1. Quei migranti in mare che nessuno vuole
Secondo il diritto europeo, le nazioni costiere che salvano i migranti in mare sono poi tenute a prendere in carico le loro richieste d’asilo – e ciò finisce per creare un perverso incentivo a lasciare queste persone alla deriva, in un paradossale (e mortale) ping-pong tra le varie giurisdizioni statali. L’articolo di Christina Psarra per Refugees Deeply.
2. Mediterraneo: meno persone lo attraversano, ma in più vi muoiono
Intanto succede che diminuiscono i migranti che attraversano il Mediterraneo – a maggio del 2016 erano oltre 200 mila, a maggio del 2017 poco più di 70 mila -, eppure aumentano quelli che in mare perdono la vita (mai così tanti prima). L’articolo di Mark Townsend per The Guardian.
3. Perché (davvero) i migranti attraversano il Mediterraneo
Quando parliamo di migranti in mare, spesso lo facciamo partendo da luoghi comuni che sono smentiti dai dati. Tanto per iniziare ci sono la questione della “destinazione Europa” e quella della (in)utilità delle politiche di deterrenza. L’articolo di Vicki Squire su The Conversation prova a smontare un po’ di falsi miti in materia di migrazioni forzate.
4. Migranti in mare, come l’Europa è disposta a tutto per mandarli indietro
L’Unione Europea è disposta a qualsiasi cosa pur di arginare il flusso di migranti che attraversano il Mediterraneo – anche a violare il diritto internazionale e dimenticarsi dei diritti umani, respingendo migliaia e migliaia di persone verso un vero e proprio “inferno in terra” (e cioè la Libia). L’articolo di Lizzie Dearden per The Independent.
5. Cosa c’è dietro l’attacco alla solidarietà in mare
Dietro l’attacco alle Ong che effettuano missioni di salvataggio in mare – salvando così migliaia di vite – c’è la volontà dell’Europa di non ammettere le proprie responsabilità (e fallimenti) nella gestione della crisi migratoria e nella repressione del traffico di esseri umani. L’articolo di Jenna Belhumeur per Al Jazeera.
6. Ong umanitarie, da angeli del mare a tassisti dei migranti
Come e quanto è cambiata la narrazione mediatica delle migrazioni attraverso il Mediterraneo e, soprattutto, delle missioni di salvataggio in mare: uno studio di Osservatorio di Pavia, Associazione Carta di Roma e Cospe fa il punto sul cambio di approccio verso le Ong umanitarie, da “angeli in mare” a “tassisti dei migranti”. L’articolo di Luca Liverani su Avvenire e il punto dell’Ansa su InfoMigrants.
7. La Polonia e i rifugiati, una storia complessa
Durante il secondo conflitto mondiale, migliaia e migliaia di polacchi hanno trovato rifugio in Iran – eppure oggi il paese sbatte la porta in faccia ai richiedenti asilo.
Il reportage di Al Jazeera prova a raccontare le due facce di una storia complessa.
8. Perché dobbiamo parlare di più degli sfollati interni
Non solo rifugiati: gli sfollati interni (persone costrette a fuggire dalle proprie case, ma che restano nei confini del proprio stato) sono tanti ed in costante crescita – eppure non se ne parla affatto. L’articolo di Faras Ghani per Al Jazeera.
9. Una mappa per capire 15 anni di migrazioni
Se visualizziamo le migrazioni degli ultimi quindici anni su scala mondiale, la nostra “emergenza rifugiati europea” nemmeno si vede: la mappa della Carnegie Mellon University di Pittsburgh ci permette di capire davvero i flussi migratori e superare i preconcetti emotivi su una “invasione” che non esiste. L’articolo di FastCompany e quello di The Submarine.
10. Ti presento i nostri nuovi vicini
La “crisi dei rifugiati”, vista dal punto di vista dei tanti giovanissimi che arrivano in Europa attraverso viaggi disperati. Teenagers costretti a fuggire da guerre e persecuzioni, trovarsi in un continente sconosciuto e qui doversi ricostruire una vita. Come, lo prova a spiegare un progetto speciale di Vice in collaborazione con l’agenzia ONU per i rifugiati che mette al centro le voci dei giovani rifugiati attraverso una serie di contenuti originali – da “la playlist di canzoni che ascoltavo mentre cercavo di raggiungere l’Europa dalla Siria” a “come le serie tv mi hanno aiutato ad integrarmi in Inghilterra”, passando da “come vestirsi bene con pochissimo” – per farci conoscere meglio (davvero) i nostri nuovi vicini.
FOTO DI COPERTINA: Irish Defence Forces (CC BY-NC 2.0).