1. Non si fermano le morti nel Mediterraneo
Quasi 900 migranti morti negli ultimi quattro mesi, con Settembre che è stato il mese con il tasso di mortalità più alto mai registrato nel Mediterraneo: quasi il 20% di chi è partito a settembre risulta morto o disperso.
Sono i dati diffusi dall’Istituto Ispi: calano fortemente le partenze dalla Libia, ma mediamente muoiono nel Mediterraneo 8 migranti ogni giorno.
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Così mentre l’Europa si prepara a ricordare il naufragio del 3 ottobre 2013, in cui a largo di Lampedusa persero la vita 368 migranti, un altro dato diffuso dall’Ismu ci ricorda come le morti in mare non accennino a diminuire: sono stati oltre 17mila i migranti che hanno perso la vita o che risultano dispersi nelle acque del Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa.
Intanto nuove drammatiche notizie arrivano dal mar Egeo, dove almeno 5 migranti sarebbero morti dopo che l’imbarcazione sulla quale viaggiavano si è capovolta a seguito del maltempo, e dal Marocco: una donna è morta e altre tre persone risultano rimaste ferite dopo che ufficiali della marina marocchina hanno aperto il fuoco contro un motoscafo che trasportava migranti.
2. Il “decreto Salvini” visto dalla stampa estera
Il decreto Salvini su immigrazione e sicurezza, approvato lo scorso 24 settembre, è stato uno dei temi più dibattuti dalla stampa in questa settimana.
Claudia Torrisi su Vice e Annalisa Camilli per Internazionale hanno fatto il punto delle novità introdotte dal decreto, raccogliendo il parere di esperti, ricercatori e attivisti, ed esponendo tutte le obiezioni mosse verso il provvedimento.
Anche la stampa estera ne ha parlato: per la BBC “il governo italiano ha approvato un decreto che renderà più facile deportare i migranti e privarli della cittadinanza italiana”. Secondo il Guardian, “il decreto del leader di estrema destra sospende il processo di asilo per i “socialmente pericolosi”, aspetto su cui si sofferma anche Al Jazeera, mentre la Deutsche Welle si sofferma sulla sparizione della protezione umanitaria, la cui concessione risulta ora connessa a sei stringenti criteri.
3. Accoglienza e sistema Sprar, cosa cambia?
Tra le tante novità apportate dal decreto Salvini, una delle maggiori riguarda il depotenziamento della rete SPRAR. Ne potranno beneficiarne infatti solo coloro che sono già titolari di protezione internazionale o i minori stranieri non accompagnati.
Per Matteo Biffoni – delegato dell’ANCI per l’immigrazione e sindaco di Prato – il governo ha deciso di “ridimensionare il sistema di accoglienza a favore del sistema emergenziale dei centri di prima accoglienza”.
“Un provvedimento che determinerà gli effetti opposti agli obiettivi dichiarati e che si dimostrerà inefficace producendo più clandestini” gli fa eco il sindaco di Bologna Virginio Merola.
Lontano da logiche emergenziali e meramente assistenziali, il sistema Sprar era considerato un modello innovativo e funzionante, come spiegavamo in questo articolo.
4. Migranti tagliati fuori dal sistema di accoglienza, che fine fanno?
Quarantadue insediamenti informali che “accolgono” complessivamente dalle 6.000 alle 10.000 persone, nella metà dei casi senza acqua corrente e senza elettricità. Sono i numeri, aggiornati al primo settembre del rapporto “Fuoricampo” di Medici Senza Frontiere, relativo ai rifugiati e ai migranti rimasti fuori dal sistema di accoglienza. Nell’80% dei casi si tratta di persone in situazione regolare. Di questi, circa 3.500 vivono nella sola Roma. Eleonora Camilli e Giacomo Zandonini avevano visitato uno degli insediamenti romani più grandi, un’ex fabbrica di penicillina in cui le condizioni di vita sono estreme.
5. Finalmenta a Malta i migranti soccorsi dalla nave Aquarius
Dopo aver trascorso diversi giorni in mare, si è finalmente conclusa l’odissea che ha visto coinvolti i migranti soccorsi dalla nave Aquarius, ora trasportati a Malta.
Lo sbarco sull’isola è avvenuto dopo che Panama aveva cancellato l’imbarcazione dai propri registri navali – rendendole impossibile la navigazione nella cornice del diritto internazionale – e il rifiuto da parte francese di accogliere la barca nel porto di Marsiglia.
Dopo giorni concitati si è giunti quindi ad un accordo: mentre Malta acconsentiva a trasportare i migranti sull’isola, Francia, Spagna, Germania e Portogallo, davano disponibilità ad accogliere i rifugiati.
L’accordo, salutato con entusiasmo anche dall’Unhcr, ha permesso alle 58 persone soccorse di raggiungere la terraferma, tra loro anche una cagnolina di nome Bella.
Intanto mentre la Spagna fa sapere di aver soccorso 466 migranti che tentavano di raggiungere l’Europa dal Nordafrica a bordo di 10 barconi, l’ong Proactiva Open Arms ha annunciato che il veliero Astral è nuovamente diretto verso il Mediterraneo centrale, pronto a prestare soccorso ai migranti in partenza dalla Libia.
#Astral continua il suo viaggio verso sud.
