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Homepage >> Web review >> I 10 migliori articoli su rifugiati e immigrazione 13/2019

I 10 migliori articoli su rifugiati e immigrazione 13/2019

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2 aprile 2019
Dalla visita del Papa in Marocco, al rinnovo (di soli 6 mesi) dell’operazione Sophia, passando per i dati sulla cittadinanza in Italia e per uno studio sorprendente: l’emigrazione spaventa più dell’immigrazione.

1. La visita del Papa in Marocco accende l’attenzione sui migranti nel paese

Con la rotta del Mediterraneo centrale sempre più fatale, il Marocco è diventato la principale destinazione per i migranti africani che cercano di raggiungere l’Europa.

Un primato non troppo ricordato dall’opinione pubblica, ma ben noto a livello politico, con l’Europa che ha già iniziato a collaborare con il Marocco in un’ottica di controllo dei flussi migratori. Proprio mentre il paese nordafricano con arresti, deportazioni ed espulsioni si sta allineando alle richieste europee, arriva la visita di Papa Francesco che su rifugiati e migranti si è molto esposto in questi anni.

“La questione della migrazione non sarà mai risolta sollevando barriere, fomentando la paura degli altri o negando assistenza a coloro che aspirano legittimamente a una vita migliore per se stessi e le loro famiglie” ha dichiarato il pontefice nel corso della cerimonia di benvenuto.

Posizione che ha ribadito anche durante il viaggio di ritorno “non entra nella mia testa veder affogare la gente nel Mediterraneo”.

2. Decreto Salvini, cosa cambia per rifugiati e richiedenti asilo?

Molta confusione circonda cosa sia cambiato concretamente per migranti e richiedenti asilo in Italia dopo l’approvazione del decreto Salvini. Abrogazione della protezione umanitaria, restringimento del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, allungamento del periodo di reclusione nei Centri permanenti per il rimpatrio: sono solo alcuni aspetti che la legge andrà a modificare e che avevamo approfondito con Claudia Torrisi.

Il sito Infomigrants ha raccolto le principali questione sollevate dalla nuova normativa ed ha provato a rispondere più dettagliatamente ai dubbi dei suoi lettori intervistando l’avvocato della Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili Gennaro Santoro.

3. Cosa ci dicono i numeri sulla cittadinanza in Italia

“Con questa legge l’Italia è già oggi il Paese che dà più cittadinanze a cittadini stranieri in tutta Europa, quindi non penso ci sia bisogno di cambiare niente”. Con questa battuta il ministro Salvini aveva liquidato il dibattito sulla cittadinanza, in questi giorni di nuovo al centro della discussione pubblica. Le cose stanno davvero così?

Pagella politica ha analizzato i dati a disposizione: “nel 2017 l’Italia è stato il Paese Ue che ha concesso più cittadinanze di tutti agli stranieri, seguito dal Regno Unito (123.106), Germania (115.421) e Francia (114.274)”.

I dati cambiano di molto però se si allarga il periodo di riferimento: “dal 2006 al 2017, l’Italia ha infatti concesso un totale di 1.138.120 nuove cittadinanze italiane a cittadini stranieri, nello stesso periodo la Germania ne ha date 1.317.796 la Spagna 1.393.999, la Francia 1.456.978 e il Regno Unito 1.941.311 (il 41,3 per cento in più dell’Italia).

4. L’Operazione Sophia si avvia verso la fine

La principale operazione militare dell’UE contro l’immigrazione illegale proveniente dalla costa libica sta iniziando a essere smantellata. I leader dei paesi membri hanno deciso mercoledì di estendere la missione Sophia per altri sei mesi, ma spogliandola della sua componente più significativa, quella navale.

La decisione impedisce una brusca fine della missione, che scade il 31 marzo, ma limita di gran parte le sue funzioni relegandole al solo monitoraggio aereo del Mediterraneo centrale.

Tra i motivi principali della cessazione della missione – avviata nel 2015 con l’ambizioso scopo di smantellare le mafie che trafficano con i migranti – va sicuramente annoverato il rifiuto dell’Italia a far sbarcare nei suoi porti i migranti soccorsi dalle navi.

Dall’inizio delle operazioni la missione “Sophia” avrebbe salvato più di cinquantamila migranti. Dure le reazioni delle associazioni: per lo European Council on Refugees and Exiles la fine dello spiegamento di navi nel Mediterraneo significa “cessare l’unico elemento positivo dell’opera dell’operazione Sophia”, mentre per Matteo de Bellis, ricercatore per Amnesty International si tratta di una scelta  “vergognosa” che “non ha nulla a che fare con i bisogni delle persone che rischiano la vita in mare“.

5. In Tunisia la mancanza di cure adeguate può costare la vita

In viaggio per due anni, fuggendo dall’Eritrea della coscrizione obbligatoria attraverso il Sudan, l’Egitto e la Libia, per raggiungere la Tunisia. Poi il trasferimento in un ospedale ospedale psichiatrico a Sfax, 210 km a nord di Medenine, dove trattenuto nella struttura e senza nessuna cura adeguata ha deciso di togliersi la vita. La storia di Nato* raccontata per Al Jazeera da Sara Creta è purtroppo troppo simile a quella di centinaia di altre persone.

