1. Di che cosa parla la vostra ricerca?
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista accademica Comunicar (vol. XXX, n. 71, 2 aprile 2022) una delle riviste più rilevanti e prestigiose nel campo della Comunicazione e dell’Educazione. Questo studio è stato prodotto nell’ambito di due progetti finanziati dall’UE: HumMingBird e PHARM. Lo studio si è concentrato sull’incitamento all’odio sui social media al fine di prevedere l’accettazione di migranti e rifugiati nei paesi europei. Abbiamo misurato in quale regione l’odio è più presente, in quali vi è un’accettazione sociale maggiore, e abbiamo anche studiato la percentuale di immigrazione in ciascuna, per studiare se questo gioca un ruolo nell’influenzare gli altri due fattori. È stato riscontrato che una maggiore presenza di persone immigrate è correlata positivamente a una maggiore accettazione, mentre la stessa è correlata negativamente alla presenza di incitamento all’odio.
2. Da dove è nata l’idea di tracciare i tweet per analizzare l’incitamento all’odio contro le persone migranti?
Anche se non è la piattaforma più utilizzata, Twitter è stata comunemente studiata per la sua rilevanza nella formazione dell’opinione pubblica. Studiamo da tempo l’incitamento all’odio su Twitter e una delle principali conclusioni del nostro lavoro è che lo studio dell’incitamento all’odio su un social network come Twitter potrebbe aiutare a prevedere l’accettazione sociale nei confronti di migranti e rifugiati.
3. Come funziona il monitoraggio?
Inizialmente abbiamo sviluppato e “addestrato” un rilevatore automatico dell’incitamento all’odio contro migranti e rifugiati in spagnolo, quindi lo abbiamo migliorato e istruito per funzionare anche in italiano e greco. Successivamente, abbiamo scaricato più di 850.000 tweet geolocalizzati – questo era importante, poiché volevamo avere misure nelle diverse regioni – dai paesi europei e abbiamo utilizzato la traduzione automatica per eseguirli attraverso il nostro rilevatore. Questo rivelatore è stato addestrato utilizzando tecniche di apprendimento immediato e profondo, offrendo risultati soddisfacenti.
4. Qual è l’aspetto più interessante dei risultati di questa ricerca?
L’aspetto più interessante è stata la capacità del monitoraggio dell’incitamento all’odio su Twitter di prevedere l’accettazione sociale nei confronti di migranti e rifugiati. Questo monitoraggio ha consentito di misurare più rapidamente e costantemente il livello di accettazione sociale. Altrimenti tutto questo sarebbe stato misurato con sondaggi su larga scala che, di solito, richiedono più tempo e costi. Oltre a ciò, abbiamo ottenuto uno dei quadri più completi dei livelli di incitamento all’odio in Europa tra il 2015 e il 2020.
5. Quali sono i Paesi in cui i livelli di incitamento all’odio sono più alti?
L’Italia e la Grecia hanno mostrato livelli comparativi generalmente elevati di incitamento all’odio nel corso dei sei anni, proprio come alcuni paesi orientali, ad esempio l’Ungheria. Il caso italiano e il caso greco potrebbero essere in parte spiegati dal fatto che il rilevatore è stato inizialmente programmato in quelle lingue, e quindi potrebbe essere stato leggermente più efficace nel captare l’incitamento all’odio in quegli idiomi.
6. Come contrastare il razzismo e l’incitamento all’odio sui social media?
È sempre una questione difficile perché la maggior parte delle misure adottate potrebbe entrare in conflitto con la libertà di parola, il che è sempre problematico. Il monitoraggio e l’analisi costanti, come è stato fatto in questo e in altri studi, sono essenziali, perché più conosciamo il fenomeno, più è facile affrontarlo. Potrebbero esserci spunti nei settori dell’istruzione, dell’alfabetizzazione mediatica o del miglioramento degli atteggiamenti nei confronti dei migranti e dei rifugiati (e di qualsiasi altra minoranza).
Questo studio è stato prodotto all’interno di Humming Bird. Humming Bird è un progetto di Horizon 2020 che mira a migliorare la mappatura e la comprensione dei flussi migratori in evoluzione.