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Homepage >> Web review >> I 10 migliori articoli su rifugiati e immigrazione 39/2017

I 10 migliori articoli su rifugiati e immigrazione 39/2017

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3 ottobre 2017
L’Italia sta davvero pagando i trafficanti di esseri umani libici per rallentare i migranti - parola del New York Times e del Washington Post. Inoltre: il destino dello ius soli, la Germania e i rifugiati dopo le elezioni, la nuova rotta del Mar Nero (che non basta, però, per parlare di “invasione” in Romania), i primi resettlement di rifugiati dalle isole di prigionia australiane, il dramma dei Rohingya, la politica della paura di Trump contro gli immigrati. Di questo e altro parliamo nella web-review settimanale.

1. L’oscuro accordo Italia-Libia sui migranti

L’Italia sta davvero pagando i trafficanti di esseri umani per rallentare i migranti? Il New York Times e il Washington Post lo danno per certo (e qui il Post riepiloga il tutto). Una strategia discutibile, dalle conseguenze preoccupanti (come spiegano Ahmed Elumami su Reuters e D. Parvaz su Think Progress).

2. L’umanizzazione dei campi di detenzione libici è una missione impossibile

Non basta annunciare bandi e investire qualche milione di euro per rendere vivibile ciò che vivibile non è: i campi libici sono irriformabili e l’unica via per umanizzare l’inferno libico è la loro chiusura. Umberto De Giovannopoli ricostruisce sull’Huffington Post il dibattito sui fondi alla cooperazione italiani per l’intervento nei campi di detenzione in Libia.

3. L’Onu vuole aprire un centro di transito per i profughi in Libia

Sovraffollamento, abusi, violenze sessuali: nei centri di detenzione dei migranti in Libia la situazione rimane terribile. Partendo da questa constatazione l’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) propone l’apertura di un centro di transito senza detenzione.Ma il maggiore ostacolo, oltre alle milizie che coi campi ci guadagnano, sono proprio gli europei. L’articolo di Annalisa Camilli per Internazionale.

4. Che ne sarà della riforma della cittadinanza?

Ennesimo rinvio (al 2018) per la riforma della cittadinanza. È un affossamento di fatto, secondo i più: l’editoriale di Mario Calabresi per Repubblica parla di “resa senza nobiltà”, mentre Eleonora Camilli riporta sul Redattore Sociale la delusione delle organizzazioni che si occupano de diritti di queste persone. Intanto restano positivi il ministro Del Rio e il presidente del Senato Grasso, che rilanciano (come riporta l’articolo di Repubblica): “C’è ancora tempo, ce la possiamo fare”.

5. Brexit: alla ricerca della cittadinanza perduta

Dopo il controverso discorso di Theresa May a Firenze, riprendono i negoziati sul Brexit e permane la paura per i diritti dei cittadini UE nel Regno Unito. L’uscita dall’Unione Europea spaventa però anche gli inglesi: negli ultimi mesi tantissimi hanno fatto richiesta per ottenere la cittadinanza in altri paesi UE. L’approfondimento di Chris Morris per BBC.

6. La Germania e i rifugiati – cosa succede dopo le elezioni

Le elezioni tedesche della scorsa settimana hanno confermato, come previsto, la leadership di Angela Merkel, ma anche portato in Parlamento, per la prima volta da decenni, l’estrema destra xenofoba. Il reportage di Rebecca Baden per Vice racconta la notte delle elezioni dalla prospettiva dei rifugiati siriani e l’approfondimento di Aryn Baker per il Time fa il punto sull’accoglienza nella “terra promessa”. Da accompagnare al foto-reportage di Elio Germani per Politico sulle nuove vite dei rifugiati in Germania.

7. Romania, non c’è nessuna invasione

È in aumento il numero di migranti che tentano la pericolosissima rotta per raggiungere la Romania attraverso il Mar Nero. Ma, contrariamente a quanto titolato dai media romeni, non c’è nessuna invasione in corso. Il reportage di Cristian Stefanescu per Deutsche Welle.

8. Finchè resettlement non ci separi

È in corso il primo resettlement di rifugiati dai centri di detenzione australiani delle isole di Manus e Nauru agli Stati Uniti. Per alcuni, però, la notizia del prossimo trasferimento negli Stati Uniti impone una scelta difficilissima: la libertà o la famiglia. Ben Doherty racconta sul Guardian la storia di Arash, per cui partire per gli Stati Uniti potrebbe significare non rivedere mai sua moglie e non conoscere la figlia.

9. Dobbiamo davvero (continuare a) parlare dei Rohingya

In Birmania è in corso quello che le Nazioni Unite hanno definito “un esempio da manuale di pulizia etnica” contro la minoranza dei Rohingya. Un approfondimento di Reuters Graphics ripercorre ed illustra i drammatici eventi dell’ultimo mese, in particolare l’esodo delle centinaia di migliaia di persone in fuga per tentare di salvarsi dall’eccidio,Matteo Fumagalli fa il punto su The Conversation su come si è arrivati a una tale crisi e Natalie Brinham su Open Democracy spiega l’importanza di cambiare approccio.

10. La politica della paura di Trump

L’ultimo passo delle politiche di Trump sull’immigrazione – dopo la minaccia dell’abrogazione del Daca e l’avvio della costruzione del muro al confine con il Messico – è l’attacco alle città santuario. Un lungo articolo di Dara Lind per Vox fa il punto sulla strategia della paura del presidente americano contro gli immigrati e sulle sue drammatiche conseguenze.

 

FOTO DI COPERTINA: Migranti in attesa di essere imbarcati sulle imbarcazioni di fortuna dei trafficanti – via UNHCR Photo Unit (CC BY 2.0).

Etichettato con:accordo Italia Libia, Birmania, Brexit, città santuario, Germania, ius soli, Libia, Manus, Mar Nero, migranti, Nauru, resettlement, riforma della cittadinanza, rifugiati, Rohingya, Romania, Trump

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