1. Le vite dei migranti contano?
Altri 194 migranti riportati a Tripoli della Guardia Costiera libica. Donne, uomini e bambini che continuano ad essere rispedite in un paese non sicuro e dove si combatte: una pratica che dovrebbe essere interrotta subito, ma che invece viene puntualmente ripetuta.
Altri 194 #migranti riportati ieri a Tripoli della Guardia Costiera libica.
Le persone continuano a essere riportate in un paese NON sicuro e dove si combatte.
Una pratica che dovrebbe essere interrotta subito, ma che invece viene puntualmente ripetuta.— Flavio Di Giacomo (@fladig) June 5, 2020
Nessuna discontinuità con il governo precedente sui soccorsi in mare (le accuse vengono dalla SeaWatch) e il supporto alla Guardia costiera libica che continua e si intensifica.
"Non abbiamo visto le azioni di discontinuità con il governo precedente che ci attendevamo. L'Italia non può rispondere alla richiesta d'aiuto con iniziative legislative non in linea con il diritto internazionale"@giorgialinardi intervistata da @alessandrazinit per @repubblica https://t.co/3Lgdm1gnSK
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) June 9, 2020
Decreti sicurezza e leggi sull’immigrazione ancora al loro posto.
Amnesty International, che nel suo rapporto 2019-2020, riferisce come l’Italia continui la sua politica di criminalizzazione delle Ong che salvano i migranti e come siano state introdotte in tutta Europa politiche più ostili ai rifugiati.
Un’unica grande domanda, le vite dei migranti contano?
2. Di nuovo il pull factor, davvero?
Ci risiamo, il fantomatico pull factor delle Ong viene di nuovo tirato in ballo dai giornali.
Nonostante le evidenze scientifiche dicano il contrario (noi ve ne avevamo parlato qui) e come fa notare Sergio Scandura su Twitter, da mesi si documentino “sbarchi autonomi sulle nostre coste, a centinaia, senza navi di soccorso in area dall’inizio del lockdown”, il Corriere della Sera parla di “20 mila migranti pronti a sbarcare da Turchia e Libia”.
Sono mesi che documentiamo sbarchi autonomi sulle nostre coste, a centinaia, senza navi di soccorso in area dall'inzio del lockdown.
La bufala 'pull factor' può andar bene per un lettore di Primato Nazionale e non del Corriere (o per un ministro dell'Interno in quota Casapound). https://t.co/6l123x9vmp pic.twitter.com/FbqGAcfRAh
— Sergio Scandura (@scandura) June 8, 2020
Come ha ha dichiarato la portavoce del Cir Valeria Carlini a TgCom24: “Nessun allarmismo e nessuna nuova storia. Sono flussi che il nostro Paese è in grado di affrontare, avendo accolto da inizio anno poco più di 5.400 persone. La vera emergenza è quella di ristabilire dei dispositivi di ricerca e soccorso in mare che garantiscano di identificare le imbarcazioni in difficoltà nel Mediterraneo e di portare i naufraghi in un posto sicuro. Crediamo sia necessario mettere in campo una risposta strutturata e comune a livello europeo che dia corpo al principio di principio di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri. Infine, non ci stancheremo mai di dire che il Regolamento Dublino va cambiato”
Proprio sul fronte Regolamento Dublino, Alberto D’argenio su Repubblica ci aiuta a capire le richieste dell’Italia e la situazione a Bruxelles.
3. Malta-Libia, un patto per respingere i migranti
Il giornalista Nello Scavo di Avvenire ha pubblicato il testo di un accordo tra il governo di Malta e quello di unità nazionale libico per respingere sistematicamente i migranti che partono dalla Libia.
Il testo, che sarebbe stato firmato due settimane fa tra il governo di Malta e quello di unità nazionale libico, prevede la costruzione di due centri di coordinamento, uno a Malta e uno in Libia, finanziati interamente dal governo maltese, e l’impegno comune a “combattere l’immigrazione illegale in Libia e nel Mediterraneo”.
Mentre emergono tracce dei controversi rapporti tra Malta e Libia, il governo maltese può festeggiare la celere archiviazione delle imputazioni che lo vedevano coinvolto nella strage di Pasquetta. Spiega sempre Nello Scavo che l’Italia avrebbe potuto portare alla luce la verità, ma “da Roma, però, è stato opposto il “segreto” proprio alla divulgazione delle informazioni che avrebbero potuto chiarire meglio cosa è accaduto a metà aprile. Un silenzio, viene spiegato, motivato dalla necessità di proteggere proprio le relazioni con la Libia e Malta, mentre quest’ultima lascia intendere di poter provare come anche l’Italia non sia del tutto estranea ai fatti”.
Intanto sono a terra, dopo 40 giorni passati su una nave in acque internazionali, i migranti trattenuti a largo da Malta.
4. Cosa succede a Lampedusa?
Erano le barche fatiscenti recuperate negli anni dai migranti arrivati a Lampedusa. Sono andate in fiamme, causando il panico per diverse ore tra gli isolani, in quello che gli investigatori ritengono essere stato un attacco di matrice politica.
