1. Open Arms: nessun favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
“I fatti risalgono al 15 marzo del 2018, quando l’Open Arms, su esplicita richiesta delle autorità italiane, intervenne in soccorso di 218 persone che, dopo l’evacuazione urgente di una donna e di un neonato, vennero fatte sbarcare in seguito nel porto di Pozzallo. il Tribunale di Ragusa ha deciso per il “non luogo a procedere” nei confronti di Ana Isabel Montes Mier e Marc Reig Creus, Capo Missione e Comandante all’epoca dei fatti, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza privata”, scrive Vita.
Il difensore di Open Arms, Arturo Salerni, intervistato dall’Ansa ha dichiarato che il Tribunale ha affermato il principio che il salvataggio in mare è doveroso: “Consegnare i naufraghi alla Libia – continua l’avvocato – non e’ conforme al diritto internazionale”
Intervistata da Alessandra Ziniti su Repubblica, la capo missione Ana Isabel Montes Mier si dice pronta a tornare in mare per salvare vite.
Intanto, il lavoro di soccorso della Ong spagnola nel Mediterraneo centrale continua.
Oggi, durante la navigazione, abbiamo trovato i resti di una barca e uno zaino abbandonato in mare.
Dentro, tanti ricordi, oggetti cari conservati con cura.
L'orrore di queste morti senza testimoni richiamano l'Europa a tutte le sue responsabilità.
Noi continuiamo.#Med pic.twitter.com/mNVMpysp9V— Open Arms IT (@openarms_it) November 9, 2020
2. I riders italiani sono in sciopero
“Da Milano a Torino fino a Roma. La protesta dei rider si allarga sempre di più in tutta Italia – scrive Simone Bauducco sul Fatto Quotidiano -. Tre giorni di scioperi e cortei spontanei contro il nuovo contratto collettivo definito “pirata” (lo ha firmato una sola sigla sindacale, l’UGL n.d.r) entrato in vigore il 3 novembre.”
Elogiati per il loro lavoro durante l’epidemia, sono precari, senza garanzie e pagati a cottimo. Ecco perché i fattorini in bicicletta scioperano da giorni in tutta Italia (Su Internazionale, il reportage realizzato da Annalisa Camilli).
Come ci raccontava Lorenzo Pirovano, a Milano due terzi di loro sono migranti e sebbene portino in spalla lo zaino delle più famose app di consegna a domicilio, raccontano di non lavorare direttamente con le piattaforme e di avere degli intermediari.
3. I medici di origine straniera sono una risorsa
“Ogni volta che parliamo di migranti bisognerebbe ricordare, tra le altre cose, che tra di loro ci sono medici, infermieri, operatori sanitari che si spendono per la salute di tutti. E altri che vorrebbero spendersi, ma non ci riescono per la resistenza a riconoscere titoli di studio e qualifiche professionali, perfino in questo momento in cui scarseggia il personale sanitario e in alcune regioni c’è chi vuole coinvolgere anche i veterinari a fare i tamponi. Il razzismo istituzionale ha molti molti” scrive Maurizio Ambrosini.
Su Facebook gli fanno eco l’Asgi che insieme a Lunaria e a Italiani Senza Cittadinanza ha scritto al Governo per denunciare quanto sta accadendo: “Da settimane le autorità sanitarie denunciano la carenza di medici e infermieri, eppure le amministrazioni degli Ospedali e delle Aziende sanitarie richiedono a medici e infermieri la cittadinanze italiana o di paesi dell’Unione europea. Questo requisito è illegittimo secondo quanto stabilito dall’art. 13 del “Decreto Cura Italia” secondo il quale possono essere assunti “alle dipendenza della pubblica amministrazione per l’esercizio di professioni sanitarie tutti i cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione europea, titolari di un permesso di soggiorno che consente di lavorare.”
4. Corridoi umanitari: una via sicura per l’Europa
“Una via legale per raggiungere l’Europa senza rischiare la vita. Eccolo il miraggio per tanti che fuggono da guerre e persecuzioni e hanno diritto alla protezione internazionale. Eppure un modo sicuro c’è e l’ha trovato il nostro Paese: si chiama “corridoio umanitario”. In questi anni più di mille profughi, tra uomini, donne e bambini, lo hanno percorso, arrivando sani e salvi in Italia.” Vladimiro Polchi su Repubblica, ne parla partendo dai dati raccolti nel recente Dossier Statistico Immigrazione 2020 realizzato da Idos.
5. Trovati i corpi di sette uomini in un container in Paraguay
“Quattro marocchini, due algerini e un egiziano sono stati trovati morti all’interno di un container che trasportava fertilizzanti ad Asunción, capitale del Paraguay. I sette migranti erano riusciti a nascondersi dentro alla stiva trasportata da un treno merci nella stazione di Sid, a un centinaio di chilometri a nord da Belgrado in Serbia, convinti che fosse diretto a Milano. Invece sono finiti in una nave partita da un porto croata diretta a Buenos Aires, dopo aver fatto scala in Egitto e in Spagna”. Come riporta il sito Italiaamercalatina, il carico sarebbe partito dalla Serbia il 22 luglio scorso, e i migranti, senza cibo né acqua, sarebbero morti prima di arrivare in Egitto.
6. Senza fissa dimora e Covid: è ancora emergenza
https://twitter.com/EleonoraCamilli/status/1325011702744821760
Più volte vi abbiamo raccontato le realtà solidali, che uniche a farlo, aiutano chi durante la pandemia è costretto in strada.
“Il virus non è una livella e non è neanche democratico: le persone vulnerabili sono più a rischio”, Eleonora Camilli ci porta in strada con le unità mobili di Medu, Intersos e Sanità di Frontiera che curano gli invisibili della pandemia.
7. A Lesbo la solidarietà è sotto attacco
Il governo greco non ha badato a spese: sei camionette, un centinaio di poliziotti, alcuni mezzi dell’esercito, e infine due pullman turistici per trasferire i migranti: è finita così l’esperienza del Pikpa Camp, centro che per anni ha aiutato con professionalità i migranti più fragili approdati sull’sull’isola di Lesbo. Si sgomberano le piccole realtà e si guarda ai grandi centri come Moria dove sono ammassati di nuovo oltre 7mila persone. Ce ne aveva parlato in questo reportage Anna Dotti.
Martina Martelloni per TPI, invece, ci racconta come dopo l’incendio del campo di Moria le condizioni dei migranti sono sempre più inaccettabili.
8. Navi davanti la Tunisia per bloccare i migranti
“Navi e aerei italiani posizionati nelle acque di fronte alla Tunisia per intercettare i barchini con i migranti. L’idea è stata messa a punto dal Viminale e illustrata ieri dalla ministra Luciana Lamorgese al collega francese Gerald Darmanin, che ha fatto tappa a Roma prima di partire per un viaggio nei Paesi del Maghreb. Se Tunisi darà il via libera, i nostri mezzi sosteranno in acque internazionali e avranno il compito di intercettare i natanti che partono dal Paese nordafricano diretti verso l’Italia, segnalandoli alle autorità tunisine che si muoveranno per bloccarli e riportarli indietro”. Carlo Lania per il Manifesto.
9. I diritti dei minorenni vittime di tratta di esseri umani
Il collocamento in hotspot e navi quarantena non garantisce assistenza adeguata ai minorenni non accompagnati e favorisce la loro dispersione. Una riflessione sul tema e i materiali del Convegno organizzato dalla CILD qualche giorno fa.
In copertina foto via Open Arms