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Le strategie del partito Laburista sull’immigrazione e l’ascesa di Reform UK

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19 novembre 2025 - Angelo Boccato
A quasi dieci anni dal referendum sull’Unione Europea e dalla vittoria del fronte Leave pro-Brexit, i temi della migrazione restano al centro del dibattito politico britannico. La figura politica più aggressiva su questo fronte resta Nigel Farage, ora leader di Reform UK. Tuttavia anche il partito Laburista sta adottando un approccio securitario in materia di migrazioni, assecondando i voti dell'estrema destra. Ce ne parla Angelo Boccato.

Farage ha parlato dell’idea di introdurre un ministero finalizzato alle sole deportazioni, della sua intenzione di deportare 600,000 richiedenti asilo e di tagliare la migrazione netta a zero.

Le dichiarazioni roboanti appartengono alla tradizione del leader di Reform (mantenendolo inoltre sempre al centro della narrazione mediatica sul tema) ma vi sono due elementi importanti da considerare: il primo è che i partiti principali tendono a inseguire queste dichiarazioni con le loro scelte politiche ostili alla migrazione, mentre il secondo è che Farage non è mai stato considerato un possibile Primo Ministro in precedenza, viceversa numerosi sondaggi lo presentano come un possibile o probabile futuro inquilino di Downing Street. Oltre a questo, nell’ultimo anno l’ostilità verso la migrazione è cresciuta, dagli attacchi razzisti dell’Agosto 2024, a nuove proteste contro le strutture per richiedenti asilo di quest’estate, fino alla marcia di estrema destra “Unite the Kingdom” (Unire il Regno) che ha portato oltre 100,000 persone a Londra.

Se si guardano i dati dell’Home Office, il Ministero dell’Interno britannico, gli arrivi irregolari sono stati 49,000 nell’anno conclusosi nel giugno di quest’anno, in aumento del 27% dal 2024, con l’88% di questi arrivi, ovvero 43,000 persone giunte su imbarcazioni che hanno attraversato la Manica.

Questi ultimi sono quelli che catturano maggiormente la retorica di estrema destra, ormai generalizzata, contro le migrazioni; tuttavia, pur essendo in aumento del 38% dal 2024 rimangono tuttavia inferiori al picco di 46,000 del 2022.

Gli arrivi su imbarcazioni nel Regno Unito costituiscono solo il 5% degli arrivi totali nel Paese, come ricordato anche da Zoe Gardner, specialista di politiche migratorie nel corso di un’intervista nel podcast del leader dei Verdi britannici, Zack Polanski; la percezione di questi arrivi è ben diversa e fa gridare all’invasione.

Tale percezione è alimentata ad arte da media generalisti e vasti settori della politica britannica.

Qual’è invece la politica del governo Laburista di Keir Starmer su questo fronte?

 Il governo Laburista e la migrazione

“Il governo sta assecondando il voto dell’estrema Destra e inasprendo le sue politiche sulle migrazioni. Quando i Conservatori erano al governo, vi era una opposizione ai loro piani ma ora questa è che non si è abbastanza duri. L’opposizione viene ora dalle fila del partito di governo, dai Verdi ed è quindi molto più ridotta. Vi è uno sforzo per allettare i razzisti, rappresentando la migrazione come un problema” spiega Fizza Qureshi, Direttrice della ONG Migrants Rights Network.

Il discorso del Primo Ministro Keir Starmer sulla migrazione e sulla prospettiva che il Regno Unito divenga “un’isola di estranei” è sintomatico della crescente ostilità nella dialettica e nelle politiche del governo sulle migrazioni.

Il Primo Ministro ha dichiarato in seguito di essere dispiaciuto per aver usato quel termine, ma questo non cambia tuttavia il tono del dibattito.

“Avere un governo Laburista che parla di “un’isola di estranei” non era una prospettiva che ci si aspettava (riprendendo anche il famoso discorso sui “Fiumi di sangue” del Conservatore Enoch Powell, probabilmente il discorso politico più razzista mai fatto da un parlamentare nella storia del Regno Unito). Vi sono pogrom, rivolte razziste e tutto questo non viene presentato come intollerabile, ma sentiamo piuttosto parlare delle “legittime preoccupazioni” di costoro. Il governo è decisamente non dalla parte dei migranti e delle persone razzializzate al momento” continua Qureshi.

