1. Regno Unito: l’Alta Corte dice sì alla deportazione dei migranti in Ruanda
**Aggiornato il 15 giugno
Il primo volo con destinazione Ruanda, con a bordo 31 richiedenti asilo, sarebbe dovuto partire martedì scorso. Lo aveva confermato anche la Corte Suprema del Regno Unito, che nei giorni precedenti non aveva concesso la sospensione del provvedimento richiesta da associazioni e attivisti per i diritti umani.
Poi a poche ore dalla partenza del primo volo, la sorpresa: la Corte europea dei Diritti Umani sospende il decollo. “In particolare – spiega per il Manifesto Leo Lancari – la Corte ha deciso di concedere un provvedimento di cautela urgente a un cittadino di origine irachena, K. N., che aveva chiesto asilo all’Inghilterra il 17 maggio scorso e che martedì stava per essere espulso. Nella decisione della Corte hanno pesato le preoccupazioni espresse dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati secondo cui una volta in Ruanda i richiedenti asilo non avrebbero accesso a procedure eque per la determinazione dello status di rifugiato”.
Nonostante il volo sospeso, Londra non ferma il piano di deportazione dei migranti in Ruanda – almeno fino a che l’operazione non sarà sottoposta a una revisione giudiziaria completa il prossimo mese:
“Ho sempre detto che questa politica non sarà facile da attuare e sono delusa dal fatto che i ricorsi legali e richieste dell’ultimo minuto abbiano fatto sì che il volo previsto per oggi [martedì, n.d.r.] non sia potuto partire” – ha detto la ministra Patel – “i nostri esperti legali stanno riesaminando tutte le decisioni prese su questo volo e i preparativi per il prossimo volo sono già cominciati”.
Nei giorni scorsi, dopo le critiche delle Nazioni Unite, il piano aveva incassato anche quelle del principe Carlo che, pur non abbandonando la neutralità della Corona, avrebbe definito la policy “spaventosa”.
In vista del primo volo, poi sospeso, Al Jazeera aveva parlato con alcune delle persone che si trovano nei centri di detenzione in attesa di espulsione.
2. Tripoli vale come Kiev?
“Ci sono profughi e profughi. Dipende dalla geografia? O da certe variabili cromatiche? Più l’epidermide è scura e più le loro sorti ci sembrano lontane, al punto da pagare di tasca nostra chi si incarica di tenerceli fuori dai piedi?”, si domanda il giornalista Nello Scavo in un articolo che denuncia la disparità di trattamento tra i profughi ucraini – e bianchi – e tutti gli altri.
Ci sono profughi e profughi.
Dipende dalla geografia? O da certe variabili cromatiche? Più l’epidermide è scura e più le loro sorti ci sembrano lontane, al punto da pagare di tasca nostra chi si incarica di tenerceli fuori dai piedi?@nelloscavo https://t.co/1lb6xZzf0L— nello scavo (@nelloscavo) June 8, 2022
Intanto qualche timido progresso arriva dal Consiglio Affari interni dell’Ue riunito a Lussemburgo: Francia e Germania sarebbero disposte ad accogliere tremila migranti, l’Irlanda sui 400. “L’Italia ottiene una clausola specifica sui ‘salvati in mare’: potranno essere ricollocati anche i migranti economici, non solo i richiedenti asilo. Contrari in 5: Polonia, Ungheria, Austria, Slovenia e Lettonia”. Ne parla sull’HuffPost Angela Mauro.
3. Condizioni disumane in Libia: un nuovo suicidio nel centro di Ain Zara
Si chiamava Mohamed Mahmoud Abdulaziz il giovane che si è tolto la vita nel centro di detenzione di Ain Zara, in Libia.
🚩from #Ainzara
Death Announcement 💔
Yesterday a 19y old MOHAMED MAHMOUD ABDULAZIZ hanged himself to death inside the #Ainzara dc. This comes after being forcibly evicted from gargaresh last year Oct then taken to #Almabani detention where he suffered all sorts of abuses.1/4 pic.twitter.com/CtVn5R497W
— Refugees In Libya (@RefugeesinLibya) June 6, 2022
“Aveva 19 anni ed era nato in Darfur, regione del Sudan occidentale martoriata da anni di conflitto. Domenica si è impiccato nel centro di prigionia di Ain Zara, a Tripoli. Era in Libia da tempo: i suoi amici raccontano che due anni fa era stato attaccato da un datore di lavoro che rifiutava di pagarlo. Da allora soffriva di ansia e attacchi di panico” riporta il giornalista Giansandro Merli sul Manifesto.
