1. Un corpo in mare da quasi 3 settimane non è stato ancora recuperato
Da tre settimane il corpo senza vita di un essere umano è lasciato naufragare nel Mediterraneo, in balìa delle onde insieme a quel che rimane di un gommone.
Avvistato in un primo momento il 29 giugno dalla Sea Watch – spiega Monica Coviello su Vanity Fair – al confine tra la sar libica e la sar maltese, la sua posizione è stata segnalata prontamente, e ripetutamente, alle autorità maltesi e italiane.
Ieri, nella sua prima missione, #Seabird ha avvistato in SAR libica ciò che non avremmo mai voluto essere costretti a mostrarvi: il corpo senza nome di una persona sui resti di un gommone semiaffondato di cui non sappiamo nulla.
Chiediamo alle autorità che si faccia chiarezza. pic.twitter.com/oidpKGV85E
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) June 30, 2020
Nessuno, ad oggi, si è ancora attivato per recuperarlo.
Una petizione lanciata dalla Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili sulla piattaforma Change.org e indirizzata al Governo italiano e Maltese, oltre che alle Istituzioni europee, affinché si adoperino per recuperare il corpo e dargli degna sepoltura, ha superato in poche ore le 20 mila adesioni.
2. Un uomo è stato rinchiuso per sbaglio nel cara di Capo Rizzuto
“Delle giornate di psicosi che hanno travolto Amantea, il paesino calabrese sceso in piazza contro il trasferimento di 26 migranti sbarcati qualche giorno prima a Roccella Jonica, Abbas Mian Nadeem paga un prezzo salato”.
Vi ricordate le proteste degli sdraiati ad Amantea?
Bene, un risultato lo hanno ottenuto: Abbas, 46 anni pakistano (da anni in Italia) è finito per errore nel Cara
E' gravemente malato, gli amici si mobilitano per farlo uscire: "Rischia il Covid"https://t.co/P7qxaaPzle— Eleonora Camilli (@EleonoraCamilli) July 20, 2020
Alessia Candito e Floriana Bulfon su Repubblica, raccontano l’assurda storia di un uomo pakistano di 46 anni da anni in Italia, con regolare permesso di soggiorno. Confuso con i migranti sbarcati in Calabria e finito nella struttura di Isola Capo Rizzuto per errore insieme ai ragazzi sbarcati la settimana scorsa.
È sieropositivo e malato di epatite. Amici e ong locali chiedono il rilascio immediato: “Rischia di contrarre anche il coronavirus”.
3. Modifiche decreti sicurezza, si va nella giusta direzione?
Torna lo Sprar. Viene reintrodotta una protezione per chi rischia di subire torture e verrà rilasciato un documento d’identità ai richiedenti asilo. Le multe alle Ong – tra i punti più odiosi introdotti dal Decreto Salvini -, rimangono ma cambiano forma giuridica.
“Vengono soppresse le multe amministrative, attualmente emesse dalle prefetture a carico dell’armatore e che con il Decreto sicurezza Bis erano state alzate fino alla spropositata cifra di un milione di euro. La riforma Lamorgese stabilisce che se una nave effettua un soccorso in mare, e lo comunica sia al Centro di coordinamento competente sia al proprio Stato di bandiera, non incorre in alcun divieto.”
In caso contrario – spiega Fabio Tonacci – resta però il reato punibile fino a due anni di carcere e con multa portata a 50 mila euro.
Mentre la maggioranza trova la quadra e voto sì alla bozza di riforma presentata dalla ministra Lamorgese – tra una decina di giorni il testo definitivo – emergono anche i primi nodi critici.
Per Filippo Miraglia di Arci “Su alcuni punti si va nella giusta direzione”; più netti i giudizi di Giorgia Linardi (Sea Watch) secondo cui “I presupposti restano sbagliati” e Riccardo Gatti (Open Arms): “Intento di criminalizzare ong resta”.
4. Il parlamento approva nuovi finanziamenti alla cosiddetta Guardia costiera libica
Dopo quello del Senato lo scorso 7 luglio, è arrivato anche il sì della Camera al rifinanziamento delle missioni militari internazionali, compresi gli interventi in Libia.
Su quest’ultimo punto la maggioranza di governo si è divisa: il testo è passato con 401 sì, 23 no e un’astensione. Il centrodestra ha votato a favore, mentre i deputati di Italia Viva nell’ultima votazione sono usciti dall’Aula.
“Le divisioni nella maggioranza che sostiene il governo sono state causate dallo stanziamento di oltre 58 milioni di euro, già approvato dal Senato lo scorso 7 luglio, per la missione in Libia, di cui 10 andranno alla missione bilaterale di assistenza alla cosiddetta Guardia Costiera libica, compresa la formazione e l’addestramento, 3 milioni in più rispetto allo scorso anno” spiega il Post.
Come scrive Albachiara Re su Wired, “inchieste e indagini internazionali hanno dimostrato che tra le milizie libiche ci sono pesanti infiltrazioni criminali, soprattutto di trafficanti di esseri umani che quindi traggono grandi guadagni dalla gestione dei migranti, e che i centri di detenzione sono delle vere e proprie carceri dove chi viene recluso subisce violenze, torture e stupri, spesso a tempo indeterminato.
5. Asso 28: il capitano della nave a processo per respingimento
Il capitano di una nave di bandiera italiana sarà processato con l’accusa di aver ricondotto in Libia migranti in fuga dal paese nordafricano.
Come riporta infomigrants, nel luglio 2018, la nave di rifornimento offshore “Asso Ventotto” aveva raccolto 101 migranti vicino a una piattaforma petrolifera in acque internazionali al largo della Libia. Tra coloro che sono stati portati a bordo c’erano cinque anche minorenni e cinque donne incinte. Secondo la procura di Napoli, l’equipaggio della nave avrebbe poi ricondotto i migranti al porto di Tripoli consegnandoli alla guardia costiera libica.
6. Libia: fondi AICS nei centri di detenzione?
Parte dei fondi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo (AICS) finanzierebbero progetti di organizzazioni che operano nei centri di detenzione libici. È l’accusa mossa dall’Asgi e ora raccolta in un rapporto.
“Si tratta di un argomento controverso che aveva già suscitato molto scalpore sin dall’emanazione del primo bando nel 2017 – dichiara l’associazione sul suo profilo facebook – a causa dei sistematici abusi che caratterizzano il sistema di detenzione per migranti. Nell’ambito del progetto Sciabaca e Oruka l’ASGI ha realizzato un report che si interroga sulle conseguenze giuridiche degli interventi attuati, con soldi pubblici, nei centri di detenzione libici”.
↪️ Parte dei fondi dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo (AICS) finanziano dei progetti di…
Gepostet von Associazione Studi Giuridici Immigrazione am Mittwoch, 15. Juli 2020
7. Regolarizzazione: le Faq di Cild ora anche in inglese
Il 19 maggio scorso è stata approvata la normativa che stabilisce le procedure per la regolarizzazione dei cittadini italiani o stranieri che operano in Italia in determinati settori lavorativi. Tali settori comprendono l’agricoltura, l’agricoltura, il lavoro domestico e il lavoro domestico.
Il decreto riguarda in particolare gli stranieri privi di documenti che lavorano in Italia e i migranti il cui permesso di soggiorno potrebbe essere scaduto dopo il 31 ottobre 2019.
Ora la Cild ha realizzato un elenco di domande frequenti sul provvedimento di regolarizzazione disponibile anche in lingua inglese.
Foto via Twitter/Sea Watch