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Homepage >> campi profughi

Il nuovo volto di Lesbo

febbraio 15, 2022 - Romina Vinci
Con il campo profughi di Moria, il più grande del vecchio continente, l’isola di Lesbo ha mostrato per tanto tempo il volto del fallimento della politica migratoria dell’UE. Delle 20mila persone che il campo è arrivato ad ospitare, ne restano sull'isola "solo" 2mila, ma i problemi legati alla loro accoglienza sono ancora lontani dall'essere risolti.

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Dopo il colpo di Stato in Myanmar aumentano i timori dei Rohingya

febbraio 15, 2021 - Giuliano Battiston e Emanuele Giordana
Il primo Febbraio scorso un colpo di Stato ha restituito il Myanmar all’abbraccio dei militari. Mentre in decine di città del Paese montano le proteste, a temere di più è quel che resta della comunità rohingya dopo che, nel 2012 e poi nel 2017, è già stata oggetto di un vero e proprio pogrom diffuso con il benestare di Tatmadaw, l’esercito birmano. Forze in campo, aspirazioni, timori e fughe verso il Bangladesh Giuliano Battiston e Emanuele Giordana ci raccontano cosa sta succedendo.

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Cronaca di un disastro annunciato: Moria e le sciagurate politiche dell’UE

settembre 14, 2020 - Marianna Karakoulaki
Il più grande campo profughi d'Europa, quello di Moria sull'isola di Lesbo, è stato raso al suolo da un incendio divampato il 9 settembre scorso. Migliaia di donne uomini e bambini - ci vivevano in 13 mila in un campo pensato per 3 mila - sono rimaste senza un posto dove vivere. Marianna Karakoulaki è riuscita a mettersi in contatto con alcune delle persone che lì ci vivevano e tra incendi e pandemia ci raccontano di una situazione drammatica.

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I 10 migliori articoli su rifugiati e immigrazione 12/2020

aprile 8, 2020 - Open Migration
Mentre nel mondo cresce l’allarme che l’epidemia possa diffondersi nei tanti campi profughi, a Roma si teme per la salute degli occupanti del Selam Palace un luogo troppo spesso ignorato e lasciato alle cure dei soli volontari.

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10 migliori articoli su rifugiati e immigrazione 04/2020

febbraio 12, 2020 - Open Migration
L’accordo con la Libia si è rinnovato la scorsa settimana senza che il testo fosse aggiornato. Ora il Governo italiano chiede a Tripoli timide modifiche, ma intanto continua a inviare mezzi alla guardia costiera libica.

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I 10 migliori articoli su rifugiati e immigrazione 10/2018

marzo 13, 2018 - Open Migration
Poche ore dopo il voto l’Italia è di nuovo scossa dalla violenza contro un migrante: Idy Diene, senegalese di 54 anni, è stato ucciso a Firenze a colpi di pistola. Dal primo senatore nero eletto in Parlamento, alla paura della comunità africana - che teme di dover lasciare l’Italia - sono ancora molti gli approfondimenti della stampa internazionale sull’esito del voto italiano. Uno sguardo poi alla Libia, dove gli accordi italiani con le tribù locali rischiano di fallire, e alla Siria che, nonostante la guerra, vede molti far ritorno nel paese. Parliamo poi di una delle componenti principali delle migrazioni, quella femminile, a cui in occasione dell’8 marzo si è rivolto anche il capo dell’Unhcr Filippo Grandi, e di come nel racconto per immagini dei migranti prevalga lo stereotipo di “barche e campi profughi”. Infine le ultime notizie dagli Stati Uniti, dove decine di somali denunciano maltrattamenti, e dalla Colombia verso cui si stanno intensificando i flussi migratori venezuelani.

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Quattro domande cruciali sulla Libia a Nancy Porsia

agosto 11, 2017 - Open Migration
Il 10 agosto 2017, nel bel mezzo del tormentone contro la presunta disobbedienza delle Ong al codice di condotta del Viminale, la Marina libica, per voce del generale Abdelhakim Bouhaliya, comandante della base navale di Tripoli di Abu Sitta, annuncia di voler allargare il divieto di ingresso alle Ong di decine di chilometri oltre le canoniche 12 miglia nautiche nazionali, quindi in acque internazionali, istituendo una propria zona di "Search and rescue" per intercettare e riportare i migranti in Libia. Si presume si tratti del ripristino della zona Sar imposta a suo tempo da Muammar Gheddafi - una decisione unilaterale la cui legalità è dubbia. La Guardia Costiera italiana chiede alle Ong di arretrare le operazioni per la loro sicurezza. Il 12 agosto SOS Mediterranee ottiene che il famoso "codice di condotta" venga modificato fino a riprendere praticamente la forma della legislazione già vigente e già rispettata dalle Ong, e lo firma, ma intanto prima Msf con la sua nave Prudence, poi la Sea-Eye, poi anche Save The Children annunciano la sospensione del soccorso, perché la Guardia Costiera italiana non è più in grado di garantire operazioni in sicurezza, e perché quelle operazioni le renderebbero complici della Guardia Costiera libica notoriamente collusa con i trafficanti. Msf e Sea-Eye avvertono: così si apre una falla mortale nella solidarietà nel Mediterraneo. Intanto, chi viene respinto dalla Guardia Costiera libica in questi giorni finisce di nuovo nei famigerati campi di detenzione da cui era partito. Abbiamo chiesto alla giornalista specializzata Nancy Porsia di spiegarci com'è la situazione in Libia.

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I migliori articoli su rifugiati e immigrazione 12/2023

Mediterraneo: tutti contro i soccorritori 28 marzo 2023 Open Migration

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Le migrazioni rappresentano la storia più profonda della nostra epoca. Open Migration ha scelto di raccontarla attraverso l’analisi di dati oggettivi.

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