“Non sono sorpreso da quello che è successo a Nato”, ha detto un ragazzo di 16 anni ospite di un centro Unhcr. “Ci tengono semplicemente qui senza fornirci alcun supporto e dopo […] abbiamo assistito all’uccisione dei nostri amici, ci sentiamo completamente abbandonati, non ci sentiamo sicuri e protetti“.

*nome di fantasia

6. L’emigrazione è la nuova immigrazione

L’opinione pubblica di 3 paesi dell’Europa dell’est, Romania, Polonia e Ungheria e di tre paesi dell’Europa del Sud Spagna, Italia e Grecia, è più preoccupata degli effetti prodotti dall’emigrazione che da quelli dovuti all’immigrazione.

A rivelarlo è un sondaggio commissionato dall’European Council on Foreign Relations e condotto da YouGov, per indagare le principali preoccupazione dei cittadini in vista delle elezioni del parlamento europeo di maggio.

I sei paesi sono tra quelli che più sentono il calo delle nascite e la forte emigrazione – qui avevamo approfondito il caso dell’Italia – e il tema delle partenze è molto sentito, mentre quello dell’immigrazione resta preponderante nei paesi del nord Europa.

Come ricordano Mark Rice-Oxley e Jennifer Rankin per il Guardian, in alcuni casi gli intervistati si sono spinti a chiedere misure che impediscano le partenze dei connazionali.

7. A Malta due sono accusati di aver dirottato una nave

Due minori e un ragazzo di 19 anni sono stati accusati di aver dirottato la petroliera El Hiblu 1, che li aveva salvati al largo delle coste della Libia.

Secondo la testimonianza del capitano della nave, i migranti tratti in salvo avrebbero iniziato a minacciare violenza una volta capito che la nave li stava riportando in Libia costrigendolo a far rotta verso l’Europa. Uno degli accusati è stato identificato dal tribunale come un 19enne originario della Guinea. Gli altri due sono due minori: un quindicenne, anch’esso della Guinea, e un sedicenne della Costa d’Avorio. Tutti e tre si sono dichiarati innocenti nel corso del processo a La Valletta.

Per la legge maltese, il dirottamento di una nave è considerato un atto di terrorismo che può comportare una pena che va dai  sette anni all’ergastolo.

8. La Francia non potrà più espellere migranti verso la Spagna appellandosi alla minaccia del terrorismo

Non solo al confine alpino con l’Italia, la Francia negli ultimi ha fatto sentire la voce grossa anche con la Spagna espellendo verso il paese iberico decine di migranti che avevano attraversato illegalmente i Pirenei. Ora una sentenza della Corte di giustizia europea dichiara la pratica illegittima.

Finora le espulsioni erano state giustificate appellandosi alla minaccia terroristica, ma per i giudici di Strasburgo la presenza di controlli per motivi di sicurezza non può portare a considerare la Spagna come un paese terzo extra europeo. La Francia, quindi, per espellere un immigrato irregolare dal suo territorio deve seguire gli accordi bilaterali e la Direttiva europea sui rimpatri.

9. Più di un milione di dolori: lo sfruttamento sessuale di giovani e minori in Italia

Rifugiati e migranti che cercano di raggiungere l’Europa dall’Africa sono stati sottoposti a violenze sessuali orribili e di routine nei centri di detenzione libici. Ma se delle violenze sessuali cui sono costantemente sottoposte donne e ragazze lungo la rotta che dall’Africa subsahariana porta in Italia si è scritto e discusso molto, meno conosciuta è la condizione di uomini, ragazzi e minori non accompagnati.

Un recente report a cura della Women’s Refugee Commission – “More Than One Million Pains”: Sexual Violence Against Men and Boys on the Central Mediterranean Route to Italy – tenta di coprire questa lacuna. Frutto di lavoro sul campo in Sicilia e a Roma, il report fa luce su casi di violenza sessuale e sfruttamento di migranti, sia durante il lungo viaggio sulla rotta del Mediterraneo centrale, sia una volta raggiunta l’Europa. Per molti, infatti, aver raggiunto l’Italia non significa fine della sofferenza né dello sfruttamento.

Proprio in questi giorni, intanto, alcuni medici italiani hanno lanciato un appello sul British Medical Journal: in 6 anni oltre 1.500 braccianti stranieri vittime nei campi.

10. Come si vince la retorica populista sui rifugiati?

A pochi mesi dalle elezioni europee appare chiaro come le destre e i partiti i populisti, che sull’emergenza rifugiati hanno costruito il loro successo, ambiscano ad ottenere un risultato importante. I partiti politici tradizionali pare invece abbiano abbandonato qualsiasi sforzo per riformare le politiche di asilo e migrazione a livello continentale. Le nuove proposte appaiono deboli (l’assunzione di 10.000 guardie di frontiera dell’Unione europea), non consegnabili (“piattaforme regionali” in Africa) o vuoti slogan elettorali (“centri controllati” all’interno dei confini dell’Unione). Cosa fare allora per sconfiggere la retorica populista sui rifugiati? John Dalhuisen prova a spiegarcelo dalle pagine del New York Times.

 

Etichettato con:British Medical Journal, cittadinanza, confine Francia-Spagna, decreto Salvini, emigrazione, European Council on Foreign Relations, Francia, Malta, Marocco, More Than One Million Pains”: Sexual Violence Against Men and Boys on the Central Mediterranean Route to Italy, Operazione Sophia, Papa Francesco, Tunisia, Women's Refugee Commission

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