1. Migrazioni e sicurezza: a Vienna i ministri degli Interni europei
Nella stessa settimana che ha visto il Parlamento europeo avviare un procedimento contro l’Ungheria – sotto accusa anche per le politiche anti-immigrazione di Orbán – si sono riuniti a Vienna i ministri dell’Interno europei. Migrazioni e sicurezza il tema della conferenza a cui erano presenti anche delegazioni di alcuni stati africani. Tanti i temi discussi, tra cui la proposta congiunta di Austria e Italia, che vorrebbero che le richieste d’asilo venissero processate direttamente sulle navi.
Sul tavolo anche il rinnovo dell’accordo tra Italia e Germania sui movimenti secondari dei migranti. Accordo sulla cui sorte si continua ancora a discutere. Per il ministro degli Interni tedesco – Horst Seehofer – l’accordo sarebbe vicino, mentre per quello Italiano Salvini condizione necessaria per l’approvazione sarebbe l’impegno della Germania a cambiare le regole della “Missione Sophia”.
I movimenti secondari sono gli spostamenti dei richiedenti asilo tra i vari Stati dell’Ue, in particolare dallo stato dove la domanda di asilo viene presentata verso un secondo paese. La bozza di accordo tra Italia e Germania prevede che per ogni migrante respinto verso l’Italia dalla Germania quest’ultima accolga un migrante arrivato in Italia.
In attesa di conoscere le sorti dell’accordo, il vertice di Vienna rischia di essere ricordato per il duro battibecco tra il ministro degli Interni Salvini e il ministro degli Esteri lussemburghese Asselborn.
2. Nuovi sbarchi a Lampedusa, pronti rimpatri lampo?
Sono 184 i migranti sbarcati lo scorso 14 settembre a Lampedusa, quasi tutti già trasferiti a Trapani. Il ministro degli Interni promette “rimpatri lampo” e le sue parole riaccendono la tensione con la vicina Malta: “C’è un Paese membro che se ne sta ampiamente fregando dei suoi doveri, con ripetuti casi di molteplici navi, anche in difficoltà in acque maltesi, ignorate o accompagnate verso l’Italia, alla faccia della solidarietà”.
Di solidarietà tra membri UE parla anche Lorenzo Bagnoli per il Fatto Quotidiano. Dalle relocation alla redistribuzione, ci ricorda come nessun paese europeo mantenga le promesse prese sui migranti, Italia compresa.
3. Oltre 100 morti in un nuovo naufragio a largo della Libia
Sarebbe avvenuto più di una settimana prima, ma non se n’è avuta notizia fino a martedì scorso. Parliamo di un nuovo naufragio a largo delle coste libiche che a detta dell’equipe di Medici Senza Frontiere in Libia ha causato oltre 100 morti.
Un gruppo di 276 persone, tra cui alcuni sopravvissuti al naufragio, è stato invece riportato indietro nella città portuale di Khoms dalla guardia costiera libica.
Intanto la situazione in Libia resta tesa, tanto che lo stesso ambasciatore italiano è rientrato a Roma.
4. Caso Diciotti: la Corte dei Conti apre un fascicolo per danno erariale
Mostrare i muscoli è servito. Secondo il ministro Salvini la politica dei porti chiusi, il braccio di ferro con le Ong e il caso Diciotti, avrebbero portato i frutti sperati facendo crollare gli sbarchi di migranti. Un’affermazione vera, ma che come precisa AGI in questo fact-checking potrebbe essere in parte dovuta ad altre circostanze come le nuove violenze scoppiate a Tripoli o il ruolo della Guardia costiera libica.
Al di là dei costi umani di tali operazioni, sono ora i costi economici a far discutere: la Corte dei conti ha aperto un’indagine sui costi del blocco navale. In questo articolo per Open Migration, Matteo Civillini aveva calcolato che scortare Aquarius fino in Spagna era costato almeno 290mila euro.
