Open Migration

  • Chi Siamo
  • Contattaci Open Migration
  • Newsletter Open Migration
  • Condividi
  • Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.

Subscribe to our mailing list

* indicates required
  • IT
  • EN
  • Missione
  • Politiche di frontiera
  • Diritto d’Asilo
  • Immigrazione & Integrazione
  • Dati
    • Dashboard
    • Infografiche
    • Fact-checking
  • Risorse
    • Approfondimento
    • Idee
    • Web review
    • Glossario
    • Quiz
  • Sostienici
Homepage >> Approfondimento >> Lo strano caso dei richiedenti asilo cinesi in Italia [2]

Lo strano caso dei richiedenti asilo cinesi in Italia [2]

Share
29 marzo 2017 - Lorenzo Bagnoli
Questa è la storia di Xia, giovane cinese cristiana evangelica in fuga dalle persecuzioni che subiva nel proprio paese, e di Clarissa, che ha accolto Xia ed altri come lei nella sua chiesa evangelica milanese.

Leggi la prima puntata dell’approfondimento sullo strano caso dei richiedenti asilo cinesi.
Su richiesta dei protagonisti di questa vicenda, i nomi cinesi sono di fantasia. Il nome delle associazioni evangeliche coinvolte è stato omesso per evitare che i richiedenti asilo possano essere riconosciuti.

La storia di Xia, che è fuggita

Parlare è difficile, anche con un interprete. Il dialetto cinese delle aree rurali è ben più difficile della lingua parlata in città. Anche le applicazioni che traducono in simultanea, a volte, non sono sufficienti. Così Xia, richiedente asilo di 27 anni, decide di scrivere la sua storia, seguendo cinque domande guida. In un linguaggio asciutto e diretto, profondamente influenzato da formule evangeliche, Xia descrive ciò che l’ha portata a “bruciare le frontiere”, come si direbbe per un immigrato che viene dal Nord Africa. Perché, a un certo punto della sua storia, si sentiva in pericolo per la religione in cui crede.

Si è avvicinata al Cristianesimo, lei che non è nata in una famiglia cristiana, a 9 anni, dopo un funerale. Sua zia le consegnò una Bibbia e cominciò a farla pregare in una “chiesa domestica”. In inglese sono definite così, “House church”, queste stanze di case private adibite ad accogliere celebrazioni di piccoli gruppi, al riparo da occhi indiscreti. Chiese clandestine. Pregare è di per sé un’attività illegale, se fatto in gruppo. Comincia così il tortuoso percorso di fede di Xia.

Negli anni, sente parlare del Three-Self Patriotic Movement, una sorta di chiesa parallela costituita dal governo. Three-Self perché i tre principi su cui si basa sono – spiega  Xia – “Auto-governo”, “Auto-supporto” ed “Auto-diffusione”. “Auto” in quanto attività autonoma da qualunque altra chiesa straniera. In sostanza, è una chiesa di Stato che secondo Xia serve al governo per mostrarsi tollerante verso la religione. Una maschera per l’Occidente: “Ho sentito qualche fratello e qualche sorella dire che il Three-Self non risponde a Dio ma al Partito comunista cinese”. Il Three-Self, nella visione di Xia, è lo strumento che si frappone tra i cinesi è la vera conoscenza di Dio. “Ricordo che a Natale i membri del Comitato Centrale andavano in chiesa per assicurarsi che prima venissero cantati inni per lodare il partito (il tema dei canti si basava sul principio: “Se non c’è il partito comunista non c’è la nuova Cina”), e solo dopo si potevano cantare inni per lodare Dio. I cristiani credono che questo non sia in accordo con l’insegnamento del Signore. Infatti Gesù dice: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo» (Luca 14:26)”. La testimonianza di Xia è disseminata di citazioni dalla Bibbia e dal Vangelo.

Chinese-Bible-opened

La Bibbia in cinese – foto via United Bible Societies.

La prima volta che Xia ha conosciuto i modi della polizia cinese è stato quando aveva 12 anni. All’epoca, anche sua mamma aveva cominciato a frequentare i cristiani. La polizia confiscò loro Bibbie e sermoni registrati, dopo la delazione di una vicina. Tre dei predicatori da cui andavano furono arrestati. Da allora dice di essere essere stata costretta a vivere come una nomade. Nel 2010 la situazione è ulteriormente peggiorata: le retate si sono fatte più frequenti e la madre ne ha scampata una di un soffio. Nel 2013 alla lista di proscrizione degli evangelizzatori cinesi si aggiunse il suo nome: Xia, infatti, cercava universitari da convertire. “Evitai una cattura perché una sorella (un’altra fedele, ndr) mi fece nascondere tra le cianfrusaglie della casa, in uno sgabuzzino”, scrive. Poi, ad aprile 2015, il primo arresto: “Mi hanno preso mentre evangelizzavo – racconta -. In caserma mi hanno ustionata con acqua bollente e inciso il dorso delle mani con delle lame. Per essere rilasciata mi hanno costretto a pagare una multa di 2000 yuan (quasi metà dello stipendio medio in Cina, ndr)”. A dicembre 2015 un suo collega s’è finto interessato al cristianesimo solo per infiltrarsi, accusa Xia, e denunciarla alle autorità. “Da quel momento non smisero mai di pedinarmi”, aggiunge. Ha deciso di partire in quel momento: in mano un passaporto visto turistico e un biglietto aereo di andata e ritorno, per non destare sospetto. Alla fine, la Commissione territoriale le ha concesso lo status di rifugiato politico.  

