1. Trump fa marcia indietro sulla separazione dei bambini dalle famiglie migranti
Negli Stati Uniti è stata una settimana di fuoco dopo le rivelazioni su come i bambini figli di migranti senza documenti vengano separati dai genitori arrestati per ingresso illegale. Dopo le proteste della settimana precedente e la diffusione dell’audio di ProPublica dei bambini che chiamavano i genitori in un campo di detenzione, Trump ha annunciato che firmerà un ordine esecutivo per tenere unite le famiglie dei migranti. I minori non possono però per legge essere detenuti per più di 20 giorni, nemmeno insieme alle famiglie, quindi questo presenterà nuovi problemi nel contesto della nuova legge contro gli ingressi irregolari, di cui viene stralciata così soltanto la parte più clamorosa.
L’indignazione per la misura sui minori è stata bipartisan – e i Repubblicani hanno studiato per tutta la settimana una loro proposta per farla rientrare. Le cifre fornite dal Dipartimento per l’Immigrazione dicono che sono stati detenuti quasi 2 mila bambini in sei settimane, e le manifestazioni sono proseguite anche per tutto il weekend. Le dichiarazioni indignate contro la misura sono andate dalla First Lady Melania Trump, alle grandi aziende tecnologiche – che come racconta bene Carola Frediani non hanno la coscienza proprio pulita – fino a Bruce Springsteen, che per dire la sua ha cambiato per la prima volta dopo 146 concerti la scaletta della sua residency quotidiana in un teatro di Broadway, e ha suonato “The Ghost of Tom Joad”.
2. Più di 800 persone respinte verso la Libia, fra dispute di bandiera e minacce di inchiesta
Nella notte di domenica 820 persone su sette gommoni sono state respinte in Libia dalla Guardia costiera libica, con grande soddisfazione del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il respingimento verso i campi di detenzione condannati dall’Onu è avvenuto dopo l’insolita nota della Guardia costiera italiana che annuncia che non interverrà più in soccorso dei migranti se non in acque territoriali italiane – una dichiarazione che ha spinto centinaia di persone a scrivere una mail di protesta per fare appello ai doveri e al senso di umanità del corpo militare italiano, intasandone i server.
Nei giorni precedenti, il governo italiano – sia nelle parole del Ministro delle Infrastrutture Toninelli che del Ministro dell’Interno Salvini – aveva annunciato che ci sono problemi con la bandiera delle navi di Lifeline e di Seefuchs, di cui ha chiesto conto all’Olanda (anche se le Ong sono tedesche). Il ministro ha persino ipotizzato – in modo assolutamente irrituale, vista l’assenza di notizie di un procedimento giudiziario, che sarebbe di competenza della magistratura – l’imminente arresto dell’equipaggio della nave di Lifeline qualora dovesse attraccare in Italia con le centinaia di migranti che ha soccorso in queste ore nel Mediterraneo centrale.
In questo pezzo, più di un anno fa, spiegavamo cosa sono le “bandiere di comodo”, usate non dalle Ong (nulla c’entrano con la loro nazionalità a meno che la nave non sia di loro proprietà), bensì come prassi abituale dagli armatori da cui prendono in affitto le navi, di solito per ragioni fiscali. Lo spiega bene anche Il Post qui.
Intanto, giovedì il rappresentante olandese alla Ue ha detto in una serie di tweet che non è vero che Seefuchs e Lifeline battono bandiera olandese e che non sono registrate fra le navi olandesi dell’albo Unclos: “L’Olanda non può dare istruzioni a queste navi. L’Italia è al corrente della posizione olandese”. Qualche ora più tardi, Mission Lifeline ha invece twittato un documento ufficiale in cui si evidenzia che la sua nave batte bandiera olandese. In una dichiarazione rilasciata all’agenzia Reuters, ha poi spiegato che l’imbarcazione è troppo piccola per essere registrata nell’albo Unclos citato dal rappresentante olandese alla Ue.
Le organizzazioni umanitarie chiedono un dialogo con il Ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini e con gli altri leader europei per evitare nuovi naufragi nel Mediterraneo. Si continua a lavorare anche per sfatare le leggende – per esempio quella che “i migranti portano malattie”, come dimostra un articolo del Sole 24 Ore sul sempre più efficace sistema di verifica sanitaria e vaccinazioni sulle persone che entrano nel nostro paese.
Vice ci ricorda perché queste persone non hanno altra scelta che prendere il mare, e Valigia Blu ha compilato un vademecum di link e fonti per contrastare la disinformazione sui migranti. Ma la linea Salvini sull’immigrazione sembra riscuotere sempre più successo, anche fra gli elettori di centro-sinistra – guardate la tavola a pagina 14 di questo sondaggio Ixè.
E intanto, mentre il vertice europeo sui migranti si è concluso senza un’intesa, Matteo Salvini è volato a Tripoli dove ha incontrato il suo omologo libico.
