Ci sono diversi modi per fermare ‘l’invasione’. C’è chi si impegna in politica, chi prevede di usare l’esercito e ci sono molti politici che promettono di regolare le migrazioni per evitare che l’Europa diventi musulmana. Lui, invece, un anonimo parrocchiano di Codognè, a Treviso, ha deciso che il modo migliore fosse rivolgersi alla Madonna. Così è andato in chiesa e ha consegnato una busta con una offerta per far celebrare una Messa ‘in onore della Madonna del Rosario perché fermi l’invasione musulmana in Italia e in Europa’.
Così scrive Claudio Cartaldo su Il Giornale del 6 ottobre 2015.
L’analisi
Se «ci sono diversi modi per fermare “l’invasione”», significa che l’invasione islamica esiste, che è un fatto assodato. Ma le cose stanno davvero così?
Un dato certo è che una fetta della politica, dei media e dell’opinione pubblica, ne sono convinti. E declinano il fenomeno in due chiavi generali. Da una parte c’è la preoccupazione per l’inquinamento della cultura italiana che si traduce nelle accuse agli stranieri di non conoscere la “nostra” lingua, di non rispettare le “nostre” tradizioni ecc. Dall’altra c’è il timore che tra i musulmani in arrivo in Italia si nascondano terroristi.
In sostanza, la paura dell’invasore si manifesta sul piano dell’integrazione e su quello – che ciclicamente ritorna – della sicurezza.
Al di là del fatto che si giudichino fondate queste preoccupazioni, quel che è interessante è interrogare i dati per verificare se effettivamente stiamo assistendo a un’invasione sia in termini di numeri assoluti sia confrontando i numeri col passato.
In un paese come l’Italia, con una storia delle immigrazioni così breve e poco sistematica, abbiamo preso come riferimento i dati aggregati dal Dossier Statistico Caritas 1994.
Nel 1993 i musulmani in Italia erano circa 318mila, un numero di poco superiore a quello dei cattolici stranieri presenti sul suolo nazionale. Su un totale di circa un milione di stranieri (per la precisione 987.505), i cittadini stranieri di fede islamica erano dunque circa un terzo della comunità immigrata.
In vent’anni, malgrado le trasformazioni geopolitiche e i cambiamenti nella composizione dei flussi, la situazione è cambiata ma non molto. Nell’ultima rilevazione disponibile, realizzata da Idos nel 2015, emergono alcuni dati interessanti. Per esempio, la percentuale di cattolici è scesa dal 1993 al 2014, passando dal 32 al 18%, pari a 917mila. Ma nella redistribuzione complessiva dei credenti stranieri in Italia non è cresciuta quella dei musulmani (che rimane stabile al 32%, esattamente come vent’anni fa).
Ma il dato che salta all’occhio, se confrontato col passato, è l’exploit dei cristiani ortodossi che passano dai 222mila del 1993 (cifra che racchiude anche altre confessioni cristiane non cattoliche), pari al 23%, a 1 milione 520mila nel 2014, che corrisponde al 30%. Un salto in avanti che si spiega con la crescita delle migrazioni dall’Europa orientale e in particolare dalla Romania a partire dal 2007, quando Bucarest entra a far parte dell’Ue. L’Istat, in uno studio uscito nell’ottobre 2015, individua nel 60% la quota romena dei cristiani ortodossi stranieri in Italia.
Un’ulteriore smentita del racconto dell’invasione proviene dalla lettura dei dati sulla demografia italiana. I musulmani sono passati in questi venti anni dal 0,5% al 2,6% della popolazione. Negli stessi anni la popolazione straniera è passata dall’1,7% all’8,2% del 2014. Ciò significa che la crescita dei musulmani è proporzionale a quella del totale degli stranieri in Italia. Nessuna “invasione islamica”.
Il giudizio di Open Migration
L’espressione “invasione islamica (o musulmana)” è sostanzialmente falsa per due motivi. Se per “invasione” si intende l’ingresso improvviso e in gran quantità in un territorio, questo non si è verificato perché 1) in vent’anni la proporzione dei musulmani rispetto agli stranieri in Italia non è cambiata e perché 2) la percentuale di cittadini stranieri di fede islamica nel nostro paese è rimasta nell’arco di questi due decenni contenuta, inferiore al dato europeo del 6% (2010). Per i musulmani in Italia– come per tutte le altre fedi religiose – si tratta di una crescita proporzionale con l’aumento (negli ultimi anni sempre più lento) della popolazione migrante.
Twitter: @alessandrolanni