I morti in mare che non si possono contare, gli accordi tutti sbagliati per controllare i flussi migratori, l’accelerazione (ed a che costi!) dei rimpatri forzati. Le tante discriminazioni contro gli stranieri: dall’iscrizione all’asilo al diritto d’amare, per un sans-papiers la vita quotidiana è un vero e proprio percorso ad ostacoli. E come gli stati di tutto il mondo sono messi alla prova dalla questione accoglienza.
- Mediterraneo, quei morti che non si possono contare
Non vi è alcun registro ufficiale dei migranti che hanno perso la vita durante il loro disperato viaggio della speranza attraverso il Mediterraneo. Perché? Se lo chiede Ingeborg Eliassen di Investigate Europe in un approfondimento per Refugees Deeply. - Libia, l’accordo che non funziona – da nessun punto di vista
Le violazioni dei diritti umani sono storicamente “push factors” dei flussi migratori. Un dato fondamentale, che l’Unione Europea e l’Italia si ostinano a negare firmando inquietanti accordi come quello con la Libia. Che non pone quindi solo questioni di umanità, ma anche di effettività. E allora che senso hanno queste politiche? L’analisi di Mattia Toaldo per l’Aspen Institute. - Sudan, il ricorso a Strasburgo contro l’Italia per le deportazioni forzate verso il paese di al-Bashir
Cinque anni dopo essere stata condannata per i respingimenti in alto mare verso la Libia, l’Italia torna di fronte alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo per il rimpatrio di massa nell’estate 2016 di quasi cinquanta cittadini sudanesi. L’articolo di Giacomo Zandonini per Repubblica (da accompagnare al nostro approfondimento). - Germania, l’obiettivo ora è accelerare le deportazioni
Non è solo l’Italia a premere l’acceleratore sui rimpatri forzati: la Germania di Angela Merkel annuncia un “numero record” di deportazioni di richiedenti asilo diniegati nel 2017. Verso dove, e come, non è però affatto chiaro. L’articolo di Deutsche Welle. - Italia, la discriminazione inizia all’asilo?
Asili nido, prima i veneti: approvata la legge regionale che esclude i bambini immigrati dall’istruzione. Il consiglio regionale veneto ha infatti approvato una legge che dà la priorità nei nidi comunali ai bambini figli di genitori che vivono o lavorano in Veneto da almeno 15 anni, mentre gli altri restano in coda. L’articolo di Lidia Baratta su Linkiesta. - Belgio, l’amore non è una cosa semplice se sei un sans papiers
Interrogatori, perquisizioni, arresti. In Belgio lo stato dà la caccia alle coppie in cui uno dei due partner non ha regolare titolo di soggiorno. Una lotta contro le presunte unioni di comodo che ha raggiunto una violenza e un’arbitrarietà che mettono a dura prova moltissime coppie, trasformando una questione privata e intima – l’amore – in un vero e proprio affare di stato. A rischio deportazione, ça va sans dire. Il bell’articolo di Francesca Spinelli su Internazionale. - Svezia, il collasso della nazione più generosa al mondo
Il piccolo stato svedese è quello, tra gli stati europei, che ha accolto il maggior numero di rifugiati per capita. Ma le politiche di accoglienza e solidarietà stanno avendo alti costi per il paese, che pare stare arrivando ad un punto di rottura. L’approfondimento di James Traub su Foreign Policy. - Spagna, vogliamo più rifugiati!
Una grandissima manifestazione per le strade di Barcellona in cui oltre 160,000 spagnoli chiedono al proprio governo di migliorare le proprie politiche di accoglienza e aprire le porte a più rifugiati. Il video di Al Jazeera e l’articolo del Guardian. - Stati Uniti, combattere Trump con la tecnologia
Mentre il presidente americano Trump cerca in tutti i modi di bloccare l’ingresso di rifugiati e musulmani nel paese, gli esperti di tecnologia si impegnano per trovare il modo di contrastare le sue politiche discriminatorie e aiutare rifugiati e migranti… a suon di app! L’articolo di Steven Melendez su FastCompany. - Giappone, non è un paese per rifugiati
26. Questo il numero di rifugiati accolti in terra nipponica nel 2016, una cifra che risulta quasi ridicola per la sua esiguità. Perché? L’articolo del Financial Times e il video-explainer di Seeker, da accompagnare alla bella analisi di Moe Suzuki su Open Democracy.
Immagine di copertina via Wikimedia (CC 0).