1. Immigrazione: il Consiglio dei ministri approva il “decreto Salvini”
Cittadinanza, protezione internazionale, status di rifugiato, sono solo alcuni degli aspetti che il decreto sicurezza e immigrazione andrà a modificare.
Nonostante i forti dubbi di incostituzionalità e gli inviti di diversi settori, non ultima la Cei, a non cancellare esperienze positive come il sistema Sprar, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto fortemente voluto dal ministri Salvini.
Le principali novità vanno a modificare i tempi di trattenimento nei centri di permanenza per il rimpatrio che raddoppiano, passando dai 90 ai 180 giorni, l’accesso al sistema Sprar – ridimensionato alla sola accoglienza dei titolari di protezione umanitaria e ai minori accompagnati – e la sospensione della domanda d’asilo – prevista per i casi di pericolosità sociale e di condanna in primo grado.
Sparisce la dicitura “motivi umanitari” dal Testo unico immigrazione del 1998 e la protezione umanitaria viene normata con sei fattispecie specifiche.
Dure le prese di posizione delle associazioni che da anni si occupano di immigrazione, per Filippo Miraglia, vicepresidente Arci nazionale si tratta di una “pagina buia della nostra democrazia”. “Ridurre lo spazio dei diritti per un gruppo, una minoranza, oltre ad essere contrario ai principi della democrazia e della nostra Costituzione, alimenta il conflitto sociale e peggiora la qualità delle relazioni nei territori”.
2. Panama ha cancellato Aquarius dal proprio registro navale
Le autorità marittime di Panama hanno annunciato di avere revocato l’iscrizione della nave Aquarius dal proprio registro navale. In accordo con le norme del diritto internazionale, la decisione impedisce alla nave di di continuare a svolgere le proprie attività, quelle di soccorso dei migranti nel Mediterraneo centrale.
Secondo Medici Senza Frontiere, la decisione di Panama arriva a seguito delle pressioni del governo italiano. Aquarius infatti era rimasta l’unica nave a soccorrere migranti nel Mediterraneo centrale.
Le notizie dell’Autorità marittima di #Panama sono arrivate mentre le équipe a bordo erano impegnate in un’operazione di ricerca e soccorso nel #Mediterraneo Centrale. #Aquarius ora ha 58 persone a bordo. https://t.co/d1XkY07KmJ
— MediciSenzaFrontiere (@MSF_ITALIA) September 23, 2018
A nulla sono serviti gli appelli alla comunità internazionale. “Esprimiamo solidarietà all’equipaggio, ma tutti gli attori nel Mediterraneo devono rispettare la legge internazionale” è stata la risposta della portavoce dell’esecutivo comunitario, Mina Andreeva.
Alla revoca dell’iscrizione nei registri navali di Panama fa seguito un paradosso: privata della bandiera e invitata ad allontanarsi dalla zona Sar libica, la nave umanitaria di Msf e Sos Méditerranée è stata richiamata alla guardia costiera di Tripoli per soccorrere un gommone con un centinaio di persone a bordo avvistato da un aereo militare italiano.
Giovedì scorso la nave Aquarius aveva soccorso un’imbarcazione in difficoltà con a bordo 11 persone in acque internazionali a largo della Libia, rifiutando di consegnarle alle autorità libiche. Al soccorso aveva fatto riferimento il ministro Salvini ribadendo l’ormai consolidata politica dei porti chiusi alle navi delle ong.
3. Al vertice di Salisburgo ancora stallo sui migranti
Redistribuzione dei migranti, quote, Regolamento di Dublino: il vertice dei leader europei a Salisburgo doveva essere l’occasione per ridiscutere la politica migratoria europea, ma si è concluso con un nuovo nulla di fatto.
A restare sul tavolo sono così poche opzioni. La prima è la proposta della Commissione europea di rafforzare Frontex – 10 mila uomini in più e 10 miliardi di investimenti previsti – che pure divide le delegazioni. Paesi come Austria e Francia, pur con posizioni distanti in politica migratoria si dicono d’accordo – il presidente Macron ha tuonato “I paesi che non vogliono più Frontex o solidarietà lascino Schengen” – altri come l’Italia appaiono più cauti, decisamente contrari invece, i paesi del gruppo di Visegrad.
La seconda è quella della solidarietà flessibile ideata dalla Slovacchia, un meccanismo per cui gli stati che non accettano la ripartizione dei migranti possano contribuire in altri modi, soprattutto economicamente. Una proposta su cui è la Germania a non trovarsi d’accordo.
4. La sfida dell’integrazione passa da maggiori risorse
Sono 1,9 i miliardi di euro che l’Italia risparmierà in due anni se gli sbarchi dei migranti sulle nostre coste continueranno a restare bassi come negli ultimi 12 mesi. Soldi pubblici il cui possibile utilizzo è alla base del paper “Migranti: la sfida dell’integrazione”, realizzato da Ispi e Cesvi. Cosa fare dunque di questi risparmi? I ricercatori sostengono che vadano investiti nel processo di integrazione, unico modo per ridurre i costi futuri legati al welfare e aumentare i benefici per tutti (migranti e non).
