1. Le persone respinte superano quelle arrivate in Italia
Per la prima volta nella storia recente il numero di persone migranti respinte in Libia dalla Guardia costiera del paese ha superato quello degli arrivi in Italia. Un sorpasso inaspettato documentato Vincent Cochetel – inviato speciale per l’Unhcr – sul suo profilo ufficiale twitter: dal 1 gennaio al 30 settembre 2018, a fronte di 14.500 persone intercettate dalle unità libiche, gli arrivi dalla Libia all’Italia sono 12.543. Un sorpasso preoccupante visto che, come ci ricorda Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa, la Libia non è considerata un paese sicuro. “Se c’è un’emergenza – continua la Sami – è quella umanitaria lì e nel Mediterraneo (1.778 morti)”.
E’ un punto di svolta. Il numero di persone intercettate dalla GC libica (14.500) ha superato quello di chi è riuscito ad approdare in Italia (12.543). Riportati in Libia, paese di transito, non sicuro. Se c’è un’emergenza è quella umanitaria lì e nel Mediterraneo (1.778 morti). https://t.co/MsdcgWAyz0
— Carlotta Sami (@CarlottaSami) October 16, 2018
Il calo degli sbarchi sarebbe il frutto della politica di accordi con la Libia, promossa prima dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti e ora dal suo successore Matteo Salvini. L’Unhcr ha diffuso anche i numeri relativi all’accoglienza. L’Italia è uno dei Paesi che meno accoglie rifugiati rispetto al totale della popolazione: 2,8 ogni mille abitanti
2. Sbarcati a Malta i migranti soccorsi dal cargo Just Fitz III
Sono stati trasportati a Malta, in seguito al rifiuto dell’Italia di accoglierli, i 44 migranti soccorsi lunedì scorso a sud dell’isola di Lampedusa.
I migranti erano stati accolti a bordo dalla nave mercantile Just Fitz III in zona Sar maltese, ma 60 miglia nautiche a sud dell’isola Italiana. Posizione che ha dato il via all’ormai noto valzer delle responsabilità sui soccorsi, con La Valletta che chiedeva di portare i migranti al porto più vicino, Lampedusa, e le autorità italiane che si rifiutavano di far attraccare la nave.
Da qui lo stallo, testimoniato anche dalla missione “Mediterranea”, con la nave mercantile bloccata per quasi due giorni. Stallo concluso con l’autorizzazione a sbarcare a Malta la sera di mercoledì
3. L’accoglienza fa bene all’economia locale
Qual è l’effetto della rete Sprar sull’economia locale? Francesco Amodio, Angelo Martelli e Maria chiara Paoli hanno analizzando i dati forniti dall’Anci, rete Sprar, Istat e Ministero dell’Economia e Finanze per calcolare il valore dell’indotto generato dai centri accoglienza. La loro analisi rivela che la relazione tra presenze Sprar e crescita del reddito imponibile è positiva: a ogni ulteriore presenza si accompagna una maggiore crescita del reddito.
NEW Policy Brief @GGLab_McGill : The Effect of the Italian Support System for Refugees and Asylum Seekers on the Local Economy @fscoamodio : https://t.co/D5QqYeZXUQ …#GGLab #ISID_McGill pic.twitter.com/BMSacuVszE
— GlobalGovLab_McGill (@GGLab_McGill) October 16, 2018
4. Non solo Riace, viaggio tra l’accoglienza che funziona
“Il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Italia è all’avanguardia rispetto a quello di altri paesi europei come la Francia, la Spagna o la Grecia”. Sono le parole di Vincent Cochetel – inviato speciale per l’Unhcr – dopo aver visitato alcuni appartamenti che ospitano richiedenti asilo a Bologna. Eppure, come ci racconta Annalisa Camilli per Internazionale, un po’ ovunque rischia di essere schiacciato tra norme burocratiche e di rendicontazione sempre più stringenti.
Nonostante ciò sempre più amministrazioni hanno deciso di seguire il “modello Riace”. Come a Roviano, piccolo comune del Lazio, dove il Consiglio Italiano per i Rifugiati e il comune hanno deciso di aprire un nuovo centro di accoglienza nell’ambito del Sistema Sprar. O Montesilvano, paese abruzzese con una giunta di destra, il cui modello di integrazione ha conquistato gli inviati di Oltralpe.
5. Dopo 3 mesi Sea Watch torna in mare
Dopo 3 mesi di sosta forzata a Malta la nave Sea Watch 3 è riuscita a lasciare l’isola e riprendere il mare. La nave di soccorso battente bandiera olandese era bloccata dallo scorso 2 luglio per presunte irregolarità nella registrazione. “Siamo pronti a tornare in mare, a essere dove nessun essere dovrebbe essere” fanno sapere dall’equipaggio. La nave riprenderà le azioni di soccorso dopo uno scalo tecnico in Spagna.
https://twitter.com/SeaWatchItaly/status/1053624650033496064
6. La carovana della speranza fa marcia verso gli Usa
“Gli Stati Uniti hanno fortemente informato il Presidente dell’Honduras che se la grande carovana di persone che si dirigono verso gli USA non viene fermata e riportata in Honduras, non saranno concessi ulteriori fondi o aiuti all’Honduras, con effetto immediato”
A poco sono servite le parole del Presidente Trump, le centinaia di uomini donne e bambini partite dall’Honduras con l’intenzione di raggiungere gli Stati Uniti sono ancora in viaggio e sono cresciuti esponenzialmente durante il cammino, fino a raggiungere le 5mila unità.
