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Homepage >> Approfondimento >> Le donne straniere in carcere

Le donne straniere in carcere

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2 agosto 2023 - Susanna Marietti
Nell'ultimo articolo della serie su persone con background migratorio e carcere, Susanna Marietti si concentra sulle donne presenti negli istituti di pena in Italia. I dati forniti ci parlano di una costante diminuzione di presenze, ma anche di ingressi in carcere. Così come per gli uomini, anche le donne commettono reati legati maggiormente al patrimonio, quindi ad una condizione di bisogno, mentre è quasi inesistente l'associazione di stampo mafioso.

Erano 744 le donne straniere presenti nelle carceri italiane alla data del 30 giugno 2023, pari al 4,1% del totale degli stranieri detenuti e al 29,6% del totale delle donne in carcere. Di queste, il 78,4% aveva una condanna definitiva. Una sola risultava internata con una misura di sicurezza, mentre le restanti si trovavano in carcere in custodia cautelare.

Solo 187 di esse vivevano in una delle quattro carceri interamente femminili d’Italia (che si trovano a Trani, Pozzuoli, Roma e Venezia). Sette donne straniere erano ospitate in Icam (Istituto a custodia attenuata per madri: quattro a Lauro, due a Milano e una a Torino). In linea con il dato generale, i rimanenti circa tre quarti delle donne straniere in carcere erano distribuite nelle 45 sezioni femminili ospitate all’interno di carceri maschili sparse per il paese, con i problemi che ciò comporta in termini di mancanza di attività interne quando le sezioni sono particolarmente piccole. La soluzione non può tuttavia essere quella di accorpare più sezioni, in quanto significherebbe in molti casi spostare le donne dal proprio territorio di appartenenza e allontanarle dai propri affetti. Bisognerebbe piuttosto ragionare sulla possibilità di permettere attività diurne congiunte con la sezione maschile dell’istituto.

L’andamento della detenzione femminile in Italia non presenta grandi variazioni nel tempo, caratterizzandosi per i piccoli numeri nonché per la scarsa pericolosità sociale. La percentuale delle donne in carcere si attesta infatti da molti anni poco sopra il 4% del totale della popolazione detenuta. Guardando alla componente femminile straniera i numeri si movimentano maggiormente, pur senza presentare eccessive sorprese.

Se dal 2010 a oggi la presenza delle donne straniere sulla totalità degli stranieri detenuti scende di un solo punto percentuale, scende invece di tredici punti la presenza delle donne straniere sulla totalità delle donne detenute (dal 42,6% del 2010 al 29,6% del giugno 2023), segno solo in parte del calo generale degli stranieri in carcere, la cui percentuale totale scende nel medesimo arco di tempo di meno di sei punti (dal 36,7% al 31,3%).

È interessante notare come prima del 2022 le donne straniere pesassero in misura percentuale maggiore sul totale delle donne detenute rispetto agli stranieri in generale sul totale dei detenuti. Alla fine del 2010, ad esempio, gli stranieri in carcere erano il 36,7% dei detenuti mentre le donne straniere erano il 42,6% delle donne detenute. Dieci anni dopo, alla fine del 2020, gli stranieri costituivano il 32,5% della popolazione carceraria mentre le donne straniere costituivano il 33,8% della popolazione detenuta femminile. Nel 2022, per la prima volta, il rapporto si inverte, e la percentuale degli stranieri nelle carceri italiane sulla popolazione detenuta complessiva è superiore, sebbene di poco, a quella delle donne straniere sul totale delle donne detenute. Tra le cause di ciò, come vedremo a breve, un calo del peso percentuale dei reati legati alla prostituzione tra le donne straniere detenute.

La nazionalità più rappresentata tra le donne straniere in carcere è quella rumena, con oltre un quarto delle presenze al 30 giugno (193 donne). Seguono la Nigeria (101), la Bosnia ed Erzegovina (44), il Marocco (34, mentre è di gran lunga la comunità più rappresentata tra gli uomini) e la Bulgaria (31). Nazionalità che ci parlano di reati legati alla prostituzione e di una presenza rom tra le donne detenute.

Uno sguardo ai dati di flusso relativi agli ingressi in carcere ci mostra come, a fronte di un netto calo complessivo dovuto a norme volte a evitare le brevi permanenze e a un conseguente calo negli ingressi femminili in generale (quasi dimezzati negli ultimi quindici anni), il calo degli ingressi delle donne straniere è stato ancora più marcato, presentando nel 2022 un numero assoluto notevolmente sotto la metà di quello del 2008. Percentualmente, se gli ingressi che hanno riguardato persone straniere sul totale degli ingressi sono scesi di sei punti nel periodo considerato, gli ingressi delle sole donne straniere sono scesi di quasi due punti sul totale degli ingressi degli stranieri e addirittura di 14 punti sul totale degli ingressi femminili.

Uno sguardo ai reati ascritti alla popolazione detenuta ci mostra come, al 30 giugno 2023, dei 34.947 reati complessivamente ascritti a detenuti stranieri, 1.321 erano ascritti a donne (una percentuale bassa, segno di come gli uomini tendano più delle donne ad avere reati multipli). I reati contro il patrimonio rappresentano il 29,9% del totale dei reati ascritti alle donne straniere detenute e sono decisamente i più rappresentati. Essi rappresentano il 26,3% dei reati ascritti al totale degli stranieri in carcere. La forbice tra uomini e donne è minore per i soli detenuti stranieri che per la totalità della popolazione detenuta, dove i reati contro il patrimonio sono meno rappresentati (29% del totale dei reati ascritti a donne detenute e 24% dei reati ascritti al totale dei detenuti).

Uno scarto in direzione inversa si riscontra nei reati legati alla droga, che sono il 10,2% dei reati ascritti a donne straniere detenute e il 16,7% dei reati ascritti a stranieri detenuti in generale. I reati legati alla prostituzione sono, viceversa, il 5,4% dei reati ascritti a donne straniere e l’1% dei reati ascritti a stranieri (4,4 punti percentuali in più per le donne, segno evidente di una doppia vittimizzazione delle donne straniere, spesso vittime di tratta, che esercitano la prostituzione). Alla fine del 2010 lo scarto era di 6,1 punti percentuali, essendo la prostituzione rappresentata per il 2,8% del totale dei reati ascritti a stranieri detenuti e per l’8,9% dei reati ascritti a donne straniere. I reati legati alle armi, in generale molto meno rappresentati tra i detenuti stranieri rispetto agli italiani, sono l’1,9% dei reati ascritti a detenuti stranieri e solo lo 0,5% dei reati ascritti a donne straniere. I reati contro la pubblica amministrazione sono il 10,1% dei reati ascritti a detenuti stranieri e il 4,9% se consideriamo solo le donne straniere, uno scarto sul quale pesano senz’altro la resistenza e l’oltraggio a pubblico ufficiale. Quasi inesistente l’associazione di stampo mafioso tra i detenuti stranieri.

Chiudiamo con uno sguardo sui bambini che vivono in carcere con le loro madri: al 30 giugno 2023 erano 18 le donne con un figlio in carcere, di cui 11 straniere. Nel tempo, le donne straniere che portano figli in carcere sono sempre state sovra-rappresentate (erano 9 su 16 alla fine del 2022, 10 su 16 alla fine del 2021, 17 su 30 alla fine del 2020).

I primi due articoli della serie sono qui e qui.

La foto di copertina è di Inside carceri, webdoc di Antigone e Next New Media.

Etichettato con:Antigone, Carcere, criminalità, diritti, Donne, giustizia, integrazione, reati, sicurezza

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