1. I risultati in Europa
Più di 400 milioni di europei in 28 stati sono stati chiamati a rinnovare per un mandato di 5 anni il Parlamento europeo, l’unico organo dell’Unione europea eletto direttamente.
Quello delle migrazioni è apparso un tema meno dibattuto che in passato, ma i risultati elettorali che queste elezioni hanno sancito porteranno sicuramente novità in tema di rifugiati e migranti sia a livello nazionale che europeo.
In Grecia, paese simbolo della crisi dei rifugiati – qui i nostri reportage dal Campo di Moria sull’isola di Lesbo – il voto è apparso un referendum sull’attuale premier di sinistra Alexis Tsipras, che sconfitto indirà elezioni anticipate. Intanto non si fermano le denunce per le condizioni dei migranti sulle isole dell’Egeo, l’ultima dall’Isola di Samos.
In Francia – dove Marine Le Pen sorpassa Macron e chiede elezioni anticipate – le condizioni dei migranti bloccati a Calais sono per certi versi più precarie che in passato e sul loro futuro pesa anche il dilemma della Brexit, tanto più che nel Regno Unito quello dei Brexiters è il primo partito.
In Ungheria infine, dove gli abusi ai danni dei migranti sono ormai una questione urgente anche per la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Fidesz, il partito del primo ministro Orban, con il 52% di voti si conferma sempre più primo partito.
I partiti populisti si rafforzano dunque, ma i partiti europeisti mantengono ancora una certa forza, quale futuro attendersi dunque per i temi legati alla migrazione come la tanto auspicata riforma del Regolamento di Dublino?
2. Il voto in Italia
Per Matteo Salvini è una vittoria senza precedenti: con il 34% il suo partito, la Lega, non solo cresce in modo esponenziale rispetto le scorse europee, ma raddoppia i consensi rispetto alle ultime elezioni politiche in cui si era fermato al 17%. A perdere consensi è invece l’alleato di governo il Movimento 5 Stelle che ottiene il peggior risultato di sempre, il 16,57%, e diventa il terzo partito italiano, superato dal Partito Democratico con il 23% dei voti.
A rendere più evidente la vittoria leghista ci pensa anche l’affermazione – almeno per i voti relativi al parlamento europeo – in due luoghi simbolo dell’accoglienza.
Come scrive Felice Cavallaro sul Corriere della Sera, la Lega diventa primo partito sull’Isola più a sud d’Italia ma anche a Riace, città diventata negli anni simbolo di accoglienza e scossa dalla recente inchiesta sul sistema Sprar.
Se per il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, “accogliere i migranti è diventata una colpa”, l’isola solidale ha comunque motivo di sorridere: il medico Pietro Bortolo – da sempre in prima linea nel soccorso ai migranti – è stato eletto con 200 mila preferenze al Parlamento europeo.
3. Accusati di aver Dirottato una nave: assolti per legittima difesa due migranti
Per il ministro degli Interni dovevano “scendere in manette” dalla nave Diciotti ferma al porto di Trapani. Ora, dopo 10 mesi passati in carcere, Ibrahim Tuani, 32 anni originario del Senegal e Ibrahim Amid, ghanese di 27 anni sono stati assolti dal Tribunale di Trapani.
Come ricostruisce Agi, nel luglio dello scorso anno i due giovani avevano accerchiato il comandante della nave che li aveva salvati – la Vos Thalassa – per impedire di essere rispediti in Libia, dove la nave si stava dirigendo sotto gli ordini di Roma.
Per il Fatto Quotidiano, che riprende il racconto dei membri dell’equipaggio, i due avevano mimato il taglio della gola, gesto interpretato dal comandante del rimorchiatore come una chiara minaccia.