Abdel Aziz aveva 19 anni, era stato arrestato a gennaio dopo lo sgombero del presidio dei rifugiati a Tripoli. A Lampedusa oltre 800 sbarchi in 24 ore. Le Sea-Watch 3 e Mare Jonio soccorrono 459 personehttps://t.co/vxoDraJCKA
— Giansandro Merli (@GiansandroMerli) June 7, 2022
Secondo InfoMigrants, la situazione è ulteriormente peggiorata nelle ultime settimane. La violenza contro le persone richiedenti asilo è aumentata. I detenuti, selezionati dalle guardie del centro o da miliziani esterni, affermano di essere vittime di lavori forzati. Vengono brutalmente trascinati fuori dalla prigione e rimandati nelle carceri poche ore dopo.
4. La carovana di migranti in Messico si dirige verso il confine con gli Stati Uniti per l’inizio del Summit delle Americhe
Migliaia di migranti, molti dei quali provenienti dal Venezuela, sono partiti lunedì dal sud del Messico con l’obiettivo di raggiungere gli Stati Uniti, programmando il loro viaggio in modo che coincidesse con il Summit delle Americhe a Los Angeles.
Migrant caravan in Mexico heads for U.S. border as Americas Summit starts https://t.co/7Hl3VgUnjD pic.twitter.com/jObLUtE94N
— Reuters (@Reuters) June 8, 2022
Almeno 6.000 persone, secondo testimoni Reuters, hanno lasciato la città di confine di Tapachula. “Esortiamo vivamente coloro che partecipano al vertice a guardare cosa sta succedendo e cosa potrebbe accadere ancora più spesso in Messico, se qualcosa non verrà fatto al più presto”, ha affermato Luis Garcia Villagran, organizzatore dell’evento e direttore del Center for Human Dignification, un’organizzazione no profit.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dovrebbe annunciare un patto regionale sulla migrazione nel corso della settimana.
5. Continuano i respingimenti sistematici al confine tra Bielorussia e Polonia
“La Polonia, illegalmente, e talvolta violentemente, respinge sommariamente migranti e richiedenti asilo in Bielorussia, dove subiscono gravi abusi, tra cui percosse e stupri da parte delle guardie di frontiera e di altre forze di sicurezza”.
Così denuncia Human Rights Watch che, in una nuova indagine, svela le violazioni dei diritti ai danni di richiedenti asilo siriani, afghani e yemeniti. “Le guardie di frontiera polacche stanno accogliendo gli ucraini su un confine mentre respingono persone provenienti da Afghanistan, Siria e Yemen su un altro. Tutti hanno il diritto di chiedere asilo quando sono costretti a fuggire dal proprio paese”, ha affermato Heather Barr, co-direttrice del dipartimento sui diritti delle donne di Human Rights Watch.
Polish border guards are welcoming Ukrainians on one border while pushing back people from Afghanistan, Syria, and Yemen on another. Everyone–everyone–has a right to seek asylum when they are forced to flee their country. pic.twitter.com/HWopoavXpS
— Heather Barr (@heatherbarr1) June 8, 2022
“È inaccettabile che un paese dell’UE stia costringendo le persone, molte delle quali in fuga dalla guerra e dall’oppressione, a tornare in quelle che possono essere descritte solo come condizioni infernali in Bielorussia”, ha affermato Lydia Gall, ricercatrice senior per l’Europa e l’Asia centrale presso Human Rights Watch. “I respingimenti illegali dei migranti in Bielorussia e i successivi abusi che subiscono lì sono in netto contrasto con la politica polacca della porta aperta alle persone che fuggono dalla guerra in Ucraina”.
6. “Metodi illegali”: le zone d’ombra della polizia di frontiera francese sul suolo italiano
L’Associazione nazionale di assistenza alle frontiere per stranieri (Anafé) e il senatore francese dell’Isère e presidente degli ecologisti al Senato, Guillaume Gontard, hanno denunciato il modus operandi degli agenti di polizia francese di frontiera, i quali, afferma Gontard, stanno “effettuando controlli sul territorio italiano” e “vietando l’ingresso in Francia alle persone che non hanno ancora attraversato il confine”.
At a border outpost set up by the French authorities on Italian soil,
migrants receive a document refusing them entry to France before they're handed over to the Italian police.Rights groups have denounced the process, saying it is illegal.https://t.co/H1GbOGCHh9
— InfoMigrants (@InfoMigrants) June 8, 2022
“Abbiamo scoperto che alcune persone potrebbero aver trascorso fino a 24 ore in un ufficio gestito dalla polizia francese su suolo italiano, che sembra essere al di fuori di tutti gli statuti giudiziari”, osserva Gontard. Laure Palun, direttrice dell’Anafé, ha dubbi sulla legalità di questo modo di fare: “questa procedura solleva diversi interrogativi sulla competenza giuridica: in quale quadro la Francia può essenzialmente respingere le persone? Come può la Francia rifiutare l’ingresso nel suo territorio sul territorio sovrano di un altro paese?”.
Foto copertina via InfoMigrants/Twitter