Le misure del governo, nel segno del voler ridurre il saldo migratorio, in piena continuità con la retorica, le misure e i piani portati avanti dai governi dei Conservatori dal 2015 al 2024 includono un innalzamento dei requisiti linguistici per tutti coloro che vogliono trasferirsi nel Regno Unito; quando si passa alla migrazione, le misure hanno incluso un aumento delle deportazioni (24,000 persono sono state deportate dal Regno Unito ai paesi d’origine), una lotta ai gruppi di trafficanti, arrivando tuttavia a criminalizzare anche chi cerca di raggiungere il paese e un aumento dei raid sui luoghi di lavoro.

Il governo ha poi introdotto uno schema “uno dentro, uno fuori” con la Francia, per espellere in Francia chiunque raggiunga il Regno Unito con piccole imbarcazioni; dall’altra parte, la Francia manderà nel Regno Unito lo stesso numero di persone che non hanno provato a entrare in modo “irregolare”.

Sullo schema con la Francia Qureshi commenta: “È spaventoso che vi sia un accordo di questo tipo e che il governo stia cercando questo tipo di soluzioni. I governi precedenti stavano cercando di avviare piani come quello delle deportazioni verso il Rwanda, mentre questo governo stava esplorando soluzioni affini con l’Albania (ispirato dai piani del governo di Giorgia Meloni). C’è stata davvero poca resistenza a questo accordo che è completamente immorale; le persone vengono poi riportate nel Regno Unito dai trafficanti e le famiglie vengono separate. Le persone che richiedono asilo sono solo pedine in questo gioco dei paesi occidentali. La maggioranza globale, persone nere e asiatiche sono tenute fuori dai paesi occidentali”.

Qureshi osserva poi che i ricongiungimenti familiari sono stati prima sospesi e ora totalmente rimossi, un elemento che dovrebbe essere contrastato nei tribunali; oltre a questo l’idea di concentrarsi sulle piccole imbarcazioni porterà nuovamente le persone a essere trasportate e nascoste sui camion che attraversano l’Eurotunnel.

“Se non vi sono percorsi sicuri, le piccole imbarcazioni sono sempre state l’unica opzione. È diventato più facile mettere dinghies nell’acqua rispetto a nascondersi in un camion. La questione delle piccole imbarcazioni è stata deliberatamente amplificata come un problema, si tratta di una tattica molto scaltra per chiunque ha problemi con le migrazioni…Nel caso del Rwanda tutti sapevano che non sarebbe stato un piano praticabile, il piano fu contrastato nei tribunali, così il governo suggerì di rendere il Rwanda un paese sicuro” aggiunge Qureshi.

Il giornalista e scrittore Daniel Trilling osserva: “Le misure politiche che vengono presentate dal governo sono tutte basate sull’incremento delle barriere verso le persone migranti, non permettendo loro di vivere una vita dignitosa nel Regno Unito, di lavorare e vivere nella comunità. Innalzare i requisiti della conoscenza della lingua inglese, inserire test di ingresso o far pagare agli stranieri più tasse o incrementare i tempi per ottenere permessi temporanei di immigrazione: tutto questo va contro la possibilità che i migranti possano integrarsi nella società”. La narrazione mediatica delle migrazioni ha un ruolo centrale in tutto questo, in quanto modifica radicalmente la natura di questa, così come la condizione dei richiedenti asilo: l’intersezione tra una narrazione mediatica ostile e la crescita del supporto per l’estrema destra e le sue retoriche è innegabile.

“Sfortunatamente i media hanno assorbito la cornice dell’estrema destra sulle migrazioni e più vediamo l’ascesa di questa violenta ostilità contro i richiedenti asilo, più la loro rappresentazione mediatica sembra rappresentare questi come una minaccia per il Regno Unito, dando ancora meno attenzione ai loro diritti umani e al sistema disfunzionale di accoglienza. Non erano mai stati rappresentati in modo positivo dai media in precedenza, ma ora sembra che siano stati proprio posti ai margini” spiega Trilling.