🔴 Court finds: No ship abduction but legitimate self-defense. Once again Italian courts rule against interior minister #Salvini and his illegal policy of port closure – #CivilDisobedience by the refugees meet #ConstitutionalObedience by the authorities!https://t.co/gVtFuE6HRu
— Sea-Watch International (@seawatch_intl) May 25, 2019
Secondo gli altri compagni di viaggio, il gesto invece – accompagnato dalle parole “No Libia” – avrebbe voluto significare il reale pericolo di vita per i migranti una volta riportati in Libia. Questa è stata poi la versione condivisa anche dal giudice che ha disposto l’immediata scarcerazione dei due dopo averli assolti: “il dirottamento, non costituisce reato perché avvenuto per legittima difesa dovuta alla prospettiva di essere riportati in un Paese insicuro e pericoloso”.
4. Insegnante di inglese in Italia o espulso in Nigeria: quale futuro per Taiwo?
È rimasto orfano, ha attraversato il deserto, è stato picchiato nei centri di detenzione in Libia, ha affrontato i pericoli del mare per arrivare in Italia e adesso rischia di essere espulso e riportato là, da dove è fuggito tre anni fa. A volerla raccontare brevemente, sarebbe questa la storia di Taiwo, si perderebbe però un tassello importante della sua vita e di quella della comunità che l’ha ospitato: Taiwo insegna agli alunni di prima, seconda e terza elementare della scuola del paese, inseriti nel progetto “Bimbisvegli” ed è il maestro di inglese preferito dai bambini. E proprio dai bambini nasce l’appello per fermare l’espulsione.
5. Il Tar dà ragione al Comune di Riace: annullata l’esclusione del borgo dal sistema di accoglienza
Il TAR di Reggio Calabria ha accolto il ricorso contro il provvedimento con cui, lo scorso ottobre, il Ministero dell’Interno aveva escluso il Comune di Riace dal sistema SPRAR.
Per i giudici amministrativi le contestazioni mosse dal Viminale sono da considerarsi troppo generiche e lacunose, risultando assenti o poco precisi i riferimenti a specifiche criticità.
I magistrati, hanno ritenuto paradossale e contraddittorio che il ministero abbia avviato una procedura meno di un mese dopo aver autorizzato la proroga dei progetti per un triennio, senza peraltro aver comminato penalità alcuna. Come riportato dal Corriere della Sera: “il Ministero degli Interni non ha mai puntualmente contestato al Comune di Riace le irregolarità rilevate, né gli ha mai assegnato, così come avrebbe dovuto, un termine per ottemperare. I giudici del Tar contestano al Ministero anche di aver fondato la revoca dei finanziamenti su «difficoltà del sistema Riace» già note e che, anzi, non avevano a suo tempo impedito la precedente decisione di prosecuzione del finanziamento al Comune”.
Il sistema di Riace era considerato un’esperienza di accoglienza unica e aveva portato negli anni il piccolo borgo calabrese ad essere conosciuto anche fuori dall’Italia.
“Bella notizia” – ha commentato l’ex sindaco Mimmo Lucano a Repubblica – “anche se resta l’amarezza per l’esperienza interrotta. Le persone sono state trasferite e i danni sono stati fatti. Ma almeno si ristabilisce dal punto di vista amministrativo un po’ di giustizia”.
6. I profili di incostituzionalità del Decreto Salvini
Mentre nell’ultima settimana il governo ha discusso diverse bozze di un decreto sicurezza bis su immigrazione e sicurezza che prevede un’ulteriore criminalizzazione del soccorso in mare, la riforma del codice penale, maggiori finanziamenti per i rimpatri e l’estensione dei poteri delle forze di polizia – in questo articolo di Internazionale, Annalisa Camilli ne elenca tutte le principali critiche – la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili ha pubblicato un e-book che raccoglie le principali criticità legate al primo.
Dall’abolizione della protezione umanitaria che permetteva la piena attuazione del diritto di asilo previsto dalla Costituzione, a norme che prevedono la detenzione amministrativa per i richiedenti asilo (motivo per cui l’Italia è già stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in passato): avvocati, professori ed esperti del settore analizzano tutti gli aspetti gli aspetti del Decreto Salvini in contrasto con norme costituzionali e internazionali.
