1. Omissioni e ritardi uccidono
Quella del 30 maggio a largo delle coste libiche è stata una mattinata complessa.
Da un lato 90 migranti in difficoltà da ore alla deriva su un gommone, dall’altra il pattugliatore “Cigala Fulgosi” della Marina militare e le accuse delle ong di non voler intervenire per aiutarli.
Ad accendere ancora di più gli animi il video reso pubblico dalla Sea Watch – e ripreso da Repubblica – che mostrerebbe come una settimana prima un migrante fosse morto in mare dopo un presunto mancato intervento di una nave della marina Italiana.
Accuse che hanno fatto infuriare il ministro della Difesa Trenta che sulla priopria pagina Facebook ha dichiarato: “Non permetto a nessuno di dire che la nostra Marina Militare abbia ignorato il soccorso di persone in pericolo di vita. A nessuno, sia molto chiaro!”
I migranti sono stati poi effettivamente soccorsi dalla nave militare Cigala Fulgosi, ma nuovamente si è diffusa la notizia che una bambina di 5 anni fosse morta nelle operazioni di soccorso. Notizia poi rilevatasi infondata e smentita dalla stessa Marina:
“A termine del soccorso sono state recuperate le 100 persone, di cui 17 donne e 23 minori, per i quali è attualmente in atto la verifica delle condizioni di salute. Non risulta alcuna persona deceduta a bordo”.
Sulla vicenda è intervenuto anche Roberto Saviano: “Salvare per essere salvati. Salvare per salvarsi: nel nostro mare, se smettiamo di salvare, finiremo annegati noi” le parole dello scrittore affidate all’editoriale di Repubblica.
2. La nave Cigala Fulgosi è sbarcata a Genova
È arrivata in porto a Genova, intorno alle 8.42 del 2 giugno la nave “Cigala Fulgosi” della Marina militare con a bordo un centinaio di migranti salvati giovedì al largo della Libia, tra loro 17 donne, 6 incinte, di cui una al settimo mese e 23 minori.
https://twitter.com/scandura/status/1134879335301767168
A Calata Bettolo, di fronte la nave, è stato allestito un presidio sanitario tra Croce Rossa e Anpas. Come già annunciato dal ministro degli Interni, i migranti, dopo le procedure di identificazione e i controlli medici, saranno ospitati in strutture della Conferenza Episcopale Italiana per poi essere smistati in 5 paesi europei e in Vaticano.
“Non ci sono particolari emergenze sanitarie a bordo. Risultano almeno 6 o 7 casi di scabbia. Poi c’è una bimba con un’ustione di primo grado per elevata esposizione al sole”. È quanto ha riferito il consigliere delegato alla Protezione civile del Comune di Genova, Sergio Gambino, aggiornando la stampa sulla situazione a bordo della Cigala Fulgosi.
“Queste persone hanno bisogno di fermarsi, di capire, bisogna dare un segnale chiaro di accoglienza. Che sia a Genova o da qualche altra parte. Noi siamo qui per dire che gli vogliamo bene, che Genova davvero manifesta costantemente, pur col suo carattere chiuso, questa solidarietà che viene dal mare. Noi siamo marittimi: le persone non le lasciamo nell’acqua”, le parole di don Giacomo Martino, responsabile ufficio Migrantes della Curia di Genova.
3. Lavoratori stranieri e sfruttamento
L’Italia è la principale produttrice di tabacco dell’Unione Europea, un settore dal valore di quasi 150 milioni di euro. Un’indagine del Guardian getta però una inquietante ombra sullo sfruttamento dei lavoratori stranieri nelle coltivazioni nei dintorni di Caserta.
Coltivazioni che, stando alle dichiarazioni raccolte dei giornalisti Lorenzo Tondo e Luca Muzi, sarebbero le stesse da cui si approvvigionano i giganti del tabacco Philip Morris, British American Tobacco e Imperial Brands.
Da Caserta all’agropontino. Da qui, dalla zona di Terracina, arrivano le ultime denunce di sfruttamento di donne indiane, costrette a lavorare per 14 ore al giorno in condizioni di vessazione spaventosa. Marco Omizzolo – Sociologo esperto in agromafie, ricercatore per Eurispes e per l’organizzazione InMigrazione – ce ne parla in questo podcast su VaticanNews.
