1. La regolarizzazione è a rischio fallimento
Solo un anno fa i braccianti agricoli venivano chiamati lavoratori essenziali, le aziende agricole lamentavano l’assenza di manodopera a causa della pandemia e si organizzavano corridoi aerei per portare cittadini stranieri a lavorare nei campi del p
aese. Veniva infine approvato un provvedimento emergenziale che mirava a far emergere quante più persone possibili – tra quelle che già lavoravano nella filiera agro-alimentare – dell’irregolarità. A che punto siamo un anno dopo?
Purtroppo, gli stranieri irregolari che coltivano le campagne d’Italia, con le più originali forme di lavoro grigio e con salari da fame, sono rimasti invisibili – Filippo Poltronieri ha approfondito l’argomento per noi in questo articolo – come raccontano i report dell’Associazione Terra! e di Ero Straniero.
Neanche l'1% delle domande presentate dai migranti con il #decretorilancio dell'anno scorso sono arrivate a un permesso di soggorno. Ritardi clamorosi nelle prefetture. Ne ho scritto per @open_migration https://t.co/4dvpnjuKcC
— Filippo Poltronieri (@poltrifex) March 8, 2021
Proprio quest’ultimo report sottolinea un quadro sulla regolarizzazione più che deludente:
dopo sei mesi “delle oltre 207.000 domande presentate dal datore di lavoro per l’emersione di un rapporto di lavoro irregolare o l’instaurazione di un nuovo rapporto con un cittadino straniero in tutt’Italia sono stati rilasciati soltanto 1.480 permessi di soggiorno, lo 0,71%” scrive Annalisa Cangemi su Fanpage.
Solo 1480 permessi di soggiorno rilasciati in sei mesi su 207.000 domande presentate nell'ambito della #regolarizzazione2020. Lo abbiamo denunciato come campagna @Ero_Straniero con un dossier approfondito sul tema 👉 https://t.co/RQqLMJYvox. Ora serve un intervento del @Viminale pic.twitter.com/VYjO172aFI
— A Buon Diritto (@abuondiritto) March 9, 2021
Con i ritmi attuali – le fa eco Alessandra Ziniti su La Repubblica – a Milano si stima ci vorranno 30 anni per l’esame di tutte le pratiche.
2. Diritto a migrare, diritto a non farlo: le parole del Papa in visita in Iraq
Gli occhi del mondo per un week end sono sull’Iraq, meta dell’ultimo viaggio del papa, il primo in tempo di Covid.
Un viaggio che ha riportato l’attenzione sulla regione, ma anche sul tema dei migranti.
Prima una riflessione sulla migrazione, “un diritto doppio: diritto a non migrare, diritto a migrare”. “Questa gente – racconta pensando ai tanti profughi iracheni –, “non ha nessuno dei due, perché non possono non migrare e non possono migrare perché il mondo ancora non ha preso coscienza che la migrazione è un diritto umano”, riporta l’inviato di Repubblica Paolo Rodari.
Questa sera #PapaFrancesco ha incontrato il sig. Abdullah Kurdi, papà del piccolo Alan, naufragato con il fratello e la madre sulle coste turche nel settembre 2015 mentre con la famiglia tentava di raggiungere l’Europa. Il Papa si è intrattenuto a lungo con lui. #PapaInIraq pic.twitter.com/A2UpPs6VZ9
— Antonio Spadaro (@antoniospadaro) March 7, 2021
Poi l’incontro con il papà del piccolo Alan Kurdi, naufragato con il fratello e la madre sulle coste turche nel settembre 2015 mentre con la famiglia tentava di raggiungere l’Europa. “Questo bambino è un simbolo – ha detto il Papa –. È un simbolo che va oltre un bambino morto nella migrazione. È il simbolo di una civiltà di morta”.
3. Secondo la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic: “i Paesi Ue non tutelano più i rifugiati”
“I paesi europei non riescono a proteggere rifugiati e migranti che cercano di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo. Il regresso nella protezione delle vite e dei diritti dei rifugiati e dei migranti sta peggiorando e causa migliaia di morti evitabili ogni anno”.
Lo denuncia Dunja Mijatović, Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, in un rapporto dal titolo “A distress call for human rights. The widening gap in migrant protection in the Mediterranean”.
European states are still failing to protect refugees & migrants trying to reach Europe via the Mediterranean.
They must no longer retreat from their obligations to swiftly rescue & bring people to safety & to cooperate with NGOs #SAR #migration #HumanRights solutions exist👇 pic.twitter.com/imntqyC4Ol
— Commissioner for Human Rights (@CommissionerHR) March 9, 2021
Come spiega Redattore Sociale, “il rapporto fa il punto sull’attuazione da parte degli Stati membri della Raccomandazione del 2019 sul salvataggio dei migranti in mare e fornisce una serie di misure, che devono essere adottate con urgenza per garantire un approccio conforme ai diritti umani alle traversate marittime. In particolare, il report analizza il periodo da luglio 2019 a dicembre 2020 in cinque aree chiave: ricerca e soccorso; sbarchi tempestivi e sicuri delle persone soccorse; cooperazione con organizzazioni non governative; cooperazione con paesi terzi. e percorsi sicuri e legali.”
C’è spazio anche per un’analisi degli accordi con la Libia: sono “in contrasto con il diritto internazionale”.
Intanto, un nuovo naufragio al largo della Tunisia ha causato morti in 14, tra loro anche 4 bambini e 9 donne.
4. Legge sulla cittadinanza: un e-book indaga i profili di illegittimità costituzionale
L’acquisto della cittadinanza italiana è disciplinato dalla legge 5 febbraio del 1992, n. 91. “Si tratta, come è noto, di una legge datata non solo in ragione del tempo trascorso – non ancora trent’anni, ma resi pesanti da tanti mutamenti epocali – quanto per la sua impostazione di fondo, che già in anni ormai lontani ne ha comportato l’irridente ma verace definizione di “legge a scoppio ritardato”, nata quindi già vecchia”.
