ultranazionaliste di AfD nei confronti delle persone migranti, ricordiamo che: “la polizia ha avviato un’indagine sulla sezione locale del partito di estrema destra AfD nella città di Karlsruhe in merito ai manifesti elettorali raffiguranti “multe di espulsione”, che hanno suscitato polemiche in vista delle elezioni nazionali del 23 febbraio. I volantini, [stampati come] biglietti aerei, sono indagati per sospetto di incitamento all’odio razziale secondo la polizia criminale di Karlsruhe. Mostrano un biglietto aereo con il logo dell’AfD con dettagli di volo manipolati in cui c’è scritto “partenza: Germania” e “destinazione: paese di origine sicuro”.
3. Un tribunale condanna pratiche discriminatorie sulle case popolari
Il Tribunale di Milano ha accolto un ricorso da parte dei sindacati su pratiche illegittime rispetto all’assegnazione delle case popolari.
“Il regolamento regionale sull’assegnazione delle case popolari è da rifare perché discrimina gli immigrati. Il Tribunale di Milano, con sentenza depositata ieri, ha accolto il ricorso contro Regione Lombardia e Comune di Milano, promosso da tre associazioni (Associazione giuridica studi sull’immigrazione – ASGI, Avvocati per niente e Naga), assieme ai sindacati confederali degli inquilini e a un cittadino dello Sri Lanka, tutti assistiti dagli avvocati Alberto Guariso, Marta Lavanna e Livio Neri”, riporta la giornalista Zita Dazzi su Repubblica. E ancora: “nel ricorso si contestava la scelta della Regione Lombardia di richiedere agli immigrati un requisito di residenza di lungo periodo che prevale sulla condizione di bisogno di chi fa domanda per l’alloggio di edilizia residenziale pubblica. I criteri di attribuzione del punteggio – sostengono sindacati e associazioni – valorizzano in maniera eccessiva la residenza pregressa rispetto al reddito, all’abitazione in situazione di sovraffollamento o in presenza di disabili”.
“La Giudice (dott.ssa Valentina Boroni) ha accolto il ricorso accertando il carattere discriminatorio della condotta tenuta dalla Regione Lombardia consistente nell’aver previsto…l’attribuzione di punteggi per la residenza pregressa sproporzionati rispetto ai fattori significativi della situazione di bisogno alla quale risponde il servizio e ha ordinato alla Regione di riformulare il Regolamento in modo da eliminare questo effetto (e di conseguenza al Comune di Milano di riformulare i bandi ancora aperti e quelli futuri)”, afferma l’Asgi.
4. Rifugiati sudanesi bloccati in Etiopia
I rifugiati e le rifugiate sudanesi che vivono nelle città etiopi sono spinte sempre più verso la povertà a causa delle tasse sui visti imposte dal governo, che vanno oltre le loro possibilità; alcuni sono addirittura stati arrestati per non aver pagato le tasse mensili e gli arretrati.
“L’Etiopia richiede ai sudanesi che desiderano ottenere lo status di rifugiati di vivere in campi designati, dove non devono pagare le tasse per il visto, ma in precedenza aveva offerto esenzioni dal visto a coloro che decidevano di vivere in aree urbane dove c’era meno insicurezza. Tuttavia, queste esenzioni sono state sospese lo scorso ottobre, costringendo migliaia di rifugiati che vivono fuori dai campi a iniziare a pagare 100 dollari al mese per rinnovare i loro visti, più una multa aggiuntiva di 10 dollari al giorno in caso di mancato pagamento”, scrive la giornalista Augustine Passilly sul New Humanitarian. E ancora: “la polizia arresta regolarmente i sudanesi e li butta in prigione perché non hanno pagato le quote mensili, ha detto al New Humanitarian un rifugiato che non è stato in grado di pagare la quota da quando è entrato in Etiopia lo scorso luglio […]”.
I e le rifugiate sudanesi nei campi profughu hanno dovuto affrontare terribili condizioni umanitarie e di sicurezza, specialmente nella regione di Amhara, dove le milizie locali li hanno sottoposti ad attacchi, rapimenti e stupri. Di conseguenza, alcuni campi profughi sono stati chiusi. Nel frattempo, molti dei e delle rifugiate sudanesi, che si stima siano circa 15.000, non beneficiano della protezione che sarebbe stata loro concessa se avessero avuto lo status di rifugiati.
5. Il governo continua a rallentare i soccorsi in mare
Durante una missione di soccorso nel Mediterraneo Centrale, due Ong hanno soccorso 41 persone. Tuttavia le autorità italiane hanno nuovamente assegnato un porto eccessivamente lontano per lo sbarco.
“Nel cuore della notte tra il 22 e il 23 febbraio, le organizzazioni non governative Sea-Watch, Sea-Eye e Mediterranea Saving Humans hanno tratto in salvo 41 persone migranti alla deriva nel Mediterraneo centrale. I superstiti si trovano ora sulla Sea-Eye 4, ma le autorità italiane hanno indicato Napoli come porto di approdo, una destinazione che implica quasi 40 ore di navigazione supplementari: “Una scelta che prolunga inutilmente la sofferenza di chi è già provato dal mare e dalla fuga”, hanno denunciato le Ong”, riporta la giornalista Francesca Moriero su Fanpage. E ancora: “la sinergia tra le tre organizzazioni fa parte di un’operazione della Flotta Civile, un’alleanza di navi umanitarie che ha l’obiettivo di opporsi alla criminalizzazione dei salvataggi”.
Nel frattempo, “il Mediterraneo centrale rimane uno dei percorsi migratori più pericolosi al mondo: secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), solo tra il 1° gennaio e il 1° febbraio 2025, almeno 36 persone hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il mare, mentre oltre duemila sono state intercettate e ricondotte forzatamente in Libia”.
6. La Polonia sospende il diritto di asilo
Il parlamento polacco ha approvato un disegno di legge che consente al governo di sospendere il diritto di chiedere asilo per le persone che attraversano irregolarmente la frontiera.
“La misura è stata criticata come violazione del diritto europeo e internazionale dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Ma ha ricevuto un sostegno schiacciante dai parlamentari polacchi sia nella coalizione di governo che nell’opposizione […]. Il disegno di legge approvato questa sera dal Sejm metterebbe in atto parti della strategia di Tusk modificando la legge sull’asilo e introducendo un nuovo termine nel lessico giuridico polacco: strumentalizzazione dell’immigrazione”, si legge su Notes from Poland.
E ancora: “in base al disegno di legge polacco, il Ministero dell’Interno sarebbe autorizzato a limitare temporaneamente il diritto di richiedere protezione internazionale se si verifica una strumentalizzazione della migrazione, se questa costituisce una minaccia seria e reale alla sicurezza e se la limitazione del diritto di asilo è necessaria per contrastare la minaccia”.
7. I nostri nuovi articoli su Open Migration
Le notti a dormire davanti alle Questure, per ottenere informazioni, appuntamenti e i rinnovi del proprio permesso di soggiorno sono una realtà che interessa diverse città italiane. A fine gennaio un uomo è morto davanti all’Ufficio Immigrazione della Questura di Roma. Anche da questo episodio sono nate alcune proteste, come quella di Firenze che ci viene raccontata da Marco Biondi. Ce ne parla Marco Biondi.
Foto via X(Twitter)/Sea Watch