Intanto anche i magistrati di Genova sconfessano il “decreto sicurezza”: il divieto di iscrizione anagrafica lede i diritti fondamentali.
7. Denunce di rimpatri tra i rifugiati siriani in Libano
Il Libano avrebbe rimpatriato sommariamente almeno 16 siriani appena atterrati all’aeroporto di Beirut, alcuni dei quali registrati come rifugiati, denuncia Human Rights Watch.
Secondo l’organizzazione umanitaria, nonostante avessero espresso il timore di subire torture o persecuzioni una volta di ritorno in Siria, ai migranti non sarebbe stata data possibilità di chiedere l’asilo e sarebbero stati costretti a firmare moduli di “rimpatrio volontario”.
“Le autorità libanesi non dovrebbero deportare nessuno in Siria senza prima concedere un’opportunità di richiedere protezione e senza prima assicurarsi che non corrano un rischio reale di persecuzioni, torture o altri gravi danni una volta espulsi”, ha affermato Lama Fakih, direttrice per il medioriente di Human Rights Watch.
Sulle difficoltà e sui rischi legati ai rimpatri volontari dal Libano alla Siria aveva indagato Laura Cappon in questo reportage dal paese dei cedri.
8. Se la Libia non è più un porto sicuro (neanche per Salvini)
Tornano a crescere gli sbarchi di migranti in Italia. A maggio gli arrivi in Italia sono triplicati: 700 persone in tre settimane – con punte di 8 sbarchi in 24 ore come ricorda Alessandra Ziniti su Repubblica – mentre ha sfondato quota 500 il numero di morti in mare.
Dalla Libia in permanente scontro si continua a partire e ora sembra accorgersene anche il ministro degli Interni:
“Adesso la Libia è un porto insicuro, instabile, ed è un problema non solo sul fronte immigrazione. Stiamo lavorando per riportare serenità” queste le parole di Matteo Salvini alla trasmissione di SkyTg24 la Tribù. Un dietrofront quello del ministro, che per mesi aveva indicato il paese nordafricano come porto sicuro, tanto da dare indicazione alle nave dei soccorritori di far sbarcare lì i migranti.
Intanto Malta salva quasi 300 migranti in difficoltà vicino le sue coste.
9. In Australia i primi effetti della legge che aiuta i migranti malati
Più di 40 persone sono state trasferite da Manus Island e Nauru sul continente australiano per cure mediche urgenti, dopo il passaggio delle leggi Medevac (Medical Evacuation).
A prendere in carico la valutazione delle condizioni dei migranti che necessitano assistenza sanitaria è il Medical Evacuation Response Group (Merg) – una coalizione di organizzazioni legali, mediche e di difesa dei rifugiati – che ha dichiarato al Guardian che le condizioni dei migranti nei centri off shore restano critiche.
Intanto all’indomani delle elezioni politiche, che hanno visto i conservatori tornare al governo, si è registrato un picco di tentativi di suicidi tra i migranti costretti a vivere lontani dal territorio australiano nei centri di detenzione nelle isole del pacifico: Al Jazira riporta che almeno 10 uomini avrebbero tentato di togliersi la vita.
10. Ballarò, Italia. Uno sguardo al nostro paese attraverso il mercato palermitano
Dal ristorante gestito da migranti che rifiuta di pagare il pizzo ai commercianti bangladesi che non abbassano la testa davanti i ricatti mafiosi. Siamo a Ballarò nel centro di Palermo dove l’estorsione non è scomparsa, ma le pratiche di lotta alla mafia accomunano italiani e stranieri. Da Palermo, e dalle sue mille contraddizioni tipiche di una città che della differenza culturale si fa vanto, uno sguardo sull’Italia dagli occhi di Jason Horowitz corrispondente del New York Times.
Immagine di copertina via Unspalsh/Tom Grimbert