Le bufale sui profughi nella corsa per la Casa Bianca
Quanti sono i rifugiati siriani negli Stati Uniti? E quanti di loro sono cristiani? E quanti maschi? Numeri (e bufale) sui profughi che scappano dalla guerra in Siria sono comparsi in questi giorni nei discorsi degli aspiranti presidenti Usa. Su FactCheck.org si sono presi la briga di smontare molte delle affermazioni fatte da Donald Trump e da altri politici americani (repubblicani e democratici).
La pagliuzza siriana e la trave delle armi
Nicholas Kristof in un’editoriale sul New York Times scritto sull’isola greca di Lesbo denuncia la propaganda che negli Usa si fa sulla pelle dei profughi e con le caricature dei rifugiati siriani come jihadisti.
Venissero con me su questa spiaggia a incontrare i profughi, molto incomprensioni si scioglierebbero
e aggiunge
se i politici volessero fermare una minaccia, perché non sviluppare politiche serie per ridurre le morti per arma da fuoco, piuttosto che cercare capri espiatori nelle persone più vulnerabili del mondo?.
L’aiuto vietnamita ai rifugiati
Vietnamiti-canadesi arrivati come rifugiati in Nord America negli anni 70 lanciano una campagna di ricerca di finanziamenti per aiutare alcune famiglie siriane ad arrivare in Canada. Il progetto si chiama Vietnamese Canadians for lifeline Syria.
Il caso eritreo
Una lunga e dettagliata inchiesta Caitlin Chandler su The Nation inquadra il caso dei rifugiati eritrei in Europa. A decine di migliaia fuggono dal corno d’Africa creando un flusso costante che attraversa l’Italia con l’obiettivo di chiedere protezione nei paesi nordeuropei. Ma adesso sempre più spesso trovano le porte chiuse. Dalla Gran Bretagna alla Norvegia, le politiche restrittive.
La rotta balcanica in sedia a rotelle
Il viaggio di Bashar attraverso la rotta dei Balcani nella storia e nelle foto incredibili di Jodi Hilton su Irin News. Bashar viene da Homs, Siria, e ha perso le gambe a causa del diabete. Viaggia sulla sedia a rotelle accompagnato dal figlio con la moglie e i due nipoti.
Retromarcia svedese
Da aprile 2016 la maggior parte dei rifugiati che arriveranno in Svezia potranno godere solo della protezione temporanea. La svolta del governo di Stoccolma creerà effetti a catena in primo luogo sulla Danimarca. Ma lo scontro tra i due paesi separati da un ponte si svolge su molti piani. Lo spiega bene l’Economist.
I rifugiati nel prossimo film di Kaurismaki
Il prossimo film di Aki Kaurismaki si chiamerà Refugee e racconterà la crisi dei rifugiati e l’impatto sulla Finlandia. «La situazione a Tornio – una città lungo il confine nordorientale del paese – mi ha risvegliato qualcosa dentro. Ho sviluppato il progetto in una settimana» ha detto il regista in un’intervista alla tv finlandese. Dopo Miracolo a Le Havre, Kaurismaki torna sulla questione immigrazione con questo secondo episodio di quella che dovrebbe essere una trilogia.