La storia di Clarissa, che accoglie

“Da quando è cominciata questa storia mi chiedo ogni giorno: sarei disposta a lasciare mia madre e mio padre per amore di Dio? Da cristiana, è una domanda che mi sconvolge”. Questa storia è entrata nella vita di Clarissa, cristiana evangelica di Milano, da undici mesi. Quando per la prima volta ha ricevuto una strana telefonata: una signora la chiamava per conto di due donne cinesi, mai conosciute prima. Avevano trovato il nome dell’associazione dove è responsabile degli aiuti umanitari. “Era impossibile parlare – racconta Clarissa -, usavamo il traduttore sul telefono, ma le conversazioni erano minime”. Trovare un interprete è stata un’impresa: “Queste donne non si fidavano di nessun cinese che presentavo loro. Alzavano sempre un muro. Avevano sempre paura di essere denunciate alle autorità cinesi”. Clarissa racconta che qualche cinese che ha incontrato nel tentativo di trovare un aiuto, li ha definiti “una setta”: “Voleva farli passare per terroristi”. L’ossessione di essere denunciate è tanto forte che per vincerla è stato necessario l’aiuto di una ricercatrice volontaria all’associazione Naga, Alessandra, italiana che parla cinese.

In questi 11 mesi, la chiesa italiana dove prega Clarissa ha accolto più di 15 richiedenti asilo. “Nessuno ci ha mai chiesto nulla se non un aiuto per presentare la domanda d’asilo – racconta Clarissa -. Solo una donna aveva chiesto di entrare in un centro d’accoglienza, ma l’assistente sociale ha detto che l’unico posto disponibile era in Calabria. Ha rifiutato perché giustamente aveva paura di restare sola”.

Le storie dei richiedenti risuonano nel vissuto di Clarissa. Anni fa ha introdotto delle Bibbie in Vietnam, insieme al marito, mentre la madre, già 20 anni fa, cercava a fatica di fare opere di evangelizzazione in Cina, dove qualunque religione era al bando. “Le loro sono storie vere. Sappiamo tutti quello che accade in Cina”, assicura. “Sognano ancora le retate della polizia. Prego per loro che la Commissione territoriale possa accettare le loro richieste”. A maggio e a giugno sono stati convocati per ricevere il responso.

“Almeno sette di loro sono qui tutte le domeniche, pur senza capire l’italiano”, racconta Clarissa.

Domenica al teatro dove prega questa missione evangelica, i fedeli cinesi sono 15. Non sono famiglie, ma persone che si sono conosciute solo una volta arrivati in Italia. Più che una funzione religiosa, la messa è una performance collettiva che si svolge per di più in piedi: la preghiera si fonde alla danza e al canto. Sul monitor appeso al centro del palco da cui parla la pastore scorrono immagini e parole: da estratti della Bibbia, fino a una sorta di “parabole contemporanee”. Il tema del giorno è quello che accade dopo la morte. La maggior parte dei cinesi sta insieme, un po’ defilata, nel settore in fondo del teatro. Un’interprete traduce in tempo reale per chi sta nelle vicinanze. Un ragazzo di 20 anni e un signore che sembra vicino ai cinquanta ascoltano le parole ripetute dal traduttore del cellulare. Il filo degli auricolari che li unisce li costringe a stare immobili e quasi appiccicati. “Senza interprete, questo è l’unico modo che hanno per seguire”, racconta Clarissa.

Nonostante l’atmosfera festosa e le parole di sostegno dei fedeli, è ancora presto per infrangere il muro di diffidenza che isola queste persone. Diffidenti verso i cinesi, ancora troppo avulse dal contesto italiano per integrarsi. Nessuno di loro, ancora, sente di poter condividere la propria storia.

 

Foto di copertina: una donna cinese cristiana legge la Bibbia – di Lucas mohamd (CC BY-NC-ND 2.0).

Etichettato con:Cina, cristiani evangelici, persecuzioni, richiedenti asilo cinesi

Sostieni Open Migration! Facendo una donazione ci aiuterai ad offrire più informazione di alta qualità. SOSTIENICI

Related articles

  • La Danimarca mina i diritti dei richiedenti asilo con una nuova legge che esternalizza l’intero processo (asilo incluso)La Danimarca mina i diritti dei richiedenti asilo con una nuova legge che esternalizza l’intero processo (asilo incluso)
  • La Cedu condanna il Belgio per non aver fornito riparo ai richiedenti asiloLa Cedu condanna il Belgio per non aver fornito riparo ai richiedenti asilo

Web review

I migliori articoli su rifugiati e immigrazione 12/2023

Mediterraneo: tutti contro i soccorritori 28 marzo 2023 Open Migration

Twitter feed

Tweets by open_migration
Sostienici

Open Migration

Open Migration produce informazione di qualità sul fenomeno delle migrazioni e dei rifugiati, per colmare le lacune nell’opinione pubblica e nei media.

Le migrazioni rappresentano la storia più profonda della nostra epoca. Open Migration ha scelto di raccontarla attraverso l’analisi di dati oggettivi.

CILD Open Society Foundations Open Society Foundations

Categorie

  • Diritto d’Asilo
  • Politiche di frontiera
  • Immigrazione & Integrazione
  • Dati
    • Dashboard
    • Infografiche
    • Fact-checking
  • Risorse
    • Approfondimento
    • Idee
    • Web review
    • Glossario
    • Quiz
  • Chi Siamo
  • Missione
  • Privacy policy
Newsletter

Subscribe to our mailing list

* indicates required

Contattaci

CILD - Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili
[email protected]

Follow us

Facebook Open Migration Twitter Open Migration
Creative Commons License
openmigration.org by CILD is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License.
Permissions beyond the scope of this license may be available at [email protected]

© 2017 Open Migration

Questo sito utilizza cookie esclusivamente di natura tecnica e statistica in forma anonima. Disabilitare i cookie tecnici potrebbe avere effetti imprevisti sulle modalità di visualizzazione della pagina.OkCookie policy