Daniela Sala aveva incontrato proprio Marco Omizzolo per farci raccontare lo sfruttamento dei lavori Sikh nella zona: 11mila tra uomini e donne pagati pagati 4 euro e mezzo l’ora e che rischiano di perdere il lavoro se scioperano o denunciano.
4. Malta soccorre 75 migranti
Aggrappati alle reti per la pesca dei tonni, così si sono messi in salvo 75 migranti recuperati dalla Marina militare maltese.
Come riferito dalla stampa locale il salvataggio è avvenuto nella serata di mercoledì e all’indomani i migranti salvati sono stati trasportati verso la terraferma.
Secondo Swissinfo, nonostante la stretta sulle navi di soccorso umanitario e il pugno duro adottato dall’Italia, le partenze dalla Libia verso l’Europa sarebbero aumentate nell’ultimo periodo.
🔴🔴 LA SEA-WATCH È LIBERA!
Abbiamo ricevuto la notifica del dissequestro e della conseguente restituzione della nave. pic.twitter.com/Ra85hIBIIh
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) June 1, 2019
Intanto il procuratore di Agrigento, Salvatore Vella, e il pubblico ministero Cecilia Baravelli, hanno disposto il dissequestro della nave Sea Watch 3 della ong tedesca Sea Watch.
La nave era sotto sequestro dallo scorso 18 maggio, quando aveva trasportato 47 migranti a Lampedusa, dopo che il governo – e in particolare il ministro dell’Interno, Matteo Salvini – le avevano impedito di sbarcare.
5. Salvini e la bufala sugli stranieri untori
Certe malattie “non sono causate dai migranti, come qualcuno vuole far credere, ma dall’aumento della povertà”, “agli immigrati purtroppo va il record di tbc e scabbia”. L’ultima diatriba su migranti e malattie vede contrapposti Marcello Lanari, direttore della pediatria di urgenza del Sant’Orsola di Bologna e il Ministro degli interni Salvini.
Michele Bocci per Repubblica, raccoglie i numeri dei contagi e intervistando medici ed esperti rassicura i lettori :“Il fatto che il numero dei casi sia stabile negli ultimi anni ci dice che tanti contagi non ci sono. Per trasmettere la malattia ci vuole un contatto abbastanza stretto e prolungato, non basta andare sullo stesso autobus”.
Quello dello “straniero untore” resta purtroppo un mito ricorrente, che permette di giustificare paure e ritrosie nei confronti dell’accoglienza, e dimentica che, più che terribili e antiche malattie, a costituire la prima causa di morte per i migranti sono ancora i viaggi in mare. Ce lo racconta Claudia Torrisi.
6. L’Ue denunciata al Tribunale dell’Aia per i migranti morti in mare
L’unione Europea e in particolare gli stati con un ruolo in primo piano nella gestione della crisi dei rifugiati, ovvero Italia, Germania e Francia, potrebbero essere perseguiti per la morte di migliaia di migranti annegati nel Mediterraneo.
A chiederlo una denuncia di 245 pagine presentata al Tribunale penale internazionale de L’Aja, dall’esperto di internazionale dell’Istituto di studi politici di Parigi, l’israeliano Omer Shatz, e dal giornalista franco-spagnolo Juan Branco, consigliere di WikiLeaks.
Secondo quanto riportato da Marta Serafini sul Corriere della Sera, tra gli accusati comparirebbero i nomi dei primi ministri italiani Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, del ministro dell’Interno Marco Minniti e di Matteo Salvini, ma anche il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Come ricorda il Guardian, per tutti l’accusa è di crimini contro l’umanità a seguito delle politiche migratorie dell’UE nel Mediterraneo centrale: “esternalizzando le pratiche di respingimento dei migranti in fuga dalla Libia alla Guardia costiera libica, pur conoscendo le conseguenze letali di queste deportazioni diffuse e sistematiche (40 mila respingimenti in 3 anni), gli agenti italiani e dell’UE si sono resi complici degli atroci crimini commessi nei campi di detenzione in Libia”.
Tra il primo gennaio 2014 e la fine di luglio 2017, sono morte oltre 14.500 persone, rendendo il Mediterraneo centrale la rotta migratoria più letale del mondo.
