1. La Cei risolve il caso senza precedenti della nave Diciotti, bloccata per una settimana a Catania con 150 migranti a bordo
Si è risolta soltanto sabato notte, con lo sbarco di tutte le 150 persone ancora a bordo, l’odissea della nave Diciotti della Guardia Costiera italiana. La notizia dell’intervento risolutivo della Cei (l’assemblea permanente dei vescovi italiani) è arrivata pochissimo dopo l’annuncio che il Ministro dell’Interno Salvini era ufficialmente indagato, e dopo le dimissioni di Stefano Vella, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che ha valutato la situazione della Diciotti “intollerabile”.
La Chiesa italiana, non lo Stato, accoglierà gran parte dei profughi della #Diciotti. L'accordo è stato raggiunto per porre fine alle sofferenze di queste persone in mare da giorni.
Sono felice di essere un #prete di questa #Chiesa della nostra #Italia https://t.co/sj25rEKcOq— Antonio Spadaro (@antoniospadaro) August 25, 2018
Questo il canto delle donne eritree a bordo della nave quando la situazione si è sbloccata.
La Diciotti aveva preso a bordo il 16 agosto 190 persone soccorse dalle motovedette italiane, e dopo quattro giorni lasciata ferma in rada davanti a Lampedusa, dal 20 agosto era rimasta ormeggiata al porto di Catania perché il governo italiano non le permetteva di lasciar scendere le persone ancora a bordo, tutte reduci dalle carceri libiche. Tredici persone erano state trasbordate a Malta per emergenza medica subito dopo il soccorso.
Oggi sono tre le procure che si stanno occupando di questa vicenda. Repubblica ha pubblicato un’inchiesta sulle norme violate per ordine di Salvini.
Il primo a visitare la nave, mercoledì 22 agosto, era stato il procuratore di Agrigento Patronaggio, che stava valutando di aprire un’indagine per trattenimento illecito di persone e sequestro di persona. Il 23 agosto 27 minori erano stati lasciati scendere a Catania soltanto dopo l’insistenza del Garante per l’infanzia e della società civile, che aveva chiesto ai parlamentari di recarsi sul posto. Un’operatrice dell’Ong Terres des Hommes aveva incontrato i minori finalmente sbarcati: “abbiamo accolto 27 scheletrini”, aveva detto ripetutamente nel suo resoconto, descrivendo le loro condizioni. La dottoressa Nathalie Leiba di Msf ha assistito i ragazzini:“uno di loro non riusciva a vedere bene, aveva le pupille dilatate, ha raccontato di essere stato detenuto al buio per un anno”, ha detto nella sua testimonianza.
Il parlamentare di +Europa Riccardo Magi, salito a bordo, aveva riportato quanto confidatogli dal comandante della Diciotti Massimo Kothmeir, il quale aveva temuto di essere arrestato all’arrivo a Catania; non aveva mai ricevuto ordini scritti ma aveva invece appreso del divieto di sbarcare dai social media; e aveva capito subito che si stava creando una situazione anomala quando era stata chiamata la Diciotti a trasbordare le 177 persone, invece di farle portare subito a terra dalle motovedette che le avevano soccorse. In ogni caso, la Diciotti – che pure, come ha raccontato Marta Serafini sul Corriere, ha una gloriosa storia di salvataggi – non è attrezzata per assistere a bordo persone in un simile stato di necessità, denutrite, traumatizzate e affette da scabbia.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha sempre parlato sui suoi canali personali e mai tramite quelli del Viminale, ha sostenuto (contro ogni norma vigente, e nonostante l’alto numero a bordo di eritrei che hanno automaticamente diritto all’asilo) che dovessero essere gli altri governi europei a esaminare le richieste di protezione internazionale. Il Presidente della Camera Fico aveva chiesto che a tutti i migranti fosse permesso di sbarcare, e lo stesso aveva fatto il Presidente della Repubblica.
Centinaia di persone sono andate tutte le sere al porto di Catania per chiedere lo sbarco dei migranti; tutto era cominciato con un presidio mercoledì 22 agosto prima che venissero sbarcati i minori, quando si erano presentate con 177 arancini per i migranti a bordo.
#CataniaAccoglie Fate scendere subito i 177 migranti a bordo della #Diciotti pic.twitter.com/gvnYhiBqi4
— Luca Salici (@lucasalici) August 22, 2018
Avvenire ha pubblicato una serie di fotografie per descrivere la vita quotidiana dei 150 migranti sul ponte della Diciotti. La vicenda della nave militare italiana è stata ripresa dal Guardian e dalla Cnn, ma non sembra aver avuto molta eco sui media europei.