I migranti hanno iniziato la loro marcia venerdì scorso dalla città settentrionale di San Pedro Sula, in Honduras. Fuggono da violenza e miseria, avanzando a piedi o a bordo di veicoli di fortuna, hanno attraversato il Guatemala direzione Nord, oltrepassato due posti di blocco della polizia e fermati a Esquipulas per riprendere il viaggio martedì mattina e arrivare in Messico.
Trump ha allora rincarato la dose, dichiarando che dispiegherà i militari al confine per bloccare i profughi. Il presidente messicano Andrés Manuel Lopez Obrador, ha invece optato per la linea morbida: dal primo dicembre, quando entrerà in carica, ha promesso permessi di lavoro agevolati per i centroamericani che decidessero di fermarsi.
7. Immigrazione in Australia segnali contrastanti
Non accenna a diminuire l’attenzione sulla piccola isola di Nauru, utilizzata dalle autorità australiane come centro di detenzione offshore per i migranti irregolari. Poche settimane dopo che al personale di Medici senza frontiere è stato imposto di abbandonare l’isola, analogo trattamento è toccato ad un altro medico, Nicole Montana, costretta a tornare in Australia.
Intanto, sotto le pressioni dei media e della comunità internazionale, il premier australiano Scott Morrison si è detto disposto a considerare una vecchia proposta della Nuova Zelanda pronta ad accogliere i migranti bloccati su Nauru.
8. Per il Garante dei detenuti ci sono gravi criticità nei Cpr
Brindisi-Restinco, Palazzo San Gervasio (Potenza), Bari e Torino. Sono questi i Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR), visitati dal Garante nazionale per i diritti dei detenuti, nei quali sono stati riscontrati “gravi criticità”.
Scadenti condizioni materiali e igieniche delle strutture, assenza di attività, mancata apertura dei Centri alla società civile organizzata, non considerazione delle differenti posizioni giuridiche – si può leggere nel rapporto indirizzato al Viminale – sono solo alcuni dei nodi critici riscontrati.
La replica del Ministero è affidata al capo del Dipartimento Immigrazione, Gerarda Pantalone, secondo cui la colpa di queste carenze andrebbe imputata agli ospiti delle strutture: “ogni sforzo compiuto, con significativi oneri, viene spesso vanificato dai continui e violenti comportamenti degli ospiti in danno dei locali e degli arredi, con dirette negative conseguenze sulle loro stesse condizioni di vita”.
Nei giorni scorsi il Garante, in audizione al Senato, aveva espresso la propria perplessità anche su alcuni punti del nuovo Decreto Sicurezza.
9. Migranti: nuove tensioni tra Francia e Italia
Nuova tensione tra Matteo Salvini e il suo omologo francese Christophe Castaner sui respingimenti di migranti in territorio italiano operati dalla gendarmeria francese a Claviere. Il ministro italiano annuncia l’invio di funzionari di polizia al confine dopo gli ultimi episodi di “sconfinamento”. “Continueremo a pattugliare i confini, l’Italia ha rialzato la testa” le parole del Ministro italiano. “Non ci può essere soluzione senza cooperazione. Le decisioni unilaterali non possono farci fare passi avanti” quelle di Castaner.
Sull’episodio, e sul racconto giornalistico dello stesso, interviene anche l’Associazione carta di Roma: “Stiamo parlando di persone, non merce. Proviamo a sostituire le parole che spersonalizzano e cancellano le identità con quelle più appropriate. Invece di “scaricati” scriviamo “riportati” o “abbandonati”, e vediamo l’effetto che fa”
10. Ha fermato da sola la deportazione di un richiedente asilo afgano, ora sarà processata
Lo scorso luglio Elin Ersson – studentessa svedese di 21 anni – era riuscita a bloccare la partenza di un aereo diretto da Gothenburg a Istanbul, impedendo la deportazione di un richiedente asilo afgano di 52 anni. La sua azione, ripresa con il telefono cellulare, aveva ricevuto il sostegno degli altri passeggeri e il video era stato visto da più di 13 milioni di persone. Ora la richiesta dei pubblici ministeri svedesi, che hanno annunciato che Ersson sarà processata a Göteborg per aver violato le leggi sull’aviazione. Per non aver rispettato gli ordini del capitano rischia una multa e fino a sei mesi di prigione.
Foto di copertina via Twitter