7. Madre di una bambina e incinta di nuovo: espulsa dal Cas a Matera
Due recentissime sentenze del Tar della Basilicata ribadivano il principio di irretroattività del decreto sicurezza, ma per M. 25 anni, una bambina di un anno e un figlio in arrivo non c’è stato niente da fare: è stata messa in strada a Matera, città dove risiedeva ospite di un Cas.
M. è solo uno dei tanti casi di migranti espulsi dai Cas per effetto delle circolare delle Prefetture in recepimento della legge sulla sicurezza, come scrive Anna Martino su Repubblica, una trentina solo nella città di Potenza.
Del rischio che il Decreto Salvini lasciasse in strada migliaia di migranti già all’interno di percorsi di accoglienza e creasse migliaia di nuovi irregolari, avevamo scritto già a novembre.
La settimana scorsa avevamo invece condiviso con voi il parere di avvocati, professori ed esperti del settore riguardo gli aspetti del Decreto Salvini in contrasto con norme costituzionali e internazionali.
8. Regolamento di Dublino: 46 mila migranti potrebbero tornare in Italia
Sono chiamati “dublinati”, sono uomini e donne che secondo il regolamento di Dublino avrebbero dovuto fare domanda d’asilo e attendere l’esito nel primo paese europeo incontrato, ma che invece hanno continuato il loro viaggio.
Ora, secondo quanto riportato da Infomigrants, 46mila di loro potrebbero essere rispediti in Italia, per l’appunto primo paese di arrivo in Europa. La richiesta è stata annunciata dal capo del dipartimento immigrazione del ministero dell’Interno, il prefetto Michele Di Bari, in un’audizione davanti alla commissione per gli affari costituzionali della Camera.
Attualmente ci sarebbero 40.000 richieste da esaminare dalla Germania e dalla Francia, seguite da Paesi Bassi, Austria, Svizzera, Belgio, Svezia, Regno Unito e Lussemburgo. La situazione opposta – stranieri irregolari in Italia che hanno già presentato domanda di asilo in un altro paese dell’UE – è nettamente inferiore: 6.000 richieste inviate nel 2018 e 264 trasferimenti organizzati.
9. Più di 70 migranti soccorsi: nella Manica è record di “attraversamenti”
13 tentativi in un solo giorno, 74 migranti tra cui molti minori, intercettati dalle autorità britanniche mentre tentavano di attraversare la Manica. Nello stretto che separa la Gran Bretagna dall’Europa è nuovo record di attraversamenti e per il ministro degli interni britannico Sajid Javid la situazione è “allarmante”: “Coloro che scelgono di compiere questo pericoloso viaggio attraverso una delle più trafficate rotte di navigazione del mondo stanno mettendo le loro vite in grave pericolo e continuerò a fare tutto il possibile per fermarli”.
Secondo il Ministero dell’Interno, circa 539 persone hanno tentato di attraversare lo stretto l’anno scorso, con i contrabbandieri che fungevano da canale. Le autorità temono che le condizioni climatiche più calde potrebbero alimentare un aumento degli attraversamenti illegali sul Canale.
A febbraio con Emanuela Barbiroglio eravamo stati a Calais per raccontarvi come per molti migranti bloccati in Francia, attraversare la Manica in barca fosse l’ultima possibilità di raggiungere la Gran Bretagna.
10. Prima gli inquilini, se è una risata a smontare slogan e retoriche populiste
Porti chiusi, prima gli italiani. La retorica anti migranti del ministro degli interni è di facile lettura, ma difficile da contrastare, tanto che spesso in questi mesi di criminalizzazione nei confronti delle ong – come scrive Lorenzo Maria Alvaro su Vita – si è fatto riferimento ad un problema di comunicazione.
Ne sanno qualcosa le decine di organizzazioni intrappolate da mesi nella contrapposizione tra “buonismo” e “buon senso”, anche se ora qualcosa di nuovo sembra affacciarsi alla finestra.
Si tratta del video dei fratelli Sansone – i Sansoni, per il web – che in questa breve clip provano a ribaltare con ironia e paradossi l’immaginario, e far ragionare sul tema delle migrazioni.
Foto di copertina via Reuters Pictures