3. Lontano dai riflettori, la nave Diciotti sbarca 519 persone soccorse a Pozzallo
Le navi italiane, in realtà, continuano a portare a terra centinaia di migranti. Di notte, in sordina, lontano dai riflettori e dai proclami del Viminale, dopo una settimana in mare senza porto (mentre ad Aquarius veniva impedito di attraccare), martedì notte la nave Diciotti della Guardia Costiera italiana ha attraccato a Pozzallo con 519 persone persone migranti a bordo. I colleghi del Corriere della Sera Marta Serafini e Carlo Lodolini, che erano presenti, hanno fornito a Open Migration rispettivamente il resoconto e il video di quello che hanno visto al porto.
4. Archiviate ormai quasi tutte le inchieste sulle navi di soccorso delle Ong
Dopo l’archiviazione dell’inchiesta contro la nave dell’Ong spagnola ProActiva Open Arms, sono state archiviate le inchieste a carico delle navi Golfo Azzurro e Sea Watch, di cui non era giunta notizia alla stampa e di cui non era informata nemmeno la stessa Sea Watch. Anche in questo caso, il giudice ha esplicitamente escluso che ci fosse alcun legame fra le navi che effettuavano il soccorso in mare e i trafficanti. Ad oggi, l’unica inchiesta ancora aperta è quella a carico della nave Iuventa dell’Ong tedesca Jugend Rettett.
5. La lista di chi muore migrando verso l’Europa supera le 34 mila persone
Per la Giornata Mondiale del Rifugiato, il Guardian ha pubblicato la versione aggiornata della lista delle persone morte cercando di raggiungere l’Europa, spiegando anche come viene compilata. Sono 34.361 persone, morte in mare, nei centri di detenzione, nelle fabbriche, nelle città. E continua a crescere.
The Guardian today has printed in their newspaper a list of 34,361 refugees who are known to have died trying to make it to Europe. pic.twitter.com/IqqLD5rCCX
— Scott Bryan (@scottygb) June 20, 2018
Intanto, i profughi nel mondo sono diventati 685 milioni – come racconta Vita, un nuovo record.
6. A Benevento l’accoglienza fruttava milioni sulla pelle dei migranti
Tredici strutture, 800 richiedenti asilo accolti, pari all’80 per cento dei rifugiati nel beneventano. Sono i grandi numeri del consorzio Maleventum dietro i quali si nascondeva “un’accoglienza barbarica, in condizioni disumane”: migranti costretti a vivere anche in un ex pollaio, niente vestiti di ricambio, niente riscaldamento e pocket money, pasti insufficienti e di pessima qualità. Al centro della frode l’imprenditore Paolo Di Donato – il “re dei rifugiati” – arrestato insieme ad altri quattro complici, tutti italiani.
7. Il grande inganno del censimento dei Rom
Dopo le Ong vice-scafisti e gli immigrati in perenne pacchia, per Matteo Salvini è arrivato il momento di affrontare il tema Rom: “faremo un censimento, ma quelli italiani purtroppo dobbiamo tenerli”. Le sue parole, comprensibilmente, hanno fatto il giro del mondo, così mentre il ricercatore Nando Sigona in un thread su Twitter tenta di neutralizzare la retorica tossica alla base del censimento, il New York Times parla di disegno oltraggioso, mentre la Cnn rimanda alle leggi razziali.
Come ricorda l’attivista Tomas Fulli a Redattore Sociale, quelle Rom sono tra le comunità straniere più antiche di Italia: “Siamo nomadi, abbiamo sangue zingaro e da 6 secoli viviamo in Italia. Che senso ha chiederci di tornare a casa nostra?”. Il direttore di Wired Italia, Federico Ferrazza, ci invita invece a chiudere gli occhi e immaginare un’Italia senza immigrati, Rom e Ong: i problemi sociali ed economici sarebbero ancora lì ad attendere gli italiani
8. Diecimila persone a Milano per la tavolata multietnica e Saviano
A Milano si sono conclusi sabato con una tavolata di massa al Parco Sempione con più di 10 mila persone 35 giorni di eventi per celebrare accoglienza, integrazione e multietnicità della città. Affollatissimo il prato del Teatro Burri per l’orazione civile di Roberto Saviano. La serie di eventi organizzata dal Comune di Milano si era aperta il 20 maggio con l’inaugurazione della Casa Chiaravalle, il più grosso immobile sequestrato alle mafie in Lombardia, che diventa casa-rifugio aperta alla comunità. Siamo andati a visitarlo per voi e ve lo abbiamo raccontato.
9. Il clima d’odio in Italia continua a creare violenza
Mentre a Reggio Calabria si preparava una manifestazione per il 23 giugno per chiedere giustizia per il giovane sindacalista maliano Soumaila Sacko ucciso in Calabria, a Caserta due rifugiati maliani venivano avvicinati da un’auto con a bordo tre giovani che esplodevano contro di loro colpi di pistola ad aria compressa al grido “Salvini! Salvini!” Uno dei due rifugiati è rimasto ferito.
10. Come si costruisce una rete sociale per i migranti.
Insegnare la lingua non basta. Su “The Submarine” il bellissimo racconto di un’esperienza di rete sociale a Parigi.
Foto di copertina di copertina via Twitter/JR