5. La rivista Time dedica un ritratto al ministro Salvini
“La nuova faccia dell’Europa” sotto questo titolo la prestigiosa rivista Time dedica un ampio ritratto al ministro degli Interni italiano corredato da intervista. Dai rapporti con Steve Bannon – ex braccio destro del presidente statunitense Donald Trump – alla stretta sui migranti e le accuse di razzismo, tanti i temi toccati dall’intervista, “Se riesco a ridurre il numero dei crimini e la presenza di immigrati illegali, possono chiamarmi razzista quanto gli pare”.
Intanto, per Internazionale, Annalisa Camilli torna “sul decreto Salvini” che a fine settembre dovrebbe vedere la luce, abrogazione della protezione umanitaria per i richiedenti asilo e riforma in senso restrittivo della cittadinanza sono i due principali provvedimenti contenuti nella proposta.
6. A Malta Sea Watch è ancora ferma in porto
Nonostante un’ispezione delle autorità olandesi – stato di bandiera della nave – che attestano la regolarità e il possesso di tutti i requisiti richiesti, la nave Sea-Watch è ancora bloccata a Malta.
Mentre l’equipaggio della nave scrive al primo ministro maltese, Joseph Muscat, “per porre fine a un fermo politico mai supportato da atti ufficiali”, l’organizzazione continua a monitorare la situazione nel Mediterraneo centrale e denuncia un nuovo caso di mancato soccorso.
7. Ricollocamenti: il Canada potrebbe superare gli Usa
In campagna elettorale aveva promesso di proteggerli, ma i dati parlano chiaro: con l’amministrazione Trump il numero di rifugiati cristiani ammessi negli Stati Uniti è diminuito di oltre il 40%. Non solo per gli appartenenti alle minoranze cristiane mediorientali è più difficile entrare negli stati Uniti, ma su molti di loro già residenti negli Usa grava il rischio detenzione e deportazione.
Le politiche restrittive di Trump sull’immigrazione intanto provocano i primi mutamenti: il Canada potrebbe presto scavalcare gli Usa per numero di rifugiati accolti.
8. Le condizioni del campo profughi di Moria restano “vergognose”
Mentre la stampa internazionale continua ad occuparsi degli arresti e delle pesanti accuse rivolte a 3 volontari della ERCI – una Ong di Lesbo attiva nel soccorso dei migranti – le condizioni del centro di accoglienza di Moria, sempre a Lesbo, tornano ancora una volta sotto i riflettori.
Sistema fognario assente o rotto, spazzatura ovunque, acqua stagnate, 18 associazioni hanno definito le condizioni del campo di Moria “vergognose”, ed hanno invitato le autorità greche ad un’azione immediata.
Eppure, come ricorda il Guardian, i fondi necessari a ripristinare condizioni più adeguate a Moria non mancherebbero.
9. Nel mondo è record migrazioni, ma l’Europa non è la destinazione principale
Oltre 250 milioni di persone vivono fuori dal proprio paese di nascita. Saranno – secondo le stime più attendibili – oltre 400 milioni nel 2050. Come ci ricorda Nigrizia, di questi solo il 35% ha viaggiato in direzione sud-nord, cioè da paesi in via di sviluppo verso il nord industrializzato. Il confronto tra Europa e Africa è impari: nel periodo preso in esame sono stati oltre 19 milioni gli africani a emigrare verso nazioni africane, 186.768 i migranti arrivati nel vecchio continente.
Numeri che fanno chiarezza sulle dinamiche delle migrazioni e che fotografano un fenomeno globale. E proprio sulle migrazioni globali è arrivato anche il primo storico accordo internazionale – il Global Compact per una Migrazione sicura, ordinata e regolare (GCM) – di cui Marta Foresti ha spiegato per noi l’importanza politica.
10. Un permesso speciale per i bambini di Calais
Quando il campo di Calais fu smantellato nell’ottobre del 2016 (qui un nostro articolo di Emanuela Barbiroglio), 549 bambini furono trasferiti nel Regno Unito per ricongiungersi con i propri familiari. A causa delle stringenti norme sull’immigrazione, molti di loro non riuscirono ad ottenere lo status di rifugiato. Ora anche la loro posizione dovrebbe essere regolarizzata.
Foto di copertina via Martin Leveneur