#Lampedusa due incendi in due luoghi-simbolo, dove si trovano imbarcazioni usate dai #migranti, sono atti molto gravi, che condanniamo. Noi ribadiamo valore del #dialogo e della #solidarietà, da contrapporre a odio e violenza. #restiamoumani e oggi h17:30 flashmob Porta d’Europa pic.twitter.com/Vi8kMcmrBi
— Mediterranean Hope (@Medhope_FCEI) June 6, 2020
L’incendio – spiega Lorenzo Tondo sul Guardian – ha distrutto centinaia di barche abbandonate vicino al porto, è il secondo atto di vandalismo dei simboli filo-migranti a Lampedusa in una settimana. Il 3 giugno, infatti, il monumento Porta d’Europa, progettato dall’artista Mimmo Paladino nel 2008 come monumento ai migranti morti durante la traversata, è stato avvolto in sacchetti di plastica.
5. Riace, per il Consiglio di Stato fu “modello encomiabile”
Il Consiglio di Stato dà torto a Matteo Salvini e al ministero dell’Interno e smonta il provvedimento con cui il Viminale aveva escluso Riace dalla rete Sprar.
Come scrive Stefano Rizzuto su Fanpage, “la decisione di Palazzo Spada dà quindi ragione all’ex sindaco Mimmo Lucano e definisce “encomiabile” il cosiddetto modello Riace sull’accoglienza dei rifugiati”.
“Volevano distruggere Riace e il messaggio politico-evangelico della nostra esperienza amministrativa e ci sono riusciti. Queste pronunce non fanno altro che aumentare la mia amarezza, dichiara l’ex sindaco al Manifesto.
Proprio ora, che quel modello è stato messo da parte e demonizzato, vale la pena ricordare cosa ha rappresentato il progetto di “integrazione totale” che aveva preso vita nel piccolo comune calabrese.
6. Da poco qualificati ad attori chiave, i lavoratori stranieri durante il Covid
La pandemia COVID-19 ha aumentato la consapevolezza dell’opinione pubblica su come gran parte dell’economia si basi su occupazioni poco specializzate e dal salario basso.
Riconosciute come essenziali nell’emergenza, molte di queste occupazioni dipendono fortemente dal lavoro di manodopera straniera. Partendo da questo dato i ricercatori Mariña Fernández-Reino, Madeleine Sumption, Carlos Vargas-Silva provano a fotografare il futuro del rapporto tra migrazione-pandemia-manodopera straniera per l’Oxford Review of Economic Policy.
7. Regolarizzazione: una guida utile a dubbi e domande
Quella dei ricercatori sul Regno Unito è un’analisi attuale e interessante anche per il nostro paese, impegnato in questi giorni nell’avvio delle regolarizzazioni.
Proprio per quanto riguarda gli aspetti tecnici della regolarizzazione, la Coalizione Italiana Libertà e diritti civili ha provato a rispondere ai dubbi e alle domande più frequenti in questo documento.
Intanto, crescono le segnalazioni di pratiche illegittime da parte degli Uffici Immigrazione.
8. Qual è stato l’impatto del coronavirus sul sistema d’accoglienza?
Qual è stato l’impatto del coronavirus sul sistema d’accoglienza? E cosa succede invece a chi ne viene escluso e finisce rinchiuso nei CPR? Maria Mancuso ne ha parlato per The Submarine con Eleonora Camilli e con l’assemblea NO CPR FVG.
Con Romina Vinci, invece, vi avevamo raccontato come è stata gestita la pandemia in un centro di accoglienza, dove si dorme in camerate da 5, 6 o anche 8 persone.
9. In Afghanistan si protesta contro l’uccisione di migranti nel vicino Iran
L’Afghanistan è in fermento e le proteste si sono diffuse in tutto il paese dopo la morte, la settimana scorsa, di tre migranti afghani in Iran. La dinamica non è ancora chiara, ma sembrerebbe che l’auto sulla quale viaggiavano abbia preso fuoco dopo essere stata colpita dai proiettili della polizia iraniana.
Come ricorda il Guardian, le proteste arrivano nel bel mezzo di un’indagine sulla morte per annegamento di decine di afghani che tentavano di attraversare il confine iraniano.
10. Le rotte migratorie durante l’emergenza coronavirus
Cosa sta accadendo lungo le tradizionali rotte migratorie? In che maniera gli eventi in corso – coronavirus tra tutti – stanno influenzando le vite di chi si è messo in viaggio? Come le misure adottate per evitare il diffondersi del contagio finiscono per avere effetti anche sui migranti? Partendo dal lontano Sahel, passando per la Libia e attraverso la rotta balcanica e il Mediterraneo centrale, approfondiremo questi aspetti con tre grandi conoscitori dei luoghi e della materia, i giornalisti Nancy Porsia, Giacomo Zandonini e Christian Elia.
L’appuntamento è per giovedì 11 Giugno ore 16, nel corso di una diretta in onda dalla pagina Facebook di OpenMigration.
Foto di copertina via Twitter