Nell’anno conclusosi a Giugno 2025, le richieste d’asilo nel Regno Unito sono state 111,084, il 14% in più rispetto all’anno precedente e l’8% in più rispetto al picco del 2022 di 103,081 (nell’anno concluso a marzo 2025, nell’Unione Europea le richieste di asilo sono state 976,000).

Sul fronte delle nazionalità, il 37% del totale delle richieste a giugno era rappresentato dal Pakistan, Afghanistan, Iran, Eritrea e Bangladesh. L’ascesa dell’estrema destra e della sua retorica, oltre ad attaccare i migranti mette tra i suoi bersagli le organizzazioni non governative del settore della migrazione, come conclude Qureshi. “Il settore della migrazione è sotto un gran volume di pressioni aggiuntive, con l’intento di destabilizzare le ONG”.

Per quanto riguarda le risposte da offrire al quadro politico attuale Trilling presenta prospettive, ma anche un segnale incoraggiante: “Quello che serve è avere politiche che permettano di segnare  una linea di demarcazione da loro e dalle politiche razziste sulle migrazioni dell’estrema destra. Va spiegato come le misure repressive rappresenterebbero un percorso disastroso per il Regno Unito, ma anche come il sentimento anti-immigrazione è di per sé un sintomo di un problema molto più grande della disuguaglianza e disfunzione della società britannica. Vanno offerte proposte convincenti per risolvere tutto questo. L’unico partito che si avvicina in questa direzione al momento è quello dei Verdi, con il suo nuovo leader Zack Polanski; si tratta di un cambiamento benvenuto, quantomeno nella retorica. Siamo però alle fasi iniziali e comunque è l’azione di un solo movimento politico. Nel mondo della sinistra e liberale, i partiti e politici sono troppo timidi con alcune significative eccezioni, come Polanski”.

Per Qureshi, una gran parte del lavoro da fare verte sul contrastare la disinformazione sulla questione delle migrazioni che proviene da politica e media, oltre alla necessità di costruire comunità più forti con chi arriva nel Regno Unito, assicurandosi poi che le narrazioni non vengano definite dall’estrema destra, creandone nuove e chiedendo conto agli attori politici delle loro posizioni e azioni politiche.

L’annuncio della Ministra dell’Interno Shabana Mahmood, nel corso del fine settimana del 15 novembre, di una drastica riforma del sistema d’asilo conferma ulteriormente l’orientamento ostile e repressivo del governo Starmer. Mahmood ha fatto riferimento alla linea molto restrittiva sul diritto d’asilo della Danimarca e nello scenario da lei presentato nel corso di diverse interviste con i media,l’ accoglienza e le risorse finanziarie diventerebbero discrezionali per i richiedenti asilo, lo status di rifugiato verrebbe sottoposto a un rinnovo ogni due anni e mezzo (al momento lo status dura cinque anni) e per il permesso di soggiorno permanente si dovrebbero attendere vent’anni.

Per l’accoglienza e le risorse finanziarie, queste verrebbero negate a chi commette crimini, a chi possiede dei beni, a chi lavora illegalmente o a chi può lavorare (quest’ultimo è uno scenario molto complesso per i richiedenti asilo, in quanto possono farlo solo se la loro richiesta d’asilo è rimasta senza risposta per 12 mesi o se le autorità ritengono che il ritardo non sia da addebitare a loro). Mahmood ha poi detto che “la migrazione illegale sta lacerando il Paese” confermando anche un allineamento retorico con la linea di Reform. 

Lo scenario per migranti e richiedenti asilo imporrà decisamente un grande sforzo da parte degli attori contrari allo status quo, affinchè si possano individuare dei miglioramenti, di fronte a uno scenario politico, sociale e mediatico di grande ostilità, cementato in quasi un decennio di retoriche tossiche, dal referendum sulla UE in poi.

 

Foto via X/Adnan Sarwar

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