Calo degli sbarchi che risulta particolarmente evidente nell’isola di Lampedusa. Se sette anni fa l’isola era al centro delle rotte del Mediterraneo, oggi il caos del 2011 è un lontano ricordo. Annalisa Camilli per Internazionale ci racconta perché, nonostante la recente ripresa dell’immigrazione dalla Tunisia, non c’è alcuna emergenza lungo la rotta tunisina.
5. Trump abbassa a 30 mila il numero di rifugiati che potranno tessere trasferiti negli Usa
Il presidente Usa Donald Trump vuole fissare a 30.000 il numero massimo di rifugiati che potranno essere reinsediati negli Stati Uniti il prossimo anno. L’annuncio dell’introduzione di questo limite – il più basso stabilito da un presidente dalla creazione del programma di reinsediamento nel 1980 – ha provocato numerose critiche. Bob Carey, direttore dell’Ufficio Reinsediamento Rifugiati durante l’amministrazione Obama, ha definito la misura “allarmante e tragica”.
Intanto, secondo il ministro degli Esteri di Madrid Josep Borrell, Trump avrebbe suggerito alla Spagna di costruire un muro anti-migranti nel deserto del Sahara, seguendo l’esempio del muro al confine tra Stati Uniti e Messico.
6. Brexit, un report ribalta le tesi migratorie del Leave
Un tema centrale nella campagna elettorale che portò più di 17 milioni di britannici a votare in favore della Brexit è stato sicuramente quello dell’immigrazione. I lavoratori stranieri furono accusati di rubare il lavoro a quelli britannici e vennero ritenuti responsabili dell’abbassamento dei salari, dell’aumento della criminalità e del dissanguamento del sistema di sicurezza sociale.
La pubblicazione di un report di 140 pagine del Migration Advisory Committee – organismo pubblico indipendente che consiglia il governo – analizza le dinamiche dell’immigrazione europea nel Regno Unito e riporta ad una situazione assai diversa.
I migranti dal continente pagano più in tasse di quanto ricevano in benefici, e come ci ricorda David Olusoga sul Guardian “hanno fatto parte della soluzione molto più spesso che del problema”.
7. Ancora nessun documento per i bambini afgani nati in Pakistan
Sono circa un milione e mezzo i bambini nati in Pakistan da rifugiati afgani a cui viene negata la cittadinanza e a cui Imran Khan – primo ministro pachistano – aveva promesso la concessione del passaporto. A seguito delle forti pressioni di alcuni membri della coalizione di governo, delle gerarchie militari e dei governatori di alcune regioni chiave come il Beluchistan, questa decisione sembra già essere stata accantonata.
Esclusi dal sistema educativo e da quello occupazionale, la situazione dei profughi afgani è diventata nel corso degli anni sempre più critica. Come ci aveva raccontato in questo reportage Giuliano Battiston, in migliaia hanno finito per far ritorno nel loro paese martoriato dalla guerra.
8. Una controversa condanna per terrorismo in Ungheria
Una controversa condanna getta nuove ombre sul trattamento di migranti e rifugiati in Ungheria. A Szeged, nel sud del paese, la corte di appello ha confermato la condanna per terrorismo contro un rifugiato siriano, Ahmed H., infliggendogli 5 anni di reclusione rispetto ai 7 del primo grado. La discussa condanna arriva per fatti accaduti nel 2015, quando durante una grande sommossa di rifugiati sul confine tra il paese magiaro e la Serbia, Ahmed è stato ripreso mentre lancia dei sassi in direzione della polizia. Dura la presa di posizione di esperti e attivisti, per Amnesty International si tratta di un evidente abuso delle leggi antiterrorismo.
9. La maggioranza degli europei è ancora a favore dell’accoglienza
Tre europei su quattro si dichiarano favorevoli ad aiutare e accogliere i rifugiati che scappano da guerre e violenze. A rivelarlo un sondaggio condotto dal Pew Research Center in 10 nazioni europee tra cui il nostro paese. I più empatici con le istanze dei rifugiati sono gli spagnoli seguiti da olandesi, tedeschi e svedesi, ma a sorprendere è il dato sull’Italia. Nonostante politiche migratorie sempre più stringenti, giustificate spesso col crescente malumore della società nei confronti dei rifugiati, il 56% degli intervistati è favorevole all’accoglienza.
10. A Livorno i bambini nati da cittadini stranieri riceveranno la cittadinanza
Il Consiglio comunale di Livorno ha approvato una mozione che prevede il conferimento della cittadinanza onoraria ai bambini nati in città da genitori stranieri. La cerimonia per la concessione della cittadinanza avverrà il prossimo 20 novembre.
Intanto, dopo la raccolta dei materiali grafici sul web, Solo In Cartolina – la campagna/parodia che rivisita le classiche cartoline estive – approda nelle piazze. Il 30 settembre al Pantheon di Roma, i passanti potranno scegliere la loro cartolina preferita, tra le 10mila stampate su carta riciclata, scrivere sul retro il proprio messaggio di protesta e spedirlo al Ministro degli Interni per chiedere più accoglienza.
Foto di copertina via piervincenzocanale