Venerdì è arrivata la notizia che i migranti a bordo avevano cominciato uno sciopero della fame. Da quando è nato il caso Diciotti sono state soccorse e sono arrivate in Italia senza clamore quasi il doppio delle persone al centro del caso di Catania.
2. Malta soccorre 100 persone in mare
Intanto, il Primo Ministro maltese Muscat – evidentemente in risposta alle polemiche col governo italiano, che accusa Malta di non fare la propria parte nei soccorsi e nell’accoglienza – ha annunciato il 22 agosto su Twitter il soccorso di 100 persone e il recupero in mare due corpi senza vita. Qui un interessante approfondimento sulla situazione di Malta su Refugees Deeply.
3. Scortare Aquarius in Spagna è costato almeno 200 mila euro
Impedire ad Aquarius di sbarcare 630 migranti soccorsi il 10 giugno e farla scortare dalle navi militari italiane Dattilo e Orione fino in Spagna: l’intera operazione è costata all’Italia almeno 200 mila euro di fondi europei, e si stima che la cifra complessiva potrebbe essere più vicina ai 300 mila – un costo definito “esorbitante” da un ex comandante della Guardia Costiera. Lo racconta Matteo Civillini in un pezzo per EUObserver, di cui il 30 agosto pubblicheremo su Open Migration una versione ampliata in italiano.
Intanto Aquarius è arrivata a Malta il 23 agosto con alcune persone soccorse, di nuovo dopo aver aspettato per giorni un porto sicuro.
4. Aumentano gli arrivi in Spagna, fra buoni propositi di Sanchez e respingimenti
Come ricorda il ricercatore Nando Sigona, non si ravvede una relazione diretta fra la diminuzione dei flussi verso l’Italia e l’aumento di quelli verso la Spagna. Nondimeno, come abbiamo raccontato questa settimana in un reportage di Mario Magarò su Open Migration con le nostre infografiche, l’aumento degli arrivi in Spagna c’è, sia via terra che via mare, e sta mettendo alla prova i buoni propositi di accoglienza del governo Sanchez. Proprio il 22 agosto si è registrato un altro “sfondamento” alla barriera di Ceuta, che ha innescato scontri con la polizia.
5. Continua l’odissea sulla rotta balcanica, soprattutto in Bosnia
I blocchi dei paesi sulla rotta balcanica stanno mettendo a dura prova la situazione in Bosnia sul confine con la Croazia, dove si concentrano 4 mila persone in pessime condizioni umanitarie e con frequenti respingimenti. Lo racconta qui Vita. Lorenzo Bagnoli su Osservatorio Diritti racconta invece l’odissea di un padre del Kurdistan iracheno e il durissimo viaggio di nove mesi con la sua famiglia attraverso Turchia, Bulgaria, Serbia, Bosnia e Croazia per arrivare a Trieste.
6. Quanto c’è di volontario nei ritorni volontari?
Se lo chiede il Consiglio Europeo sui Rifugiati e gli Esuli (Ecre) in un nuovo dettagliato rapporto sulle pratiche di incoraggiamento delle partenze volontarie e dei rimpatri volontari delle persone verso i paesi d’origine. Trovate qui il rapporto completo.
7. In Germania il dibattito sull’immigrazione è molto acceso
Lo racconta Andrea M. Jarach in questo articolo su Gli Stati Generali. Ci sarebbero sospetti di irregolarità nella gestione della sede di Brema della Bamf, l’agenzia federale per la migrazione ed i rifugiati, con casi di revoca illegale di status di rifugiato già concessi.
8. La crescita svedese si deve anche a una riuscita integrazione
La crescita della Svezia è molto al di sopra di quella degli altri paesi europei. In questo articolo per Bloomberg, Rafaela Lindeberg argomenta che questo si debba anche alla grossa spinta che gli immigrati, soprattutto siriani, hanno dato in questi ultimi anni all’economia nazionale. Un elemento che nel dibattito sulle elezioni del prossimo 9 settembre, in cui è possibile una vittoria della destra anti-migranti, tende ad essere rimosso.
9. Critiche le condizioni di vita nei Cpr di Bari e Brindisi
È uscito un report di monitoraggio delle condizioni di vita delle persone che si trovano nei Cpr di Bari e Brindisi, dal quale emerge un quadro molto critico.
10. Uno spettacolo racconta la Giungla di Calais
Non dimenticare la storia dell’enorme campo di migranti da tutto il mondo che si era concentrato a Calais, e restituirne la complessità. Paola Caridi è andata a vedere “The Jungle” alla Playhouse di Londra, e lo racconta sul suo blog.
In copertina: la “protesta degli arancini” al porto di Catania per chiedere lo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti (foto: Luca Salici)