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Homepage >> Nancy Porsia

I migliori articoli su rifugiati e immigrazione 39/2020

ottobre 21, 2020 - Open Migration
Il Viminale blocca i trasferimenti di migranti positivi dai Cas alle Navi Quarantena e promette un pronto ritorno per quelli già trasferiti, intanto però fa preoccupare la presenza in queste strutture di almeno un centinaio di minori.

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Lo “scatolone di sabbia”: un anno di inchieste sulla Libia

luglio 12, 2018 - Marina Petrillo
Nell’ultimo anno, nella convinzione che conoscere la complessità della Libia aiutasse a leggere più correttamente gli accordi siglati dall’Italia e il loro impatto sui migranti che attraversano il Mediterraneo, abbiamo pian piano costruito una mappa di indagini e storie. In questa estate di nuove e spesso pericolose semplificazioni,  ve le proponiamo qui tutte insieme in ordine cronologico.

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L’Italia affida i migranti agli stessi che fa arrestare per contrabbando

maggio 23, 2018 - Cecilia Anesi, Lorenzo Bagnoli e Giulio Rubino/IRPI
La Guardia costiera di Zawiya è un’organizzazione criminale. Secondo le Nazioni Unite, fa parte di una milizia coinvolta in numerosi traffici di esseri umani. Secondo carte lette in questi giorni dall'AFP, l'Onu vuole proporre sanzioni contro sei trafficanti, fra i quali al Bija e Mohammed Koshlaf di cui leggerete in questo articolo. Intanto, secondo la Procura di Catania, la stessa Guardia costiera di Zawiya è coinvolta anche nel furto e contrabbando di petrolio, che costa alla Libia 750 milioni di dollari all’anno. Eppure per l’Italia è un’alleata nella lotta all’immigrazione irregolare.

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Priorità europee, realtà libiche

ottobre 12, 2017 - Daniel Howden
News Deeply ha da poco pubblicato un importante lavoro di lungo formato dal titolo “Central Mediterranean: European priorities, Libyan realities”. Si tratta di una panoramica di Daniel Howden sulla situazione in Libia e nel Mediterraneo alla luce degli accordi economici dell’Italia per fermare il flusso di migranti - dagli attacchi alle Ong durante l’estate alla situazione sul campo, con testimonianze di rappresentanti delle istituzioni internazionali e della società civile. Nella parte finale, Howden analizza la distribuzione dei fondi Ue in Libia, la situazione critica nei centri di detenzione, la reale misurazione dei flussi, e la competizione fra le iniziative diplomatiche sul campo. Siamo lieti di pubblicarne questo estratto per l’Italia.

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Il punto a Tunisi sulle migrazioni nel Mediterraneo

ottobre 10, 2017 - Marta Bellingreri
Nella terza settimana di settembre si è svolta a Tunisi la conferenza sulle migrazioni e il Mediterraneo, con operatori, attivisti, legislatori ed esponenti delle comunità locali. Marta Bellingreri, che ha seguito fin dal 2011 le conferenze sul Mediterraneo in Tunisia, ci racconta cosa si è sentito di interessante quest’anno.

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Quattro domande cruciali sulla Libia a Nancy Porsia

agosto 11, 2017 - Open Migration
Il 10 agosto 2017, nel bel mezzo del tormentone contro la presunta disobbedienza delle Ong al codice di condotta del Viminale, la Marina libica, per voce del generale Abdelhakim Bouhaliya, comandante della base navale di Tripoli di Abu Sitta, annuncia di voler allargare il divieto di ingresso alle Ong di decine di chilometri oltre le canoniche 12 miglia nautiche nazionali, quindi in acque internazionali, istituendo una propria zona di "Search and rescue" per intercettare e riportare i migranti in Libia. Si presume si tratti del ripristino della zona Sar imposta a suo tempo da Muammar Gheddafi - una decisione unilaterale la cui legalità è dubbia. La Guardia Costiera italiana chiede alle Ong di arretrare le operazioni per la loro sicurezza. Il 12 agosto SOS Mediterranee ottiene che il famoso "codice di condotta" venga modificato fino a riprendere praticamente la forma della legislazione già vigente e già rispettata dalle Ong, e lo firma, ma intanto prima Msf con la sua nave Prudence, poi la Sea-Eye, poi anche Save The Children annunciano la sospensione del soccorso, perché la Guardia Costiera italiana non è più in grado di garantire operazioni in sicurezza, e perché quelle operazioni le renderebbero complici della Guardia Costiera libica notoriamente collusa con i trafficanti. Msf e Sea-Eye avvertono: così si apre una falla mortale nella solidarietà nel Mediterraneo. Intanto, chi viene respinto dalla Guardia Costiera libica in questi giorni finisce di nuovo nei famigerati campi di detenzione da cui era partito. Abbiamo chiesto alla giornalista specializzata Nancy Porsia di spiegarci com'è la situazione in Libia.

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Il rapporto “Blaming the rescuers” risponde scientificamente alle accuse sui soccorsi in mare

giugno 11, 2017 - Corallina Lopez Curzi
La questione delle accuse alle Ong che fanno soccorsi in mare è ancora così all’ordine del giorno che solo sabato scorso, 10 giugno 2017, a fronte di più di 1800 persone tratte in salvo, sette cadaveri recuperati e 27 dispersi, la Marina libica ha sostenuto di avere intercettazioni che dimostrerebbero che le Ong ricevono informazioni in anticipo sulle partenze dei gommoni, ha intimato loro di stare fuori dalle acque territoriali libiche e ha respinto verso la Libia 570 persone. Soltanto 24 ore prima, veniva presentato a Roma un rapporto dettagliato, Blaming the rescuers, che argomenta una volta per tutte - con dati e analisi approfondite - che non solo le accuse alle Ong sono infondate, ma che servono a oscurare precise responsabilità dell’Europa.

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I migliori articoli su rifugiati e immigrazione 18/2025

Detenere, criminalizzare e punire 6 maggio 2025 Open Migration

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