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Homepage >> detenzione migranti

L’epopea di Djokovic e le crudeli politiche di immigrazione australiane

gennaio 26, 2022 - Fabi Fugazza
La volontà del campione serbo di disputare l’Australian Open si è scontrata con le ferree regole australiane in materia di immigrazione - e con il potere quasi divino del ministro che le sovraintende. Assistito dai migliori avvocati e sostenuto da una fetta importante di opinione pubblica ha dovuto rinunciare alla rincorsa all’ennesimo titolo slam ed è stato espulso dal Paese. Per molti altri, però, tentare di entrare in Australia senza il giusto titolo può significare anni di detenzione e deportazioni su isole remote. Ce ne parla Fabi Fugazza*.

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Detenzione migrante ai tempi del Covid

luglio 13, 2020 - Flaminia Delle Cese
Che senso ha detenere dei cittadini stranieri nei Cpr in un periodo in cui la limitazione della mobilità internazionale impedisce di effettuare i rimpatri? Ha senso privare della libertà personale degli individui che non hanno commesso un reato e che nel 50% dei casi saranno rilasciati dai Cpr e rimessi in libertà come irregolari? Che senso ha prevedere periodi di quarantena sulle navi per le persone sbarcate sulle coste italiane quando ormai le migliaia di persone che arrivano via aerea o attraverso i confini terrestri non hanno l’obbligo di sottoporsi a questa misure? Con un proprio rapporto CILD cerca di dimostrare l’inefficacia, l’inutilità e l’ingente costo, in termini umani ed economici, che rappresentano i luoghi di trattenimento per gli stranieri.

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Moria: la crisi della salute mentale alle porte d’Europa

novembre 29, 2018 - Marianna Karakoulaki
Migliaia di persone vivono ammassate in tende, suddivise in base al gruppo etnico di appartenenza. Siamo a Moria, sull’isola di Lesbo, il centro per migranti tristemente noto per le terribili condizioni in cui versa e per i problemi di salute delle persone che ospita. Tra gli assistiti dal International Rescue Committee 64% soffre di depressione, il 60% ha pensieri suicidi e il 29% ha provato a togliersi la vita. Marianna Karakoulaki ci racconta i loro sogni, le speranze e la realtà che invece sono costretti a vivere.

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I 10 migliori articoli su rifugiati e immigrazione 26/2018

luglio 10, 2018 - Open Migration
Nella settimana in cui il Parlamento europeo vota per decriminalizzare la solidarietà verso i migranti e la Commissione europea dichiara contrari al diritto internazionale e ai valori europei i rimpatri verso la Libia, nel Mediterraneo centrale non ci sono più imbarcazioni di soccorso delle Ong e i viaggi dalla Libia sono i più rischiosi da quando si è iniziato a registrarli.

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I 10 migliori articoli su rifugiati e immigrazione 35/2017

settembre 5, 2017 - Open Migration
La detenzione in Libia è già un business: le rivelazioni delle inchieste internazionali sul coinvolgimento dell’Italia negli accordi economici con le milizie libiche fanno il paio con l’ipotesi di un piano di aiuti alla Libia da sei miliardi, anticipato da un’intervista del presidente del Parlamento europeo Tajani a Repubblica. E i migranti sono un affare anche in Niger, dove vengono inseguiti dai militari e cercano altri percorsi nel deserto, rischiando la morte per disidratazione. Intanto a Roma la tensione aumenta ma le soluzioni non emergono...

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I 10 migliori articoli su rifugiati e immigrazione 33/2017

agosto 22, 2017 - Open Migration
In Italia diminuiscono gli sbarchi e secondo il governo è merito del codice delle Ong - ma le vere cause sono molto più complesse ed hanno a che fare con gli accordi con la Libia, lo strapotere della pericolosa guardia costiera libica e anche l’Egitto di Al Sisi (ed il sacrificio della ricerca della verità per Giulio Regeni).

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Quattro domande cruciali sulla Libia a Nancy Porsia

agosto 11, 2017 - Open Migration
Il 10 agosto 2017, nel bel mezzo del tormentone contro la presunta disobbedienza delle Ong al codice di condotta del Viminale, la Marina libica, per voce del generale Abdelhakim Bouhaliya, comandante della base navale di Tripoli di Abu Sitta, annuncia di voler allargare il divieto di ingresso alle Ong di decine di chilometri oltre le canoniche 12 miglia nautiche nazionali, quindi in acque internazionali, istituendo una propria zona di "Search and rescue" per intercettare e riportare i migranti in Libia. Si presume si tratti del ripristino della zona Sar imposta a suo tempo da Muammar Gheddafi - una decisione unilaterale la cui legalità è dubbia. La Guardia Costiera italiana chiede alle Ong di arretrare le operazioni per la loro sicurezza. Il 12 agosto SOS Mediterranee ottiene che il famoso "codice di condotta" venga modificato fino a riprendere praticamente la forma della legislazione già vigente e già rispettata dalle Ong, e lo firma, ma intanto prima Msf con la sua nave Prudence, poi la Sea-Eye, poi anche Save The Children annunciano la sospensione del soccorso, perché la Guardia Costiera italiana non è più in grado di garantire operazioni in sicurezza, e perché quelle operazioni le renderebbero complici della Guardia Costiera libica notoriamente collusa con i trafficanti. Msf e Sea-Eye avvertono: così si apre una falla mortale nella solidarietà nel Mediterraneo. Intanto, chi viene respinto dalla Guardia Costiera libica in questi giorni finisce di nuovo nei famigerati campi di detenzione da cui era partito. Abbiamo chiesto alla giornalista specializzata Nancy Porsia di spiegarci com'è la situazione in Libia.

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I migliori articoli su rifugiati e immigrazione 18/2025

Detenere, criminalizzare e punire 6 maggio 2025 Open Migration

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Le migrazioni rappresentano la storia più profonda della nostra epoca. Open Migration ha scelto di raccontarla attraverso l’analisi di dati oggettivi.

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