1. A nuoto in fuga dai libici
Buttarsi in mare aperto per sfuggire alle motovedette della Guardia Costiera libica. È questa la via di fuga alla quale è ricorso un migrante al largo delle coste nord africane dopo che l’imbarcazione su cui viaggiava era stata avvicinata dai libici. Il suo intento era raggiungere la vicina nave mercantile Vos Triton. A facilitarne il salvataggio è stata l’unità aerea della Sea Watch, che ha contattato la nave chiedendo all’equipaggio di “prendere tutte le misure necessarie per salvare l’individuo”.
Intanto in Italia prosegue il dibattito contro il razzismo. L’ultimo sfogo è quello di un capotreno di 36 anni, che in una video-denuncia racconta come quella della difesa degli italiani e del “linciaggio” dei (presunti) extracomunitari a bordo dei treni sia una pratica tristemente sempre più diffusa.
2. Nessuna connessione tra Ong e scafisti
Dopo due anni di inchieste la procura di Catania pone una pietra tombale sul sospetto di collegamenti tra Ong e trafficanti di uomini. Il gip di Catania ha infattiaccolto la richiesta di archiviazione per l’inchiesta a carico del comandante del capo missione della ong spagnola ProActiva Open Arms, precedentemente indagati per associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina. L’inchiesta era iniziata in seguito al salvataggio di più di duecento persone effettuato dalla nave umanitaria nel marzo 2018 al largo della Libia, operazione in cui gli spagnoli si erano rifiutati di consegnare ai guardacoste libici i migranti appena soccorsi. Si è dunque dissolto il cosiddetto teorema Zuccaro. “Siamo felici di apprendere che un ulteriore passo verso la verità è stato fatto”, questo il commento della Proactiva Open Arms.
3. No al rimpatrio per i rifugiati
Il diritto alla protezione non può mai decadere del tutto, anche in presenza di fatti gravi, se il migrante rischia la vita o la persecuzione una volta rimandato nel paese di origine. A stabilirlo è stata la Corte di giustizia dell’Unione europea che per mezzo di una recente sentenza ha allargato il perimetro per la concessione dello status di rifugiato.
Nel pronunciarsi sui ricorsi presentati da tre extracomunitari che si erano visti revocare lo status di rifugiato a causa della commissione di reati, la Corte ha infatti stabilito che la normativa europea in materia va “interpretata e applicata nel rispetto dei diritti garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue” che “escludono la possibilità di un respingimento” verso Paesi a rischio, indipendentemente dalla condotta illecita eventualmente tenuta dallo straniero.
4. Arrivi e salvataggi in mare: facciamo un po’ di chiarezza
Nel 2019 gli arrivi via mare attraverso la rotta del Mediterraneo centrale sono diminuiti di quasi il 90% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma il numero di persone che continua a perdere la vita in quel tratto di mare resta drammaticamente alto. Per fare chiarezza su un tema molto complesso e che riguarda la vita di persone che fuggono da guerre, violenze e persecuzioni, il Consiglio Italiano per i Rifugiati ha realizzato un approfondimento sul tema degli arrivi e dei salvataggi in mare.
5. DIMMI di storie migranti
“Raccontare di noi, per conoscere gli altri”: è questo l’obiettivo di DIMMI di storie migranti, il progetto finanziato dall’AICS che intende costruire una nuova narrazione sui temi della migrazione dal punto di vista dei migranti. Il progetto promuove una conoscenza più approfondita e un’esperienza diretta rispetto ai temi della migrazione, partendo dai diari e dai racconti in prima persona dei migranti al fine di superare gli stereotipi e le semplificazioni e contribuire alla crescita di una cittadinanza globale.
6. Madre e figlio riuniti in Italia
Un minore nigeriano è finalmente riuscito a raggiungere l’Italia per riabbracciare sua madre grazie a una pronuncia del Tribunale di Roma. Il ragazzo, malato e già vittima di ripetuti rapimenti a scopo di estorsione e intercettamenti in mare a opera della Guardia costiera libica, era trattenuto in Libia e impossibilitato a lasciare il paese. Per permettere al figlio di raggiungere l’Italia la madre del minore, supportata da ASGI, ha presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale di Roma, il quale ha ordinato al Ministero degli Affari esteri di procedere immediatamente al rilascio di un visto di ingresso per motivi umanitari.
7. Se dal Lazio sparissero tutti i lavoratori stranieri
Cosa accadrebbe se sparissero di colpo tutti gli immigrati in una regione come il Lazio? Pil regionale ridotto di 19 miliardi, 80 mila imprese in meno, crollo del welfare, diminuzione del 12,9% dell’occupazione: è questa la risposta fornita dalla a Uil e dall’Istituto di ricerca Eures in una ricerca che prova a fotografare lo scenario che ci troveremmo di fronte se improvvisamente fossero espulsi dal Lazio i 680mila stranieri regolarmente residenti.
La perdita del contributo straniero alla produzione agricola determinerebbe inoltre il taglio di circa 20mila addetti. Solo nell’Agro Pontino si contano ufficialmente circa 11mila braccianti Sikh, l’anno scorso Daniela Sala aveva raccontato le condizioni in cui lavorano e il modo in cui vengono sfruttati dai loro “padroni”.
8. Trump svela un nuovo piano sull’immigrazione
Trump ha presentato una proposta per rivedere le modalità secondo cui gli immigrati sono ammessi negli Stati Uniti, sostenendo che il paese deve dare la priorità agli stranieri giovani e più altamente istruiti per “contribuire maggiormente alla rete di sicurezza sociale” e “ripristinare l’integrità del debole sistema di asilo” statunitense. Ma la stretta sulle politiche migratorie non giova alle comunità americane che proprio grazie al costante flusso di rifugiati erano rinate, come è accaduto in alcune città dello stato di New York.
9. Una vita di attivismo per i diritti degli immigrati in Australia
Christina Coombe era una donna australiana di 56 anni che dedicato la sua vita ad opporsi alle politiche di detenzione dei migranti nei centri delle isole australiane Manus e Nauru. Come lei, nel corso degli ultimi anni sono stati molti gli australiani che hanno cercato di battersi per i diritti dei migranti dimenticati su quelle isole. Christina è morta due settimane fa dopo una lunga battaglia contro il cancro. La giornalista Behrouz Boochani, rifugiata iraniana in passato detenuta sull’isola di Manus, racconta la sua storia sul Guardian.
10. La fine del piano Dubs
Il piano Dubs, che tutelava i minori stranieri non accompagnati che volevano raggiungere il Regno Unito, sembra essere volto al termine. Secondo quanto riportato dal Guardian, i giovani migranti a Dunkerque e Calais non avranno più la possibilità di essere trasferiti in maniera sicura nel paese secondo lo schema proposto da Lord Dubs nel 2016. Il rischio è che i minori, che già vivono in condizioni precarie, cadano con sempre maggiore facilità nelle mani di molestatori e sfruttatori. Qual è quindi l’alternativa? Molti migranti intrappolati in Francia spesso non hanno altra scelta se non cercare di raggiungere il Regno Unito via mare, Emanuela Barbiroglio ci aveva raccontato le storie di chi tenta di disperatamente di attraversare la Manica in barca.