Con l’obiettivo di riaprire una discussione sulla legalità costituzionale della normativa relativa alla cittadinanza, individuandone le criticità rimaste in ombra durante questi lunghi anni di sofferto e poco fruttuoso lavoro di riforma parlamentare della legge 91 del 1992, la Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili pubblica l’ebook “I profili di illegittimità costituzionale della legge sulla cittadinanza“.
🔴Con l’obiettivo di riaprire una discussione sullo #iussoli e, più in generale, sulla legalità costituzionale della normativa relativa alla cittadinanza, la nostra Coalizione pubblica l’ebook “I profili di illegittimità costituzionale della legge sulla cittadinanza“. pic.twitter.com/ekmTvB7k0d
— CILD (@Cild2014) March 10, 2021
L’e-book – di cui Altalex tratta ampiamente in questo articolo – vuole individuare le criticità rimaste in ombra durante questi lunghi anni di sofferto e poco fruttuoso lavoro di riforma parlamentare della legge 91 del 1992, con l’obiettivo di riaprire una discussione sulla legalità costituzionale della normativa relativa alla cittadinanza.
5. Soccorsi in mare: richiesta di giudizio per 24 membri di Ong
Dopo un’indagine durata quasi quattro anni, gli inquirenti di Trapani hanno formalmente chiuso l’inchiesta con cui accusano oltre 20 persone, di aver collaborato con i trafficanti per reati che comportano pene fino a 20 anni.
Come riportato da La Repubblica, almeno tre imbarcazioni di salvataggio sono al centro delle accuse: la Iuventa, un ex peschereccio gestito dalla ONG tedesca Jugend Rettet (ve ne abbiamo parlato qui), la Vos Hestia, gestito da Save the Children, e Vos Prudence, gestito da MSF.
I procuratori sostengono che i soccorritori organizzassero incontri con i trafficanti, facendosi consegnare le persone a bordo e restituendo le barche per essere riutilizzate. Come scrive sul Guardian Lorenzo Tondo, gli equipaggi della Iuventa, di MSF e di Save the Children negano tutte le accuse.
6. In Danimarca fa discutere la decisione del governo di considerare Damasco zona sicura
In Danimarca, 94 rifugiati siriani sono stati privati dei loro permessi di residenza temporanei. La decisione arriva dopo che il governo danese ha deciso di estendere l’area della Siria che considera sicura includendo il governatorato di Rif Dimashq – un’area, cioè, che comprende la capitale Damasco.
Ancora non è chiaro se le 94 persone, al momento trasferite in centri per il rimpatrio, saranno costrette a partire. Certo è – come sottolineano gli attivisti per i diritti umani – che la pressione in tal senso è forte.”Abbiamo chiarito ai rifugiati siriani che il loro permesso di soggiorno è temporaneo. Può essere ritirato se la protezione non è più necessaria”, ha intanto dichiarato il ministro Mattias Tesfaye al quotidiano inglese Telegraph.
7. Frontex: il direttore Leggeri è stato ascoltato dal Parlamento Europeo
“Voglio ribadire che è nell’interesse di Frontex fare luce sulle accuse e le preoccupazioni espresse dalle istituzioni europee e dai cittadini[…]È utile per lo sviluppo trasparente dell’Agenzia e per stimolarci a fare meglio.[…] Domani (5 marzo ndr)sarà presentata una relazione a riguardo, ma posso già anticipare che non ci sono evidenze che il personale di Frontex abbia partecipato a violazioni dei diritti fondamentali” Esordisce così il Direttore di Frontex Fabrice Leggeri davanti il gruppo di lavoro del Parlamento Europeo che ne analizzava l’operato (ne parla dettagliatamente Federico Baccini su EuNews).
La sessione non ha riservato sorprese o colpi di scena, ma ha confermato la crescente pressione nei confronti dell’agenzia che si occupa dei confini esterni dell’Ue. Ce lo racconta in questo articolo Paolo Riva che ha intervistato per noi gli eurodeputati Pietro Bortolo e Tineke Strik.
Per @open_migration ho provato a raccontare i problemi di #Frontex, del suo direttore #Leggeri e, quindi, dei confini Europei e delle persone che cercano di attraversarli. Con le voci di @Tineke_Strik, @bartolopietro1 e @lk2015r. https://t.co/5xH7NaVkzS
— Paolo Riva (@paolorivaz) March 5, 2021
8. Donne e migranti due grafiche per approfondire la violenza di genere
Sapevi che la violenza di genere è uno dei principali motori della migrazione e che le donne che migrano sono più vulnerabili e più a rischio di subire violenza? Come riporta il Missing Migrants Project, nel 2020 almeno 23 donne hanno subito una morte violenta, mentre il genere influenza ogni fase della migrazione.
Gender-based violence is one of the main drivers for migration. Women are more vulnerable to experience violence during their migration journeys. In 2020, at least 23 women experienced violent deaths. Gender affects every phase of migration. #IWD2021 pic.twitter.com/wPHRTKhWWT
— Missing Migrants Project (@MissingMigrants) March 8, 2021
Allo stesso tempo le donne migranti hanno tre volte meno probabilità degli uomini di essere identificate dopo la morte.
Migrant women are three times less likely than men to be identified after death. In 2020, we documented 335 women dead or missing during migration worldwide. The real number of women who have perished during their migration journey is likely to be much higher. #IWD2021 pic.twitter.com/YQmP6B5msb
— Missing Migrants Project (@MissingMigrants) March 8, 2021
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In copertina foto di Federico Tisa