Poco più di 48h ci separano da quel #Mediterráneo che l'Europa ha trasformato in una tomba per migliaia di persone.
Saremo di nuovo lì per raccontare cosa accade e per difendere chi rischia la vita ogni giorno.#Astral #dirittiumani pic.twitter.com/oACXyxFCjC— Proactiva Open Arms IT (@openarms_it) September 30, 2018
6. Il settore privato si mobilita per i rifugiati
Venti tra le più grandi aziende del mondo hanno annunciato il loro impegno a sostenere i rifugiati e le comunità di accoglienza offrendo opportunità di lavoro, formazione e investimenti.
“La crisi globale dei rifugiati non è qualcosa che le ONG e i governi possono risolvere da soli” ha affermato Hamdi Ulukaya fondatore della Tent Partnership for Refugees, raggruppamento di aziende nato allo scopo di mobilitare il settore privato per migliorare la vita e il sostentamento degli oltre 25 milioni di uomini, donne e bambini costretti a lasciare le proprie case. “Ora più che mai, abbiamo bisogno che le imprese si facciano avanti e agiscano“. I progetti, attivi in tutto il mondo, avranno uno speciale focus sull’occupazione in Giordania.
7. Bilancio Ue 2021-2027, lo proposta della Commissione europea sul fondo migrazioni
Un aumento significativo dell’importo di denaro assegnato alla gestione delle migrazioni e delle frontiere, l’integrazione dei cittadini stranieri non più affidata a fondi specifici ma ai canali ordinari delle politiche per la popolazione svantaggiata – Fondo sociale europeo Plus e dal Fondo europeo di sviluppo regionale. Queste le principali novità proposte della Commissione europea per il Fondo Asilo e Migrazione (AMF) commentate dal recente paper dell’ECRE.
Le proposte della commissione sono attualmente in fase di negoziazione nell’ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale dell’UE 2021-2027, in pratica il bilancio Ue che stabilisce quanti fondi stanziare, a quali ambiti destinarli e come ripartirli fra gli stati membri. Paolo Riva aveva operato un’attenta analisi del bilancio Eu per Open Migration.
8. Un chirurgo sudanese vince il prestigioso Premio Nansen
Il Premio Nansen per i rifugiati del 2018 è stato vinto dal dottor Evan Atar Adaha per la sua instancabilmente assistenza medica ai più bisognosi nel Sud Sudan devastato dalla guerra.
Il dott. Atar, 52 anni, è il primo e unico chirurgo del Maban Referral Hospital, una struttura con 120 posti letto e due sale operatorie a Bunj, nella parte sud-orientale dello stato dell’Alto Nilo in Sud Sudan. L’ospedale è l’unica struttura chirurgica funzionante nell’Alto Nilo e comprende una sezione neonatale e un reparto per malati di tubercolosi. Oltre 200.000 persone – di cui circa 144.000 rifugiati dallo stato del Nilo Azzurro in Sudan – hanno ricevuto assistenza medica nella struttura.
9. Croazia: due casi di cronaca ci riportano sulla dalla rotta balcanica
Un cittadino siriano di 43 anni, entrato in Croazia dalla Bosnia Erzegovina, ha denunciato di essere stato separato dalla figlia di 5 anni, di cui ha perso le tracce. L’uomo sarebbe stato fermato da alcuni agenti in territorio croato mentre stava comprando acqua e cibo in un negozio a Smoljanac e da qui rispedito nuovamente in Bosnia senza sua figlia.
Sempre in Croazia, Dragan Umičević, attivista della Ong “Are you Syrious?” è stato condannato al pagamento di una multa di 60mila kune (circa 8 mila euro) per aver aiutato alcuni migranti ad attraversare illegalmente la frontiera. Per l’associazione umanitaria la condanna dell’attivista sarebbe una ritorsione per aver fatto conoscere al mondo la storia di Madina, la bambina di sei anni uccisa durante un’espulsione illegale dalla Croazia nel novembre del 2017.
Più a sud, in Grecia, non si placano invece le polemiche legate al centro di detenzione di Moria, passato alle cronache per le terribili condizioni a cui erano sottoposti i migranti e ora al centro di un presunto scandalo legato all’utilizzo di fondi europei. Sotto accusa il ministro della difesa greco Panos Kammenos che, secondo giornalisti della testata Fileleftheros, avrebbe favorito uomini della sua cerchia. L’Agenzia antifrode europea ha confermato di stare indagando “presunte irregolarità relative alla fornitura di cibo finanziato dall’UE per i rifugiati in Grecia”
10. Migrazioni, le belle parole non bastano
Mediterraneo centrale, Bangladesh, Niger, mentre i leader mondiali sperano a dicembre di arrivare all’adozione del Global compact sui migranti (qui un’analisi di Marta Foresti sull’importanza dell’accordo), i rifugiati continuano a vivere sulla propria pelle le contraddizioni della politica: governi pronti a sostenere una migrazione più umana, ma lenti nel farlo accadere. Sul Guardian, Francesco Rocca – Presidente della federazione della Croce e Mezzaluna Rossa – spiega perchè, come rappresentante della più grande rete umanitaria del mondo, utilizzerà tutte le opportunità possibili per fare in modo che alle promesse seguano azioni utili a realizzare una migrazione sicura, ordinata e regolare.
Foto di copertina via SOS MEDITERRANEE ITA