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DACA: 5 cose sul provvedimento che Trump vuole distruggere

11 settembre 2017 - Marina Petrillo
Sono 800 mila i giovani figli di immigrati irregolari che il Daca aveva regolarizzato, e che non conoscono altra patria che gli Stati Uniti. Adesso, una decisione del presidente Trump rischia di far perdere loro ogni diritto, e quindici stati americani hanno deciso di sfidarla in tribunale. Le 5 cose da sapere sul tema (più uno sguardo al futuro prossimo).

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Chi comanda i traffici di esseri umani in Libia?

7 settembre 2017 - Lorenzo Bagnoli
Dallo “scatolone di sabbia” di cui parlava Gaetano Salvemini nel 1911 alla Libia frantumata del post-Gheddafi, non sembra che l’Italia abbia imparato molto dai propri errori: oggi, nel tentativo di sigillare la rotta dei migranti verso l’Europa, sta investendo centinaia di milioni di euro senza riuscire nemmeno a scalfire la “cupola” dei trafficanti. Lorenzo Bagnoli ci racconta chi sono.

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Zuwara, Libia: la città che ha detto basta alle morti in mare

4 settembre 2017 - Marta Bellingreri
Da due anni, Zuwara non è più la capitale delle partenze e dei traffici dei migranti in Libia. La spiaggia dei ritrovi con le famiglie e gli amici aveva già sotto Gheddafi una reputazione oscura, e quando le barche si rovesciavano, il mare portava a riva i corpi dei migranti. Due anni fa, quando hanno trovato sulla spiaggia i 160 corpi delle vittime del grande naufragio del 27 agosto 2015, i cittadini di Zuwara hanno deciso di dire basta. Oggi, con le loro associazioni di giovani sono un esempio dei piccoli, strenui tentativi di ricostruire una società civile mentre la Libia è in mano a militari, milizie e trafficanti.

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Otto cose che impariamo dalle carte sulla Iuventa

28 agosto 2017 - Marina Petrillo
Quest’estate nel Mediterraneo si è giocata una partita politica piuttosto brutale. Il governo italiano si è mosso per delegittimare l’operato delle Ong nel Mediterraneo. In questo modo le ha costrette ad arretrare, quando non a rinunciare al loro ruolo di soccorso dei migranti, lasciando così campo libero ai respingimenti della Guardia costiera libica. In questo contesto, le carte sul sequestro della nave tedesca Iuventa sono anche un’occasione per comprendere meglio cosa è accaduto in mare in questi mesi.

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Alla fine del viaggio: il disagio psichico dei migranti nel nord Italia

24 agosto 2017 - Matteo Congregalli
Traumi e torture che è difficile superare, ancor più nell'incertezza del futuro che accompagna l'attesa dopo aver fatto richiesta di asilo. Soprusi subiti, ricordi incancellabili, nevrosi, sindrome da stress post traumatico, autolesionismo e tentativi di suicidio. Se ne parla poco, ma rappresentano una parte importante del disagio delle persone migranti. Matteo Congregalli ha parlato con le persone che li assistono nel nord Italia nell'ambito della psichiatria ed etnopsichiatria, e che a volte non riescono a salvarli.

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Come si sta militarizzando il Mediterraneo

17 agosto 2017 - Lorenzo Bagnoli/Irpi per Open Migration
Il governo italiano e la Guardia Costiera libica hanno operato una pressione sulle Ong che soccorrono in mare con l’intento - progressivamente riuscito, come abbiamo visto a metà agosto - di far diminuire i flussi respingendo i migranti verso i famigerati campi di detenzione libici. La Guardia Costiera libica ha allargato arbitrariamente la sua zona di competenza e il 15 agosto ha sequestrato per due ore la nave della Ong spagnola ProActiva Open Arms. Intorno alle navi di soccorso delle Ong, in tre anni lo scenario si è trasformato, mettendo in pericolo loro e i migranti. Lo si comprende proprio leggendo le 148 pagine del decreto di sequestro della Iuventa, la nave della piccola e giovane Ong tedesca Jugend Rettet, sospettata di un non intenzionale ma potenzialmente grave reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Lorenzo Bagnoli parte da quelle 148 pagine per allargare il quadro sulla progressiva militarizzazione del Mediterraneo.

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Quattro domande cruciali sulla Libia a Nancy Porsia

11 agosto 2017 - Open Migration
Il 10 agosto 2017, nel bel mezzo del tormentone contro la presunta disobbedienza delle Ong al codice di condotta del Viminale, la Marina libica, per voce del generale Abdelhakim Bouhaliya, comandante della base navale di Tripoli di Abu Sitta, annuncia di voler allargare il divieto di ingresso alle Ong di decine di chilometri oltre le canoniche 12 miglia nautiche nazionali, quindi in acque internazionali, istituendo una propria zona di "Search and rescue" per intercettare e riportare i migranti in Libia. Si presume si tratti del ripristino della zona Sar imposta a suo tempo da Muammar Gheddafi - una decisione unilaterale la cui legalità è dubbia. La Guardia Costiera italiana chiede alle Ong di arretrare le operazioni per la loro sicurezza. Il 12 agosto SOS Mediterranee ottiene che il famoso "codice di condotta" venga modificato fino a riprendere praticamente la forma della legislazione già vigente e già rispettata dalle Ong, e lo firma, ma intanto prima Msf con la sua nave Prudence, poi la Sea-Eye, poi anche Save The Children annunciano la sospensione del soccorso, perché la Guardia Costiera italiana non è più in grado di garantire operazioni in sicurezza, e perché quelle operazioni le renderebbero complici della Guardia Costiera libica notoriamente collusa con i trafficanti. Msf e Sea-Eye avvertono: così si apre una falla mortale nella solidarietà nel Mediterraneo. Intanto, chi viene respinto dalla Guardia Costiera libica in questi giorni finisce di nuovo nei famigerati campi di detenzione da cui era partito. Abbiamo chiesto alla giornalista specializzata Nancy Porsia di spiegarci com'è la situazione in Libia.

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Atlante Sprar, l’accoglienza diffusa in Italia in 5 punti

9 agosto 2017 - Open Migration
Come funziona lo Sprar, innovativa rete di accoglienza e solidarietà che trova il proprio cuore pulsante nei comuni italiani? Ne parliamo a partire dai dati del recente Atlante Sprar 2016.

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Stragi di stato nel Mediterraneo 19 agosto 2025 Open Migration

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